«Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’Oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre». Era il 1999 e il testo è il contenuto di una visione: tutto scritto in quaderni e diari da un veggente che per 54 anni, dal 1947 al 2001, si ritiene abbia ricevuto messaggi dalla Madonna. E se in questo mezzo secolo nelle sue parole si ritroveranno fatti accaduti, dalla tragedia di Superga alle torri Gemelle, dall’assassinio di Aldo Moro al ferimento di Giovanni Paolo II, tra le ultime rivelazioni c’è un “castigo” in arrivo da Oriente. Parole che non possono non richiamare quanto sta accadendo per opera dell’Isis. Il veggente è Bruno Cornacchiola che sostenne di aver visto, insieme ai suoi tre figli, una ragazza di grande bellezza, la Vergine della Rivelazione. L’episodio risale al 12 aprile del 1947 ed accadde a Roma, alle Tre Fontane.
Gli appunti del veggente Cornacchiola diventano un libro
Ora dopo anni di studi e analisi degli appunti di Cornacchiola, quaderni e diari fitti di messaggi, esce il contenuto di queste rivelazioni in un libro scritto da Saverio Gaeta, giornalista di Famiglia Cristiana e Credere: Il veggente, edito da Salani Editore, già nelle librerie. Vita romanzesca, quella di Cornacchiola. Cresciuto in una grande povertà nella Roma di inizio Novecento, senza alcuna istruzione ed educazione, fu personaggio irruento tanto da meditare di uccidere il Papa. Protestante, comunista, mangiapreti, fino a quel giorno in cui le appare la bella ragazza vestita di verde che gli cambia la vita. Torna al cattolicesimo, che pur aveva conosciuto da bambino, e per mezzo secolo si fa custode di una lunga serie di messaggi da parte della Madonna. Tutte le rivelazioni sono state consegnate al Vaticano che finora non ha ritenuto opportuno diffonderle. Come anche non ha mai ufficialmente riconosciuto le apparizioni, anche se Cornacchiola non fu osteggiato; anzi ebbe anche modo di incontrare personalmente Pio XII, nel 1949, e confessargli anche di aver pensato di assassinarlo.
Le visioni: dalla tragedia di Superga alle Torri gemelle
Tanti i “sogni o segni”, gioco di parole usato dallo stesso Cornacchiola per definire le sue visioni, che in qualche modo sono diventati ricollegabili a fatti dopo accaduti. Il 30 marzo del 1949 scrive: «Questa mattina ho fatto un brutto sogno. Mi pareva di vedere un aereo andare a fuoco e sopra vi era scritto: Torino. Che sarà?»; il 4 maggio successivo la tragedia di Superga. Il 31 gennaio del 1978 sogna Aldo Moro che gli dice: «Ma tu non sei quello della Madonna? Prega per me perché ho un cattivo presentimento». Il 16 marzo il rapimento dello statista; e il 25 marzo Cornacchiola sogna «che avevano trovato Moro dentro una macchina, tutto crivellato di pallottole», scena sotto gli occhi di tutta Italia il successivo 9 maggio. E ancora prevede la crisi del clero e le ruberie interne agli ordini religiosi. E così via fino ad arrivare agli “ultimi appelli”, come scrive Gaeta, quelli dei colpi sferrati dal un popolo d’Oriente. «Ho visto scorrere molto sangue a San Pietro. La chiesa ridotta ad una masso di rovine», negli ultimi messaggi. Siamo dunque alla vigilia dell’Apocalisse? Conoscere i rischi e i pericoli che corrono al Chiesa e il mondo d’oggi «pur nella loro crudezza, non deve indurre ad un’irragionevole paura o a uno sterile fatalismo ma – spiega nella postfazione il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei santi – piuttosto deve ispirare la presa di coscienza e il senso di responsabilità per eliminarne alla radice ogni possibile fattore scatenante».