Una lettera che penetra l’anima e indica la via per uscire da quello stato d’animo interiore che ci imprigiona, e non ci permette di godere la pace vera, quella che viviamo solo quando Dio trova il Suo posto, nel nostro cuore.
A regalarci questa bellissima lettera è Monsignor Antonio Bello, un prete, un parroco, per tutti “don Tonino”, che è stato un vescovo dalle scelte coraggiose e profondamente innamorato di Gesù e della Chiesa.
Teologo, poeta molto amato e scrittore sensibilissimo, lo ricordiamo anche per le bellissime pagine dedicate a Maria Vergine e per la forza e la determinazione con cui ha ribadito più volte il proprio no alla guerra e alla corsa agli armamenti. Inoltre è stato anche fondatore della rivista “Mosaico di pace”. Morì il 20 aprile 1993, ucciso dal cancro. Dopo il via libera della Congregazione delle cause dei santi, il 30 aprile 2010 nella Cattedrale di Molfetta si è aperta la fase diocesana della sua causa di beatificazione.
“Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell’irrequietezza, per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l’avrei anch’io da confidarvelo.
A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi. A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso. A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un’altra piega all’esistenza. A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate.
A voi, che avete il corpo qui, ma l’anima ce l’avete altrove. A voi, che avete imparato tutte le astuzie del “bluff” perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza. Ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire.
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c’è bicchiere d’acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura. La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti. Non importa che, a berne, non siate voi. Per adesso, almeno. Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena. Perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in «prezzo da pagare» per garantire la pace degli altri.
O, se volete, non sarà più sete di “cose altre”. Ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità. Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: “O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
Simona Amabene
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