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Laudato Si’, il grido della Cei: la pandemia è il segnale di un mondo malato

Nella Giornata Mondiale per l’ambiente, e a cinque anni dalla Laudato Si’, i vescovi italiani hanno pubblicato il messaggio per la quindicesima Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, che ricorre il prossimo 1 settembre.

“Occorrono nuovi stili di vita alla luce della Laudato si’”, è quanto i vescovi italiani affermano nel messaggio. Invitando parrocchie e associazioni a dare vita ad iniziative rivolte alla cura e al rispetto dell’ambiente.

ll messaggio dei vescovi italiani

A cinque anni dalla pubblicazione dell’importante “enciclica ecologica” Laudato si’, sull’onda del suo messaggio i vescovi invitando diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti a “una ricezione corale per divenire vita, prospettiva vocazionale, azione trasfiguratrice delle relazioni con il creato, liturgia, gloria a Dio”.

Nel messaggio, si legge infatti che “è tempo di ripensare tanti aspetti della nostra vita assieme, dalla coscienza di ciò che più vale e le dà significato, alla cura della stessa vita, così preziosa, alla qualità delle relazioni sociali ed economiche”.

photo pixabay

Le indicazioni pastorali

Le indicazioni pastorali contenute nel testo parlano di “comunicare la bellezza del creato. Denunciare le contraddizioni al disegno di Dio sulla creazione. Educare al discernimento, imparando a leggere i segni della natura. Dare una svolta agli atteggiamenti e alle abitudini non conformi all’ecosistema. Scegliere di costruire una casa comune, frutto di un cuore riconciliato”.

Oltre al bisognor di “mettere in rete le scelte locali, cioè far conoscere le buone pratiche di proposte eco-sostenibili e promuovere progetti sul territorio; promuovere liturgie ecumeniche in particolare per il “Tempo del Creato”; elaborare una strategia educativa integrale, che abbia anche dei risvolti politici e sociali; operare in sinergia con quanti nella società civile si impegnano nello stesso spirito; promuovere scelte radicali per la salvaguardia dell’ambiente”.

Il coronavirus ha evidenziato il vuoto culturale

Il testo è stato elaborato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo. Pensando alla crisi del coronavirus, all’interno del messaggio si cerca anche di offrire un’esortazione ad affrontare questa situazione tanto inedita quanto drammatica in maniera cristiana e solidale, alla luce del Vangelo.

Quello che si legge, infatti, è che il coronavirus “ha evidenziato tante situazioni di vuoto culturale, di mancanza di punti di riferimento e di ingiustizia, che occorre superare”. Perciò, risulta evidente che in questo contesto, caratterizzato fortemente da incertezza e fragilità, come scrivono i media vaticani, “diventa fondamentale ricostruire un sistema sanitario fondato sulla centralità della persona e non sull’interesse economico“.

La pandemia ha mostrato un sistema segnato dall’inequità

In molto hanno infatti avuto modo di sottolineare che la pandemia ha ampiamente messo in luce le storture del nostro pianeta, e del contesto socio-economico in cui siamo immersi all’alba del terzo millennio. “Un sistema socio-economico segnato dall’inequità e dallo scarto, in cui troppo facilmente i più fragili si trovano più indifesi“, spiegano i vescovi.

Ma allo stesso tempo, la difficoltà emersa con la pandemia ha anche messo in risalto “na capacità di reazione forte della popolazione, una disponibilità a collaborare”. Da lì, quindi, è necessario ripartire. Ovvero dal focalizzarsi sul “nostro rapporto con l’ambiente”, tenendo conto del fatto che, come si sottolinea in un passaggio importante della Laudato Si’ di Papa Francesco, “tutto è connesso“.

photo pixabay

I vescovi: la pandemia è il segnale di un mondo malato

In tutto ciò, “la pandemia è anche il segnale di un ‘mondo malato’, come segnalava papa Francesco nella preghiera dello scorso 27 marzo”, si spiega. Dovuto alla “conseguenza di un rapporto insostenibile con la Terra”. Per i vescovi italiani, quindi, il messaggio da veicolare e di cui prendere coscienza chiama in causa il rapporto con il Creato e la consapevolezza ecologica di ciascun cristiano. Un monito etico, sostanzialmente. Che ci spinge ad essere cittadini migliori.

“L’inquinamento diffuso, le perturbazioni di tanti ecosistemi e gli inediti rapporti tra specie che esse generano possono aver favorito il sorgere della pandemia o ne hanno acutizzato le conseguenze”, dicono i vescovi invitando a prendere sul serio la crisi ambientale.

Davanti alla rovina del Creato, serve uno sguardo contemplativo

“Troppo spesso abbiamo pensato di essere padroni e abbiamo rovinato, distrutto, inquinato, quell’armonia di viventi in cui siamo inseriti”, sostengono ancora. “Si tratta di quell’eccesso antropologico di cui parla Francesco nella Laudato si”.

I vescovi entrano però anche nel merito di come fare per affrontare questa crisi. L’esortazione è a ritrovare uno “sguardo contemplativo”, e una “coscienza attenta, e non superficiale, della complessità in cui siamo” per “una nuova consapevolezza di noi stessi, del mondo e della vita sociale”.

Rinnovando cioè radicalmente i propri stili di vita, compromessi negativamente da abitudini erronee e vizi derivanti dalla concezione moderna della vita. Vizi troppo spesso evidenti nelle relazioni umane, nel rapporto con il prossimo e con l’ambiente.

Giovanni Bernardi

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