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Miracoli e Testimonianze

L’anima del Sacerdote che dal purgatorio gridava aiuto..

SUOR MARIA TERESA DI GESU’ E L’ANIMA DEL SACERDOTE IN PURGATORIO CHE SI PAGAVA DA SE LE MESSE.

Di don Marcello Stanzione

Suor Maria Teresa di Gesù, nacque a Fabbri, frazione del comune di Montefalco, il 16 agosto 1878, entrò a 16 anni tra le clarisse del monastero di San Leonardo di Montefalco. Si consacrò con i voti perpetui il 1 ottobre 1899 e avanzando poi ogni giorno di più nella via della perfezione. Il 15 ottobre 1909 emise il voto “del più perfetto” ed il 18 febbraio del 1942, con il permesso dell’Arcivescovo, si offrì vittima al Signore per i sacerdoti, per la pace tra le nazioni, per i disordini del popolo, per i bestemmiatori. Suor Maria Teresa morì il 16 settembre 1948, rimpianta da quanti la conobbero. Nel ventesimo secolo la comunità delle clarisse di Montefalco godé di una certa celebrità a causa di una apparizione di un’anima del Purgatorio che dal 2 settembre 1918 fino al 9 novembre 1919, per ben ventotto volte si presentò

nella sacrestia della chiesina del monastero ad orario diverso e a tempo indeterminato e suonava il campanello attiguo alla ruota d’introduzione degli arredi sacri. La superiora di allora, suor Maria Teresa di Gesù, che era anche sacrista, andava a rispondere, ed una voce le diceva: “ Lascio questa elemosina” per lo più una banconota da lire 10 e talora due, fino a compiere la somma di lire 300. Di questi fatti Suor Maria Teresa tenne un diario dal quale leggiamo: “I VOLTA: 2 settembre, lunedì.- Suonato il campanello della sacrestia ed andata a rispondere Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa, una voce dissele: -Devo lasciare qui quest’elemosina- e girò la ruota con le 10 lire, e dicendogli l’Abbadessa se doveva farci tridui o altre preghiere o farci dire Messe, rispose: – Senza nessun obbligo. – Se è lecito chi è lei? – Non occorre saperlo. La voce era gentile, però fosse mesta, lontana e frettolosa, come fosse nascosta.  II VOLTA: 5 ottobre, sabato; 31 ottobre, giovedì; 29 novembre, venerdì; V VOLTA: 9 dicembre, lunedì: lasciando sempre 10 lire. Queste volte sono eguali alla prima; solo, domandandogli la Badessa se dovevano far preghiere, rispose: – La preghiera è sempre buona. VI VOLTA: 1 gennaio, mercoledì; VII: 29 gennaio, mercoledì, quasi sempre lo stesso. VIII VOLTA: 14 marzo, venerdì.- In tempo dell’esame, circa le ore 20, suonò il campanello due volte, ed andata a rispondere l’Abbadessa trovò lire 10 sulla ruota, ma non rispose nessuno. La Chiesa esterna era chiusa e la chiave la tenevamo noi. Chiamata la fattora e fatto guardare in Chiesa, non vi trovò nessuno. Qui incominciarono a pensare che colui che faceva l’elemosina non era persona vivente. IX VOLTA: 11 aprile, venerdì. – Portò lire 10 e disse di pregare per un defunto: questa è la prima volta che chiede preghiere. X VOLTA: 2 maggio, venerdì. – Poco prima di silenzio, circa le ore 21,30 inteso suonare il campanello ed andate a rispondere in quattro – cioè, oltre l’Abbadessa, Suor Maria Francesca delle Cinque Piaghe, Suor Amante Maria di S. Antonio, coriste, e Suor Angelica Ruggeri, conserva – non trovarono che lire 20 sulla ruota ( due carte messe a forme di croce ) senza sapere chi le avesse poste. La Chiesa esterna era chiusa. XI VOLTA : 25 maggio, sabato.- Portò lire 10. XII VOLTA: 4 giugno, mercoledì a mattina. – Lire 10 trovate sulla ruota senza sapere chi le abbia messe. XIII VOLTA: 21 giugno, sabato. – La mattina furono trovate lire 10 sulla ruota senza sapere come. Il giovedì e venerdì innanzi, avendo inteso suonare ed andate a rispondere, una volta Suor Angelica ed una Suor Angela, non trovarono nessuno. XIV VOLTA: 7 luglio, lunedì.- Circa le ore 14, in tempo di ritiro, suonò il campanello due volte, ma l’Abbadessa, credendo fossero bambini in Chiesa, non volle rispondere. Essendosi appoggiata per riposare, una voce fuori della camera le disse: – Hanno suonato il campanello della sacrestia. Andata subito a rispondere udì la solita voce dire: – Lascio qui lire 10 per preghiere – Ella domandò : – Da parte di Dio, chi è? E udì rispondersi.