DEFINIZIONE DI ESORCISTA Iniziamo col dire che tutti i Vescovi sono esorcisti (dal greco exorkízein = scongiurare), e ciò per mandato divino. È Gesù che ha lasciato ai propri Apostoli il compito di annunciare il Vangelo e di liberare dai demòni: “Ne scelse dodici perché stessero con lui, per inviarli, e perché scacciassero i demòni” (Mc 3, 14-15). Dunque ogni Vescovo è anche esorcista: fa parte dei compiti propri dell’episcopato quello di scacciare i demòni. Purtroppo oggi, però, sono ben pochi i Vescovi che si dedicano anche agli esorcismi: mi viene in mente uno dei pochissimi rimasti, Andrea Gemma, autore del libro “Io Vescovo Esorcista” nel quale, tra le altre cose, cerca di sensibilizzare i suoi colleghi a praticare personalmente più esorcismi. Ma non solo i Vescovi sono esorcisti, lo sono anche tutti quei preti (quei presbiteri) che hanno ricevuto dal loro Ordinario (dal loro Vescovo) il mandato esplicito di fare esorcismi. Uno degli esorcisti più famosi della nostra penisola – il fondatore e presidente onorario dell’Associazione Internazionale Esorcisti – era un semplice prete, ma di certo un grande esorcista: padre Gabriele Amorth. Nessun altro può definirsi esorcista, così come stabilito dal Codice di Diritto Canonico: Can. 1172 § 1. Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza. § 2. L’ordinario del luogo concede tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e di integrità di vita. Quanto detto, tuttavia, non toglie che chiunque possa pregare perché Dio lo liberi dal Male, del resto lo ripetiamo continuamente nella invocazione finale del Padre Nostro. Ad ogni modo, per fare un esorcismo c’è bisogno necessariamente di un sacerdote esorcista, e questo perché quando un esorcista prega per la liberazione di una anima posseduta da Satana, lo fa non solo avvalendosi della potenza che gliene deriva dalla sua preghiera e dalla sua fede, ma anche in forza del fatto che agisce in nome e con l’autorità della Santa Chiesa Cattolica. Un semplice laico, ad esempio, potrebbe pregare perché Dio lo preservi nel bene liberandolo dal Male, ma questa sarebbe una forma di Preghiera Privata. Non così per l’esorcismo: l’esorcismo è una forma di Preghiera Pubblica e Solenne che si fa con l’autorità della Santa Chiesa Cattolica nel nome di Gesù Cristo. Non è raro trovare degli esorcisti che nell’espletare il loro ministero si fanno “aiutare” da laici o da gruppi di preghiera. Ad ogni modo resta di sua esclusiva competenza compiere il rito liturgico dell’esorcistico.
DEFINIZIONE DI ESORCISMO L’esorcismo è un’antica preghiera – pubblica e solenne – che la Chiesa adopera contro il potere del diavolo. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) al n°1673 troviamo la seguente definizione: “Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. (…) In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo”. ESSENZA DI UN ESORCISMO L’essenza dell’esorcismo è lo “scongiuro”. E lo scongiuro è l’ordine, impartito al demonio nel nome di Gesù, di abbandonare il corpo del posseduto o, più genericamente, di liberare dalla sua “influenza malefica” luoghi, cose o persone. Ricordate: nell’esorcismo al demonio non si chiede nulla, al demonio si comanda.
EFFICACIA DI UN ESORCISMO L’esorcismo rientra nella fattispecie dei “sacramentali”. Nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 351 leggiamo: “I sacramentali sono segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali vengono santificate alcune circostanze della vita. Essi comportano una preghiera accompagnata dal segno della Croce e da altri segni”. In quanto sacramentali, gli esorcismi agiscono ex opere operantis ecclesiae, ossia per la forza della Chiesa che prega: in pratica essi portano alla liberazione del posseduto grazie al potere di intercessione della Chiesa, rappresentata dal sacerdote che lo esercita, dal fedele che lo riceve ed eventualmente da tutti coloro (solitamente laici) che aiutano e assistono. L’esperienza ci rivela che, affinché un esorcismo possa essere pienamente efficace e di vero aiuto al posseduto, c’è bisogno che anche quest’ultimo abbia la volontà di liberarsi: solo la volontà di conversione e la costanza nella preghiera e nella frequenza ai Sacramenti consente la piena efficacia di questa orazione liturgica – Dio non può imporci la Grazia. Diversamente l’esorcismo si rivela un’inutile fatica. Poi, seppure il posseduto venisse liberato, Gesù ci esorta a non abbassare la guardia: (Mt. 12,43).
DURATA DI UN ESORCISMO La durata di un esorcismo è molto variabile. Sono molto rari i casi in cui si arriva alla liberazione completa con una sola “sessione”. È raro anche il buon esito in qualche mese. Per un caso di media gravità si può arrivare perfino a diversi anni. L’esperienza degli esorcisti ci porta a credere che quanto più il Male è radicato, tanto più tempo ci vorrà per estirparlo.
PREGHIERE DI LIBERAZIONE Al di fuori dell’esorcismo abbiamo già detto che ogni fedele può pregare perché Dio liberi lui, o un’altra persona, dall’influsso del Male. In questo caso si parla di Preghiere di Liberazione. Chiariamo: vi è una differenza notevole tra l’esorcismo e la preghiera di liberazione. I primo è costituito da un ordine imperativo impartito al demònio di andarsene nel nome di Gesù (cf At 16,18), e tale ordine imperativo (“nel nome di Gesù Cristo ti esorcizzo!”) lo può impartire solamente un esorcista. La preghiera di liberazione, invece, è una supplica al Signore affinché ci liberi dal diavolo e dai suoi mali.
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