Tra gli episodi più suggestivi e interessanti della storia del cristianesimo, c’è quello del ritrovamento della Vera Croce di Gesù, la reliquia attraverso la quale Gesù ha salvato il mondo. Questo storico ritrovamento, avvenuto a inizio Medioevo, si colloca in un periodo in cui la cristianità diventa un perno centrale per la società del tempo.
Quello del ritrovamento della Vera Croce, argomento su cui molto si è detto e scritto, è uno degli episodi più importanti della storia cristiana. Colei che ha ritrovato la Santa reliquia del Cristo, è oggi una delle Sante più venerate nel panorama cristiano. Stiamo parlando della madre dell’Imperatore Cristiano, Elena, che diede i natali a Costantino, l’Imperatore che ha portato il cristianesimo al centro della società romana. A inizio Medioevo, quando vi erano ancora molte dispute tra il mondo latino e la nuova religione cristiana, nascente, l’Imperatore dell’emblematico “In Hoc Signo Vinces” mise la religione del Cristo al centro del suo progetto imperiale, facendola diventare a tutti gli effetti religione di Stato. Ebbene si, nel corso del IV secolo, sua madre si rese protagonista di una delle scoperte che avrebbero cambiato la storia: il ritrovamento della Vera Croce.
Sant’Elena e la Vera Croce
Partiamo dal nome: Vera Croce. Sappiamo che, con questo appellativo, venne riconosciuta la Croce di legno sulla quale Gesù affrontò la sua dolorosa Passione. La Santa reliquia, secondo la tradizione, venne allo scoperto, grazie al fondamentale ritrovamento, attorno all’anno 327-328. La protagonista di questa fondamentale scoperta fu Flavia Giulia Enea, oggi conosciuta come Sant’Elena nell’immaginario collettivo cristiano. Sappiamo che la madre dell’Imperatore Costantino I visse una vita segnata in gran parte da una profonda fede in Cristo e fu proprio la Santa che, a seguito delle leggi promulgate dal figlio, si dedicò alla diffusione del cristianesimo. Ricordiamo, infatti, che Costantino emanò l’editto di Milano, nel 313, attraverso il quale si dichiarò la libertà di culto per i cristiani. Un passo fondamentale per la storia sociale di quei tempi.
Il ritrovamento
Ma come e dove avvenne lo storico ritrovamento? La tradizione ci racconta che la futura Santa si sarebbe recata in Terra Santa in pellegrinaggio. L’obiettivo del suo viaggio era recuperare le tracce della vita del Cristo, attraversare i suoi luoghi. A raccontarci lo storico ritrovamento è stato il teologo e storico greco Socrate Scolastico. Nato nel 380 d.C., il teologo ci ha fornito i dettagli di questo ritrovamento all’interno della sua opera “Storia ecclesiastica”. Lo storico narra di come Elena, giunta in Terra di Gerusalemme, ritrovò le tre croci e, insieme a loro, il Titulus Crucis, per l’appunto il cartello con l’iscrizione INRI. A queste croci è anche legato un miracolo, come ci racconta lo storico: una donna guarì miracolosamente, al tocco della terza croce.
La spiritualità di questo ritrovamento
La Vera Croce di Gesù rappresenta, insieme alla testimonianza della sua dolorosa Passione, uno dei simboli e dei significati più profondi dell’intera cristianità: la vittoria della vita sulla morte, dunque la salvezza dell’umanità, per mano del Cristo. La Vera Croce, nel corso della storia, ha subito diverse vicissitudini, soprattutto tra il 614, quando fu trafugata a seguito di una guerra, e gli anni delle Crociate. Oggi, frammenti della Vera Croce, sono custoditi in vari luoghi, tra cui la Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, Chiesa che ospita anche il Titulus Crucis.
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