- Non è permesso – e non sentì altro. Domandando poi chi l’avesse chiamata in tempo di silenzio, nessuna di noi era stata. XV VOLTA: 18 luglio, venerdì. – Dopo il silenzio della sera, circa le ore 21,30, scesa la Badessa a chiudere la porta del forno rimasta aperta, mentre risaliva, udì il suono del campanello; andata alla ruota, al saluto “Lodato Gesù e Maria”, sentì rispondersi “Amen”, poi soggiunse: – Lascio quest’elemosina per le solite preghiere. Essa si fece animo e domandò: – In nome di Dio e della SS.ma Trinità, chi è? La stessa voce rispose: – Non è permesso. E non udì altro. La Chiesa esterna era chiusa. Lasciò lire 10. XVI VOLTA : 27 luglio, domenica. – Andata l’Abbadessa alla ruota prima della Messa trovò lire 10 senza sapere chi ce le avesse messe. XVII VOLTA: 12 agosto, martedì. – Circa le ore 20, suonato il solito campanello, si andò a vedere in tre, l’Abbadessa, Suor Maria Nazarena dell’Addolorata e Suor Chiara Benedetta Giuseppa del Sacro Cuore; furono trovate le lire 10 sulla ruota. Avendo scongiurato in nome di Dio, nessuna risposta. La Chiesa era chiusa. Avendo chiamata la servigiana per farvi vedere se c’era nessuno, ci guardarono il Rev. Don Alessandro Climati, Priore di S. Bartolomeo e nostro confessore, D. Agazio Tabarrini, parroco di Casale e nostro cappellano, e P. Angelo, Guardiano dei Cappuccini, e non vi trovarono nessuno. XVIII VOLTA: 19 agosto, martedì. – Circa le ore 18,30 suonato, l’Abbadessa andò a rispondere. Al solito saluto “ Lodato Gesù e Maria”, la voce rispose “Amen”. E subito soggiunse: – Lascio quest’elemosina per preghiere.- L’Abbadessa rispose: – Noi pregheremo lo stesso, l’elemosina la dia a qualche altra persona più bisognosa. L’anima disse con voce compassionevole: – No, la prendano, è una misericordia. E’ permesso sapere chi è? – Sono sempre la medesima – rispose, e non si udì altro. Lascio lire 10. XIX VOLTA: 28 agosto, giovedì. – Circa le ore 19 suonò il campanello, e, andata a rispondere, l’Abbadessa trovò lire 10 sulla ruota, ma non rispose nessuno. XX VOLTA : 4 settembre, giovedì. – Circa le ore 16 e 30, suonò il campanello, ed andata a rispondere trovò lire 10 sulla ruota, ma nessuno rispose. XXI VOLTA: 16 settembre, martedì. – Circa le ore 21,15 l’Abbadessa chiudeva il dormitorio e sentì suonare il campanello. Andata a rispondere con un’altra monaca, nessuno parlò, ma vi erano le 10 lire. L’altra monaca s’allontanò per vedere se rispondesse sola, ma nulla. Salì senza prendere il danaro, poi spinta da un’altra, ed essendole parso di sentire le offrì le 10 lire come le altre volte, ma essa ricusò. Allora quella disse: – Le prenda, è per soddisfare la divina giustizia… L’Abbadessa le fece dire la giaculatoria: Sia benedetta la santa, purissima ed immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria: ed ella fedelmente la ripetette. XXII VOLTA: 21 settembre, domenica. – La mattina l’Abbadessa, prima della Messa, trovò lire 10 sulla ruota. XXIII VOLTA: 3 ottobre, venerdì. – Circa le ore 21, dopo il silenzio, mentre l’Abbadessa era affacciata alla finestra della camera, le parve di sentir suonare. Andata a rispondere e ricusando le lire 20 che le offriva in elemosina, col dire che il confessore non era contento, se non diceva chi era, per timore che fosse il demonio, essa disse: – No, non sono un’anima purgante: sono 40 anni che mi trovo in Purgatorio per aver dissipati i beni ecclesiastici. XXIV VOLTA: 6 ottobre, lunedì. – Avendo l’Abbadessa fatto celebrare una Messa in suffragio di quell’anima, dal Rev. D. Alessandro Climati, nostro confessore, poco dopo terminata, suonò il campanello, ed andata a rispondere, la solita voce disse: – Lascio quest’elemosina e grazie di tanto. Avendole fatte altre domande, nessuna risposta. La sacrestia era chiusa. Lasciò lire 10. XXV VOLTA: 10 ottobre, giovedì. – Dopo il silenzio, circa le ore 21 e 45, tutte le monache erano ritirate, l’Abbadessa sentì chiamarsi fuori della cella e dirsi che era suonato il campanello della sacrestia. Interrogate al mattino le monache, nessuna era stata; si pensa quindi che fosse la stessa anima. Lo stesso successe il 7 luglio. Andata dunque a rispondere, al saluto: “Lodato Gesù e Maria”, l’anima rispose: “Amen”; poi aggiunse: – Lascio quest’elemosina e grazie tanto. – Si deve notare che la mattina gli aveva fatto applicare la Santa Messa da P. Luigi Bianchi, gesuita, che