Le sue dimissioni hanno colto tutti di sorpresa, dopo tanti lunghi anni alla guida dell’influente movimento cattolico. Ora per il futuro resta solo una grande incognita.
L’annuncio, che era atteso in seguito alla scelta del Papa per tutti i movimenti cattolici, è arrivato con una lettera creando un vero e proprio turbamento.
Con la missiva inviata alla Fraternità di Comunione e Liberazione, Juliàn Carròn si è dimesso dalla guida di CL nonostante le voci e le polemiche che avevano preso piede nelle scorse settimane. Ora c’è grande apprensione e curiosità per capire chi sarà la persona che prenderà il suo posto a capo del Movimento fondato nel 1954 dal carismatico sacerdote e teologo don Luigi Giussani.
Tutto nasce con la decisione del Papa di favorire la rotazione dei vertici all’interno di tutte le principali associazioni e movimenti cattolici nati in seguito al Concilio Vaticano II. Carròn lo dice chiaramente infatti nella lettera inviata alla Fraternità, in cui parla di una scelta fatta “per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre si svolga con la libertà che tale processo richiede”.
Secondo il recente decreto emanato dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e citato da Carròn nella sua lettera di dimissioni, i presidenti dei movimenti ecclesiali non possono restare in carica più di dieci anni. Il che significa lo stop per l’esperienza di don Juliàn.
Fino ad oggi Carrón ha guidato infatti ininterrottamente Comunione e liberazione dal 2005, in seguito alla morte del fondatore stesso. Una guida apprezzata, visto che è stata riconfermata nel 2008, nel 2014 e nel 2020. Ma che non ha evitato di creare divisioni e incomprensioni anche all’interno del Movimento stesso, che molti descrivono spaccato tra due fronti.
Nelle ultime settimane, poi, si è parlato di una sorta di conflitto tra la guida di Cl e la Santa Sede, culminato con il commissariamento da parte di Papa Francesco dei Memores Domini, i consacrati del movimento, a causa di aspetti emersi dal governo di questo gruppo. Ma anche a quella che è stata descritta come una disobbedienza da parte dell’ex presidente Antonella Frongillo.
A cui ha fatto seguito la mancata presenza dei due il 16 settembre scorso all’incontro dei vertici dei movimenti ecclesiali con il Papa, che ha portato alla nomina di Commissario dell’arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, anche lui membro di Comunione e liberazione.
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Così ora è arrivata una sorta di “resa incondizionata alle direttive del Vaticano“, come scrive il Fatto quotidiano. “In questo momento così delicato della vita del movimento ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente della fraternità di Comunione e liberazione, per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre, attraverso il decreto sull’esercizio del governo all’interno dei movimenti, si svolga con la libertà che tale processo richiede”, scrive il sacerdote nella lettera in cui comunica la sua decisione, pubblicata sul sito di Cl.
“Questo porterà ciascuno ad assumersi in prima persona la responsabilità del carisma“, continua il sacerdote in uno dei passi più importanti della lettera, che riguarda infatti colui che sarà il suo successore.
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“È stato un onore per me esercitare questo servizio per anni, un onore che mi riempie di umiliazione per i miei limiti e se ho mancato nei confronti di qualcuno di voi. Rendo grazie a Dio per il dono della compagnia di cui ho potuto godere, davanti allo spettacolo della vostra testimonianza quotidiana, da cui ho imparato costantemente e da cui voglio continuare a imparare”.
Prima di un augurio finale. “Vi auguro di vivere questa circostanza come occasione di crescita della vostra autocoscienza ecclesiale, per poter continuare a testimoniare la grazia del carisma donato dallo Spirito Santo a don Giussani, che rende Cristo una presenza reale, persuasiva e determinante, che ci ha investito e trascinato dentro un flusso di vita nuova, per noi e per il mondo intero”.
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Ora il nuovo leader sarà scelto dalla Diaconia centrale, l’organo di governo della Fraternità composto da un massimo di 40 membri. Una decisione importante per uno dei gruppi più numerosi e influenti della Chiesa, con ben trecentomila aderenti in 70 paesi e un radicamento profondo tra i sacerdoti e i vescovi, ma anche nelle professioni, nelle università, nella politica e nella società civile in genere. Nel 2005, alla nomina di Carròn, era stato Giussani stesso a indicare in lui il suo successore. Adesso tutto invece è avvolto da una grande incognita.
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