Una storia speciale quella che stiamo per raccontarvi in cui sono coinvolti oltre Sant’Antonio, anche la Madonna e padre Pio. La sua vita è un segno di come il Signore opera e ci conduce sulla via che ha scelto per ciascuno di noi.
Tutti siamo sue creature destinate alla santità, e il racconto di vita di questa giovane ragazza ne è un esempio concreto.
La strada per ognuno di noi
Dio traccia per ognuno di noi una strada che ci porta alla felicità. C’è chi dovrà percorrerla più a lungo, quasi tutta la vita, e c’è chi invece per un tratto più breve. Ma tutti siamo destinati alla sanità, tutti da Lui siamo venuti e a Lui ritorneremo, accompagnati anche dalla Vergine Maria e dai Santi.
La storia speciale che stiamo per raccontarvi è quella di una giovane, già Santa per il suo popolo e per il suo Paese, per la quale la Chiesa ha avviato l’iter per la causa di beatificazione. Lei si chiamava Rachelina Ambrosini ed è morta a soli 15 anni. In molti la considerano una “Santa già in vita”. Ma i suoi giorni sono anche stati segnati dalla malattia. Ma, durante la sua breve esistenza, ha avuto l’onore di esser “visitata” sia dalla Madonna che da Sant’Antonio in più occasioni.
La giovane Rachelina nasce nella frazione Passo, del comune di Pietradefusi, in provincia di Avellino, il 2 luglio 1925. È la figlia di Alberto, il medico condotto e di Filomena. Figlia unica sulla quale i genitori riverseranno ogni premura ed ogni attenzione. E sarà proprio a mamma Filomena che la piccola Rachelina, a soli 4 anni, confiderà le prime apparizioni della Vergine: “Sai, mamma ho visto la Madonna!” – le raccontava.
Le apparizioni della Madonna alla piccola Rachelina
La mamma custodiva questo segreto, senza mai rivelarlo a nessuno e, un po’ come Maria, meditava queste cose nel suo cuore. A scuola, la piccola, come raccontavano le sue maestre, era un’alunna sveglia ed era sempre pronta a donare anche la sua merenda alle compagne più povere.
Sarà proprio durante il periodo della scuola elementare che iniziò anche a ricevere la visita di un Santo. Colpita dal morbillo, fu costretta ad assentarsi da scuola e, questo, faceva sentire un grande vuoto non solo a Rachelina ma anche a tutte le sue compagne.
E fu alla sua maestra, che si era recata a farle visita, che la piccola spontaneamente raccontò quella particolare esperienza avuta: “Sapete, ho sofferto molto perché vedevo mamma mia sempre piangente, ma io ero sicura che non sarei morta, perché ho visto Sant’Antonio che mi ha detto: “Di questa malattia guarirai subito e bene, ma sappi che a quindici anni tornerò per prenderti”.
La visita di Sant’Antonio e la “strana” predizione
Sant’Antonio le aveva predetto la data della sua morte, ma la stessa Rachelina ci rise su, come tutti coloro che l’ascoltarono. Si riprese, ricevette la sua Prima Comunione e si impegnò a “non macchiare mai il suo candore”, come l’abito bianco monacale che indossava quel giorno.
Proseguì i suoi studi a Bari, dove risiedeva suo zio monsignore. Ma fu in quell’autunno del 1939 che qualcosa per Rachelina iniziò a cambiare. La malattia iniziò a farsi strada piano piano. Una forma di otite molesta e purulenta la tenne a lungo lontana dalla scuola e, soprattutto, mise alla prova la sua serenità abituale.
All’età di 15 anni riuscì a terminare il ciclo di studi ginnasiali, nonostante la preoccupazione costante per babbo Alberto, che aveva ricevuto la chiamata alle armi per la guerra appena scoppiata. Era il 1940. Rachelina si iscrive, poi, al Liceo “Cabrini” di Roma, gestito dalle Suore Missionarie della Carità di S. Francesca Saverio Cabrini. Ancora una volta era costretta a stare lontana da casa, ma per obbedienza non si oppone ai genitori.