trovatasi a dare i SS. Esercizi alla Comunità. L’Abbadessa rispose: – Io, per ordine del confessore, vorrei sapere nome e cognome, per lasciarlo per memoria, altrimenti non la prendo. L’anima, invece di rispondere alla domanda, disse: – Il giudizio di Dio è giusto e retto. – Ma come? Io le ho fatto dire Messe, e se una sola basta per liberare un’anima, come lei ancora non è libera? – Io ne ricevo la minima parte! Avendogli detto altre cose non rispose altro. Questa volta lasciò lire 20. XXVI VOLTA: 20 ottobre, lunedì. – Alle ore 20,45, appena suonato il silenzio, mentre l’Abbadessa saliva con due altre monache, Suor Maria Rosalia della Croce e Suor Chiara Giuseppa del S.Cuore, udirono suonare il campanello, ed andata l’Abbadessa a rispondere trovò le 10 lire sulla ruota, ma non rispose nessuno, forse perché le altre due erano andate in coro. Allontanatesi esse e tornata l’Abbadessa la seconda volta giù, non udì nulla. Salita e chiusa la porta del dormitorio, si udì risuonare; tornata a rispondere al solito saluto l’anima rispose: “Amen” con voce assai intelligibile, e siccome l’Abbadessa non aveva prese le 10 lire, così soggiunse: – Prenda quest’elemosina; è una misericordia. Avendola presa, disse: – Grazie. –  Ma si potrebbe sapere chi è? – Preghi, preghi, preghi, preghi, preghi, preghi. XXVII VOLTA: 30 ottobre, giovedì.- Alle ore 2,45, dopo la mezzanotte, l’Abbadessa da una voce fuori della camera, sentì dirsi: – E’ suonato il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al solito saluto l’anima rispose: “Amen”, poi subito: – Lascio qui quest’elemosina. Ma l’Abbadessa, senza far finire la parola, soggiunse: – Io per ordine del confessore non posso prenderla. In nome di Dio e per ordine del confessore, mi dica chi è: è sacerdote? – Si. – Erano di questo monastero i beni che ha dissipati? – No; ma ho permesso di portarli qui. – E dove li prende? – Il giudizio di Dio è giusto. – Ma io ci credo poco che sia un’anima, penso sempre che sia qualcuno che scherza. – Vuole un segno? – No, che ho paura. Se chiamo qualcuna? Faccio subito… – No, che non m’ è permesso. L’Abbadessa soggiunse: – Lei pregherà per me, per la mia Comunità, per il Confessore? Benedictus Deus qui… E si allontanò mormorando a bassa voce, e non si capì altro. La voce di quest’ultime volte era meno frettolosa e meno cupa, anzi prima sembrava che stesse fuori, adesso come se parlasse all’orecchio destro, e quando si allontanava la sentiva col sinistro. XXVIII VOLTA: 9 novembre, domenica. – Alle ore 4,15 circa, l’Abbadessa dal dormitorio intese suonare il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al saluto “Lodato Gesù e Maria”, la solita voce rispose: – Sia lodato in eterno. Io ringrazio lei e la religiosa Comunità: sono fuori da ogni pena. – E i sacerdoti che hanno detto più messe, no? Il confessore, il P. Luigi Bianchi, D. Agazio? – Io ringrazio tutti. – A me piacerebbe d’andare in Purgatorio, dove si trovava lei, così starei sicura… – Faccia la volontà dell’Altissimo. – Pregherà per me, per la Comunità, per i miei genitori se sono in Purgatorio, per il Confessore, per il P. Luigi Bianchi, per il papa per il Vescovo, per il Cardinale Assalesi? – Si. – Benedica me e tutte le persone che ho nominate. Benedictio Domini super vos. La mattina avanti fu fatta celebrare una Messa dal P. Luigi Bianchi S. J. Alla Chiesa del Gesù in Roma all’altare privilegiato. La voce del sacerdote defunto che sul principio era mesta, poi, man mano, sembrava più lieta, e in quest’ultima volta su capiva che era felicissima. Il suono del campanello era mesto e flebile e pareva che facesse scendere un senso di pace e di contento nel cuore di chi l’udiva, cosicché tutti lo conoscevano. Quando si udiva, subito si diceva all’Abbadessa: “ Madre Badessa, ecco l’animuccia, vada a rispondere”. Ed intanto usciva dalle nostre labbra spontaneo il salmo: De profundis… Ha portato lire 300 e gli sono state fatte applicare 38 Messe”. Dopo questi fatti un regolare processo diocesano confermò la veridicità dell’evento, in memoria del quale è stata edificata, all’interno della chiesa, una piccola cappella dedicata alle anime del Purgatorio, in cui riposa anche Madre Maria Teresa morta in concetto di santità.

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