NESSUNA NEWS PER CHARLIE GARD
Ora dopo ora, abbiamo atteso la risposta che potesse dare a Charlie una speranza di salvezza.
Ci saremmo aspettati un segno che finalmente desse l’ok al trasporto del piccolo oltre le mura dell’operale londinese, il Great Ormond Street, che ha preso oramai le sembianze di un carcere per il piccolo.
Oggi, 10 Luglio, invece, da Londra arriva solamente un nuovo ri-invio, sul caso che sta tenendo il fiato sospeso di molti, in ogni parte del pianeta.
Questo vuol dire che si sta perdendo tempo prezioso, che per ora il bambino non potrà usufruire della cura sperimentale (chiesta precedentemente negli USA), ora predisposta da un Team di medici, qui in Italia, all’ospedale Bambino Gesù di Roma.
Dobbiamo aspettare Giovedì 13, per avere una nuova sentenza da parte della Corte inglese, in merito alla sopravvivenza del bambino di 10 mesi, che -ricordiamolo- è affetto da una patologia gravissima, per la quale in patria era stato già preparato un intervento di eutanasia, con lo spegnimento del respiratore del bambino.
E il 13 Luglio forse nemmeno sarà la sentenza definitiva, come dicono le parole rotte dall’angoscia dei genitori Connie e Chris, che ormai conosciamo tutti.
Il signor Fergus Walsh che, per il settore salute della Bbc, segnala le news su Charlie, ha spiegato che all’inizio dell’udienza, all’ingresso in tribunale, davanti al giudice Justice Francis, mamma e papà si aspettavano di avere il permesso di portarlo via.
Walsh è lo stesso giudice che già lo scorso 8 Giugno aveva sentenziato negativamente nei confronti del piccolo e che insiste nell’opporsi alle richieste del trasferimento in Italia, convinto che nulla possa migliorare le condizioni del bambino e che per questo deve morire, già nell’ospedale dov’è tutt’ora ricoverato.
La famiglia Gard ora chiede un nuovo giudice, con la vana speranza di avere delle risposte risolutive e subitanee.
La cosa che più scoraggia in questa vicenda, guardandola dalle fila di chi prega Charlie e con lui si aggrappa alla vita e la vita difende a tutti i costi, è che tutti vorrebbero salvare Charlie, ma, quelli che potrebbero, non lo fanno; restano sordi a qualunque richiamo alla coscienza, come se la legge sulla buona morte avesse sostituito, nel loro cuore, quella sull’amore e la compassione, proprie del Vangelo.
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