La recente ondata di attentati ha riportato la paura in Europa, tanto più che a differenza di quelli avvenuti in Belgio o in Francia, questi ultimi hanno si causato un numero di vittime minori, ma sono stati fatti nel giro di poche settimane in punti estremi l’uno dall’altro. Sicuramente la colpa maggiore di questa situazione è da attribuire ai fondamentalisti religiosi, ma basta questo per dire che la violenza nel mondo è generata dalle Religioni?
Di questo è convinta una assidua follower della pagina di Enrico Mentana, che l’indomani dell’attentato a Stoccolma ha commentato in questo modo: “Se tutti fossero atei come in casa mia il mondo sarebbe sicuramente più pacifico. Odio profondo verso tutte le religioni”. Il direttore del tg di La7, che ultimamente non le manda a dire, le ha risposto in maniera diretta facendole capire come la sua posizione fosse superficiale: “Già nella Russia di Stalin le misero al bando. E’ stato il regime più crudele della storia con il suo stesso popolo, tra deportazioni nei gulag e omicidi. Questo per dirle che la sua è una colossale cavolata”.
Non volendo fare una classifica di quale paese o dittatura è stata più violenta nella storia, si può in ogni caso concludere che l’esclusione della religione dallo stato non ha fermato di certo la violenza. L’unico motivo per cui le religioni sono considerate la prima causa delle guerre è dovuta al fatto che avere una fede religiosa è un aspetto che accomuna il maggior numero di persone. Dunque questo aspetto comune viene utilizzato da soggetti malvagi come strumento per sollevare le masse contro un obiettivo che, in questo caso, non è nemmeno il cristianesimo ma l’occidente intero, compresi gli atei.
Nonostante la paura, quindi, non bisogna etichettare tutti i musulmani come malvagi o terroristi, ma distinguere tra fondamentalisti e vittime di fondamentalismo, basta infatti informarsi maggiormente per scoprire come le persone che provano ad opporsi o ad allontanarsi dai fondamentalisti in paesi in cui sono dominanti rischiano la propria vita. Lo stesso concetto è stato ripetuto più volte sia da Benedetto XVI che da Papa Francesco, quest’ultimo nelle sue omelie include sempre un pensiero ai fratelli musulmani accogliendoli con amore e rispetto e dice ai fedeli: “Bisogna fare questa distinzione, perché tante volte si usa il nome della religione, ma la realtà non è quella della religione”.
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