Giovanni Paolo II è stato uno dei Papi più amati dello scorso secolo, questo perché prima di essere il vicario di Cristo è stato un uomo capace di spendersi per gli altri senza chiedere nulla in cambio, una caratteristica degna di un Santo, ma come ha fatto a raggiungere una simile virtù? Joaquin Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa Vaticana ha spiegato al sito ‘Papaboys 3.0’ che il pontefice aveva dei piccoli segreti e li ha voluti condividere con i fedeli.
Prima di tutto, l’aspetto fondamentale della vita di Papa Giovanni Paolo II era la preghiera, ogni giorno il Santo Padre si chiudeva in meditazione con Dio e con la Madonna e nessuno poteva distrarlo da quella abitudine, a dimostrazione di ciò Navarro-Valls racconta: “Qualche anno fa avevo un appuntamento di lavoro con Papa Woytila. Il suo segretario mi dice che stava pregando nella sua cappella privata e che sarebbe stato avvisato del mio arrivo. Sono entrato anch’io nella cappella e ho aspettato in silenzio. Sono passati circa quaranta minuti senza che Giovanni Paolo II si muovesse. Poi quando all’improvviso si è reso conto che ero arrivato, ha esclamato: “Mi scusi, non mi sono accorto che il tempo passava!”.
Valls racconta anche della sua grande capacità di discernimento e di mediazione con le persone, un giorno, ad esempio, si è incontrato a pranzo con dei sacerdoti luterani provenienti dalla Svezia, questi durante il pranzo gli chiesero se questo atto di apertura potesse essere considerato un riconoscimento del valore della loro ordinazione da parte della Curia romana e lui senza pensarci gli rispose: “Questo pranzo coi vescovi luterani alla mia tavola può essere considerato come un segno che i vescovi luterani riconoscono la mia elezione a Papa?”.
Tra le tante qualità di Giovanni Paolo II c’era sicuramente la generosità, su questo Valls racconta che la prima volta che fece visita a Rio de Janeiro rimase stupito da tanta povertà e senza proferir parola si sfilò dal dito l’anello che gli aveva regalato Paolo VI quando era divenuto Cardinale e lo regalò alla diocesi Brasiliana. La sua generosità si lega ad una strepitosa umanità, egli aveva a cuore ogni creatura di Dio e non sopportava di stare con le mani in mano quando qualcuno soffriva davanti ai suoi occhi, come dimostra la volta che, sentendoli piangere durante la notte, diede conforto ai bimbi di una coppia ospitata a Castel Gandolfo.
La sua umanità gli consentiva di ricordarsi di tutte le persone incontrate, un giorno, racconta ancora Valls, si fermò davanti ad una coppia in visita al Vaticano e gli chiese: “Dove sono Chiara e Francesco?”, i due rimasero sorpresi perché in effetti i loro figli si chiamano così, ma il Papa li aveva visti una sola volta.
Ma se tutte queste caratteristiche lo rendevano un uomo di Dio a tutti gli effetti, ciò che lo rese indimenticabile era il suo coraggio nel dire la verità, quella che in molti per paura non avevano il coraggio di pronunciare. Valls ricorda in particolare la volta in cui in visita all’università di Milano disse loro: “La lotta fra il regno dello spirito maligno e il Regno di Dio è entrata in una nuova fase, la fase finale. Questa lotta continua nella nostra epoca e si sviluppa contemporaneamente allo svilupparsi della storia dell’umanità, nei popoli, nelle nazioni”.