Lee Stroble è un famoso giornalista e documentarista americano che per i suoi reportage ha ricevuto molti premi e che nel suo ultimo lavoro, per dimostrare l’infondatezza della religione Cristiana, ha finito invece per confermarne l’esistenza. In questi giorni il suo libro inchiesta e best seller ‘The Case for Christ’ è stato riadattato per il grande schermo ed uscirà nei Cinema USA.
Tutto è cominciato all’inizio degli anni ’80, quando per dimostrare alla moglie che la recente fede acquisita era un imbroglio perpetrato dai Sacerdoti Cristiani, dall’alto del suo ruolo di cronista per il quotidiano ‘Chicago Tribune’ ha cominciato ad intervistare un gran numero di Sacerdoti con l’intento di scardinare ogni loro convinzione ed asserzione. Più andava avanti e più si rendeva conto che le basi della dottrina cristiana erano inattaccabili e che le dichiarazioni dei Sacerdoti si fondavano su documenti e fatti dimostrati e dimostrabili, dunque alla fine fu lui quello che si convinse.
Rinnovato nella fede Stroble ha cominciato a scrivere libri in difesa di Cristo e della sua dottrina (pratica comunemente chiamata ‘Apologetica’) aiutando la Chiesa a condurre quelli che sono lontani dalla fede al messaggio sempre vero e moderno che Cristo ci ha lasciato per redimerci dai nostri peccati. Anche l’ultimo libro è teso ad argomentare con prove e ragionamenti razionali il messaggio di Cristo e della sua Chiesa, egli spiega come il cristiano possa basare i suoi ragionamenti su delle prove concrete e come sia la sua stessa intelligenza che lo invita ad accogliere il messaggio divino:
“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. E Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”. Questa frase di San Paolo viene utilizzata da Stroble per asserire che fede e ragione non devono essere per forza in contrasto, anzi che esse sono complementari e che, dunque, i cristiani non devono aver timore di ragionare con gli atei perché la ragione conduce a Dio.