Capita che chi partecipa alla Santa Messa o all’Adorazione Eucaristica, compia dei gesti o ripeta delle frasi, quasi per abitudine senza conoscerne il senso.
Un fedele ha posto una domanda specifica a un sacerdote. Cerchiamo di capire, attraverso la sua spiegazione, un’importante differenza durante le celebrazioni eucaristiche.
Conoscere il significato di certi gesti
Quando andiamo in chiesa, ci andiamo per consuetudine ed abitudine, o andiamo lì per stare con Gesù ed accettare l’invito alla sua mensa? E, una volta lì, siamo sempre a conoscenza del vero significato di tutto ciò che accade? O ripetiamo formule e gesti per abitudine? Queste e tante altre sono le domande che ci poniamo, alle quali non sempre riusciamo a dare risposte concrete.
Un fedele ha fatto ad un sacerdote una domanda molto particolare: “Le chiedo se c’è differenza o particolare efficacia sul tipo di benedizioni: dal sacerdote al termine della messa, col Santissimo Sacramento verso l’assemblea, col Santissimo sul capo di ogni persona. O la benedizione di un diacono equivale a quella di un sacerdote? O quella del papa o vescovo…per farla breve ci sono differenze?”.
“Ci sono differenze fra le benedizioni?”
Padre Angelo ha così risposto: “Sì, ci sono delle differenze. Sarebbe sufficiente pensare che dinanzi ad alcune ci si inginocchia e altre si possono ricevere in piedi. Le prime sono quelle che vengono date col Santissimo Sacramento. Santa Faustina Kowalska nel suo diario attesta più volte di aver visto uscire dall’ostensorio i medesimi raggi che escono dall’immagine di Gesù misericordioso. Questi raggi di purificazione e di santificazione andavano a coprire le persone che ricevevano tale benedizione”.
Il sacerdote usa anche testimonianze ed esperienze di alcuni Santi per approfondire l’argomento e spiegare a tutti noi questa differenza: “Ci sono le benedizioni del Papa, date Urbi et Orbi. Queste benedizioni, alle quali è annessa l’indulgenza, le ricevono tutti i telespettatori. C’è la benedizione del vescovo che secondo il sentire di San Tommaso ha il potere di rimettere i peccati veniali. Poi ci sono le comuni benedizioni la cui efficacia dipende senza dubbio anche dalla santità di chi benedice”.
Padre Angelo: “La benedizione è un Sacramentale”
Ma c’è, poi, un’ulteriore differenza da porre in essere: cosa sono di preciso le benedizioni: “In ogni caso va ricordato che le benedizioni sono sacramentali. Non sono sacramenti. Ora se i sacramenti hanno efficacia ex opere operato, i sacramentali hanno efficacia “ex opere operantis”, vale a dire dipendentemente dalla santità di chi benedice e dal fervore e dalle buone disposizioni di chi riceve la benedizione.
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Mi piace infine ricordare che cos’è la benedizione secondo la Sacra Scrittura: è una particolare effusione di doni da parte di Dio, l’assicurazione della loro conservazione, la loro moltiplicazione. Nell’Antico Testamento si legge delle benedizioni dei patriarchi e anche dei sacerdoti.
Nel Nuovo Testamento Gesù dona ai suoi discepoli la facoltà di benedire. Ad essi dice: “In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi”. Essi ne fecero uso secondo il modo tradizionale di benedire in Israele con l’invocazione e con l’imposizione delle mani. La Chiesa ha ereditato queste benedizioni e le ha moltiplicate tanto sulle persone quanto sulle cose” – conclude Padre Angelo.
Fonte: amicidomenicani
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