La mamma chiede conforto a Padre Pio
Il 1941, però, sarà l’anno più brutto per lei. A metà febbraio, una grave forma di meningite la colpisce e non le lascia scampo. Misteriosi malesseri la colpiranno, mentre i bambinelli dei suoi presepi cominciavano con Sant’Antonio a farle visita.
La mamma di Rachelina, notando la sofferenza di sua figlia, si recherà anche da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Voleva chiedere conforto a lui e il Santo Frate la accoglie, chiamandola dal fondo della chiesa con questa frase: “Tu sei una madre fortunata”, prima di riceverla per un colloquio privato. Ma ormai la malattia aveva preso completamente il corpo di Rachelina che si spegne, in un ospedale di Roma il 10 marzo di quello stesso anno.
Una giovane che sprizzava santità già quando era in vita. C’è chi racconta del candore e della bellezza del suo viso anche sul letto di morte. La sua serenità, il suo vestito bianco: sembrava dormisse più che fosse morta.
La serenità sul suo viso, anche da morta
Tantissima la gente che partecipò ai suoi funerali in Irpinia. Ancora oggi, gli abitanti del suo paese e di quelli vicini, ricordano Rachelina “come una giovane generosa, aperta al prossimo, umile, silenziosa, obbediente”.
Il 28 settembre 1958 le spoglie di Rachelina Ambrosini sono state traslate nella Chiesa Madre di Venticano. L’8 aprile 1995, nel Duomo di Benevento, si è chiuso il Processo Diocesano per la Canonizzazione della Serva di Dio Rachelina Ambrosini. In Vaticano è in corso la causa di beatificazione.
Oggi, nelle Filippine, esiste una fondazione a suo nome che ha intrapreso diverse attività di promozione sociale: “Nella vita di Rachelina si nota chiaramente un’attenzione particolare per i bambini e soprattutto per quelli poveri. Ella li amava ed era amata. Dedicava loro ogni tipo di premura, anche per una sua amica albanese. Si priva dei dolci fatti dalla sua mamma Filomena, per condividerli con i suoi compagni di scuola o darli al povero viandante per strada. Gioca con chi è emarginato, consola chi soffre” – scrive Suor Marieta Palmero proprio dalle Filippine.
La preghiera per Rachelina
Preghiamo anche noi perché questa giovane Serva di Dio possa, presto salire agli onori degli Altari del cielo:
“O Padre Celeste, che in Rachelina Ambrosini hai suscitato tra noi un modello affascinante di giovinezza pura, dalla tua bontà umilmente imploriamo di volerla glorificare ora in terra, perché le nuove generazioni siano persuase a scalare l’ardimentoso sentiero della salvezza, illuminate dal suo angelico candore.
(Gloria)
O Gesù Cristo nostro Signore, che hai rapito il cuore di Rachelina Ambrosini innamorandolo di Te e dei beni eterni, libera anche noi dalle malie di questo secolo buio, catturato dalla terrestrità, così da conquistarci alla tua sequela con l’impazienza appassionata di questo incantevole giglio, sbocciato nell’Irpinia.
(Gloria)
O Spirito santificatore, che hai cesellato con gelosa finezza questa figlia prediletta dell’Immacolata, Ti piaccia ora di porla sul candelabro della Chiesa alla nostra venerazione perché imitandola si rinforzi la speranza d’una nuova primavera del mondo.
(Gloria)
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, adoriamo i Tuoi ineffabili disegni e Ti supplichiamo di far risplendere in questa valle di lacrime l’innocenza sorridente di Rachelina Ambrosini, fiore elettissimo della nostra terra, in cui hai manifestato ancora una volta la forza proveniente del Tuo amore misericordioso.
Benedici i nostri buoni propositi e donaci la grazia che ardentemente imploriamo. Possa la sua nivea figura inoculare soprattutto nei giovani il desiderio ardente delle vette eroiche, dove solamente è dato di pregustare la gloria del Regno. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen”.
Fonte: fondazionerachelinambrosini.