Perché quella visione scosse il piccolo grande santo?
Tanto sangue e molte fiamme avrebbero inghiottito l’Italia.
La terribile profezia si avverò nella sua Padova dove San Leopoldo Mandic aveva continuato ad accogliere i fedeli, nel confessionale, anche la sera prima di morire.
La vocazione per il confessionale
La sua vocazione per le anime che volevano liberarsi dal peso del peccato maturò quando aveva solo 8 anni e venne messo, per punizione, in ginocchio in chiesa, davanti a tutti. In quel momento, pensò che, semmai fosse divenuto prete, non avrebbe mortificato coloro che avevano qualcosa da farsi perdonare.
San Leopoldo Mandic come San Pio
Di lui si dice: “Il suo modo di confessare assomigliava molto a quello di padre Pio. A volte, la sua misericordiosa comprensione veniva scambiata per lassismo, per mano troppo larga. Un giorno accolse un fedele a cui un penitenziere della Basilica aveva negato l’assoluzione. Lo mandò perdonato. E incontrandosi, in seguito, con quel frate inflessibile gli motivò la sua scelta differente con una sola frase: “Lei, padre, confessa con la sua coscienza; io con la mia”.
San Leopoldo Mandic profetizzò fuoco e sangue sull’Italia
Fratel Barnaba, che lo affiancò per molto tempo, ricorda una delle sue profezie: “Un giorno un penitente padovano, amico di padre Leopoldo, andando da lui, lo trovò in preda a un pianto disperato. Interrogato, il santo rivelò che quella notte aveva avuto una orribile visione: il Signore gli aveva mostrato l’Italia precipitata in un mare di fuoco e sangue”.
La profezia si riferiva alla seconda guerra mondiale, quando anche Padova fu bombardata, il convento dei Cappuccini semidistrutto, ma non la cella del Santo.
Il bombardamento di Padova
L’orologio segnava quasi mezzogiorno quando una squadriglia di 36 bombardieri B-24 sferrò l’attacco su Padova. Obbiettivo colpire la stazione ed altri punti sensibili. Fortunatamente la contraerea riuscì ad evitare il peggio ma di quel giorno la storia ci ricorda 11 morti. Cinque bombe colpirono anche la chiesa dei cappuccini di San Leopoldo. I danni furono ingenti ma nessuno dei suoi fratelli rimase ferito. Tra le macerie vennero miracolosamente rinvenute intatte la sua celletta e la statua Madonna fra Leopoldo era molto legato.
I fatti, come la storia racconta, si verificarono il 14 Maggio del 1944, due anni dopo la morte di San Leopoldo Mandic.
Antonella Sanicanti
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