In questi tempi, in cui le migrazioni dei popoli musulmani verso l’Europa sono all’ordine del giorno, vogliamo sottolineare che, molti di coloro che scappano dalla guerra, dalla violenza indotta dalla religione estremizzata e islamica, cominciano desiderare la pace e di conoscere il Vangelo.
In Austria, ad esempio, “stando a quanto riferiscono le chiese impegnate in battesimi di massa un po’ ovunque”, sono stati registrati 300 battesimi su adulti, già all’inizio del 2016; il 70% di questi erano di rifugiati, che volevano convertirsi.
In Germania, a Berlino, nella chiesa di Steglitz, che aveva solo 150 frequentatori assidui, oggi ce ne sono 700 e più, per le stesse ragioni.
In Inghilterra, a Liverpool, molti credenti cattolici sono immigrati dall’Iran e dall’Afghanistan. Anche tanti musulmani, dunque, decidono di scappare dal terrore, provocato dai connazionali fanatici, poiché la “strategia del terrore” sembra aver creato diffidenza, nei confronti di Allah e dei suoi seguaci più severi.
Papa Francesco, del resto, aveva detto: “Cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in Paesi di antica tradizione cristiana”. “Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo”. Non si tratta di imporre “un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile”.
Ecco come si racconta uno di quegli islamici convertiti.
Oggi, si chiama Johannes (nome cristiano) e vive in Austria, ma era iraniano, nato da una famiglia musulmana.
Si accorse di non voler essere più musulmano, quando cominciò a frequentare l’Università: “Ho riscontrato che la storia dell’islam era completamente diversa da come l’avevamo imparata a scuola. Forse, ho pensato, era una religione che si era affermata con la violenza”. “Una religione che muove i primi passi con la violenza non può condurre le persone alla libertà e all’amore. Gesù Cristo ha detto che chi di spada ferisce, di spada perisce. Questo ha cambiato davvero il mio modo di pensare”.
Ovviamente, la chiesa è, e deve essere, molto cauta, in merito alle conversioni e alle migrazioni, poiché ogni musulmano che chiede il battesimo deve frequentare un corso preparatorio, perché si appuri che il desiderio di conoscere Cristo non celi un pretesto per ottenere l’asilo.
Antonella Sanicanti
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