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Le strategie del demonio per indurci a peccare incosciamente

 

Sappiamo che in definitiva la responsabilità delle nostre azione e quindi anche dei peccati dipende solo dalla nostra forza di volontà e dalla lontananza da Dio. La prima decisione sbagliata è quella di credere di poter lottare contro le tentazioni di satana con le nostre sole forze e non abbandonarci più tra le braccia di Dio, nel preciso istante in cui prendiamo questa decisione il demonio festeggia perché ci espone sottilmente alle sue tentazioni invitandoci alla concupiscenza.

In questo circolo di vizio e peccato ci allontaniamo sempre di più dalla misericordia divina e cadiamo nello sconforto. Nel 2002 lo stesso concetto è stato espresso da Papa Giovanni Paolo II: “Ogni uomo, oltre che dalla propria concupiscenza e dal cattivo esempio degli altri, è tentato anche dal demonio e lo è ancor più quando meno se ne avvede”.

In quell’angelus il Santo Padre ha condiviso quelli che secondo lui sono i piani del diavolo per indurre al peccato i cristiani senza che loro se ne avvedano: “Non possiamo evitare direttamente che i cristiani vadano in chiesa, né che leggano la Bibbia e conoscano la verità. Se cerchiamo di privarli di questo in modo diretto saremo esposti. Non possiamo nemmeno evitare direttamente che si donino a un’intima relazione con il loro Salvatore. Allo stesso tempo, sappiamo che se ottengono questa relazione il nostro potere su di loro si spezza. Ma c’è qualcosa che possiamo fare e in cui siamo sempre riusciti”.

Il racconto di Giovanni Paolo II continua con una descrizione dei metodi che le forze del male avrebbero dovuto usare per ingannare i fedeli e indurli ad allontanarsi inconsapevolmente da Dio: il primo passo è quello di indurre marito e moglie a lavorare a ritmi serrati per potersi permettere uno stile di vita alto che porti nelle loro case oggetti di cui non hanno bisogno per un non ben specificato spirito di soddisfazione legato al possesso.

Le distrazioni dai valori fondamentali come la famiglia e la religione crea una dipendenza dalla soddisfazione del se che induce a pensare che l’egoismo sia l’unica via per vivere una vita soddisfacente. In questo contesto egoistico consumistico, basterà che vengano sostituite le feste religiose con quelle consumistiche, utili ad abituare le future generazioni ad entrare nello stesso vortice di non senso dei genitori.

In poche parole è stata descritta la realtà dei nostri giorni e spiegata l’assenza dalle chiese e la diminuzione delle vocazioni, ci sono ancora dubbi che dietro il secolarismo ci sia lo zampino del demonio?

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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