Lo scorso 26 ottobre un equipe di scienziati dell’Università di Atene ha avuto accesso alla pietra tombale originale di Gesù Cristo, i lavori di ristrutturazione della Basilica e dell’edicola posti sopra il Santo Sepolcro hanno offerto l’opportunità unica di entrare in contatto con il luogo che ha ospitato il Sacro Corpo di Gesù, un evento che non si verificava da diversi secoli (nel XVI secolo la lastra originale è stata ricoperta con un altra in marmo che l’ha contenuta fino ad ora).
Per 60 ore l’equipe ha avuto a disposizione la roccia originale per poterla studiare e carpirne i segreti, l’archeologo Fredrik Hiebert si è detto emozionato della straordinaria possibilità: “Ho trascorso del tempo nella tomba del faraone egiziano Tutankhamon, ma questo è più importante”, poi ha aggiunto: “Serviranno molte e lunghe analisi scientifiche, ma alla fine siamo riusciti a vedere la superficie originale della roccia sulla quale venne deposto il corpo di Cristo”.
In quei due giorni e mezzo, gli scienziati sono stati colpiti dal fatto che la roccia emanava intensi profumi floreali (come quelli attribuiti ai santi) e che le loro strumentazioni venivano sfasate quando entravano in contatto con la superficie della roccia come se fossero stati colpite da violente perturbazioni elettromagnetiche. Subito qualcuno ha suggerito che si potesse trattare di qualcuno che aveva voluto sabotare le analisi, a fine pubblicitario, ma a questa ipotesi ha risposto la direttrice dei lavori, Antonia Moropoulou dicendo che crede improbabile che qualcuno dei lavoratori abbia messo a rischio la sua reputazione per scopi pubblicitari o religiosi.
Alla fine dei lavori di restaurazione, l’equipe ha riposto la pietra tombale nella sua posizione originale, lasciando, però, sulla lastra di marmo che la ricopre una finestrella che permetterà ai fedeli di ammirarla dal vivo. La storia del sepolcro ci giunge direttamente dai Vangeli, dove viene scritto che Gesù venne deposto in un letto mortuario nei pressi della collina della crocifissione. Il tumulo, in realtà esisteva già prima della passione ed apparteneva a Giuseppe di Arimatea (ricco mercante che possedeva un imponente flotta navale) che l’aveva in seguito ceduta a Gesù. Il ricco mercante ha avuto un ruolo fondamentale nella sepoltura: ha ottenuto il corpo di Gesù da Ponzio Pilato, ha coperto tutte le spese per il suo funerale e persino donato gli abiti mortuari (compresa la Sacra Sindone), un impegno inviso al Sinedrio che per questo decise di perseguitarlo, togliergli tutti i suoi possedimenti ed incarcerarlo.
Nel corso dei secoli, il Santo Sepolcro ha rischiato di scomparire: nel 72 d.c. l’imperatore Adriano, decise di costruire una città dove si trova adesso Gerusalemme e fece ricoprire il sepolcro con la terra per edificare sopra un santuario dedicato a Venere (la dea dell’Amore). Nel 313 Costantino, pose fine alla persecuzione dei Cristiani, e, dopo che Sant’Elena identificò il sepolcro, acconsentì per la costruzione di un santuario cristiano che sostituisse il Tempio di Venere. La chiesa venne danneggiata in diverse occasioni: nel 614 (dai persiani), nel 966 (ad opera dei musulmani) ed infine distrutta nel 1009 per volere del Califfo Al-Hakim.
Il grave torto del Califfo venne riparato dal suo successore Ali az-Zahir che ordinò la ricostruzione della Chiesa sopra al Santo Sepolcro, i lavori vennero conclusi nel 1048. Dopo le varie crociate, nel XIV secolo, l’amministrazione della Chiesa del Sepolcro passò definitivamente nelle mani dei sacerdoti Cattolici ed Ortodossi e l’unica opera di ristrutturazione si rese necessaria dopo il terremoto del 1927.
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