Esisteva un vero divieto per le donne tunisine, che avessero intenzione di prendere per marito un uomo non musulmano. Adesso quel divieto pare sia stato abrogato del tutto.
“Congratulazioni alle donne tunisine, per aver conquistato la libertà di scegliere lo sposo.”, dicono le parole del portavoce del Presidente Beji Caid Essebsi.
Sembra una frase di secoli fa, che commenta un diritto a cui noi occidentali e cristiani siamo “abituati” dal tempo dei tempi, ma risale a poco meno di un semestre fa, poiché la Circolare numero 216, del 5 Novembre 1973, vietata tassativamente alle musulmane tunisine di sposare un uomo di un altro credo, a meno che non avesse repentinamente aderito all’islam e avesse presentato un certificato di avvenuta conversione!
Ciò che fa ben sperare, che questo sia effettivamente un gesto verso l’apertura della Nazione nord africana ad una intercultura anche nei costumi, è che sia stato il Capo dello Stato a proporre al Governo la modifica della circolare antiquata.
La nuova Costituzione del 2014, infatti, conterrebbe molte altre norme “modernizzate”.
Il Presidente, in occasione del Giorno Nazionale delle Donne, in Agosto, aveva dichiarato quanto la restrizione fosse un “ostacolo alla libertà di scelta della sposa”.
Conseguentemente, un’apposita Commissione si era occupata di redigere la nuova norma, sostenuta ampiamente dagli attivisti per i diritti umani.
Adesso non rimane che convincere qualche Imam troppo tradizionalista, che ancora ribadisce che la modifica sia una “flagrante violazione dei precetti” islamici.
Per le donne è senza’altro una grande conquista, per la tutela dei loro diritti e per l’affermazione di leggi sempre più eque.
A Luglio, sempre in Tunisia, era stata anche cancellata la orripilante legge che giustificava ed evitava la pena agli stupratori che sposavano la propria vittima!
Il nostro auspicio è che altri Paesi musulmani prendano a modello la Tunisia e lo facciano al più presto.
Per ora, i segni sono tanti, importanti, ma non ancora sufficienti a garantire gli stessi diritti per uomini e donne; ad esempio, nelle famiglie tunisine, le figlie ricevono in eredità la metà dei beni, rispetto ai figli maschi!