A volte ci si chiede come riconoscere lo Spirito Santo: non è tanto importante sentirlo, ma ringraziare Dio che non ci lascia soli.
Il commento al Vangelo di oggi martedì 2 febbraio 2021
“Non è importante riconoscere lo Spirito ma trasmetterlo. Lo Spirito Santo è qualcosa che portiamo quando siamo uniti a Cristo. Ad esempio quando parliamo con qualcuno di Dio e non sappiamo da dove vengono le nostre parole, queste vengono dallo Spirito. A volte idealizziamo troppo tutto ciò: rischiamo che la fede diventi scenografica. Dio dona i suoi carismi ma se vengono vissuti in modo egoistico o superbo, lì si rischia che il male possa colpirci.
Più che riconoscere lo Spirito è bene pensare di esserne dispensatori. Bisogna pensare che lo Spirito Santo scende su di noi quando lo invochiamo e chiedergli di illuminare i nostri pensieri, di rinforzare in nostro cuore, perché lo Spirito Santo opera in tutte le nostre attività.
Ma non è importante capire, è importante ringraziare e sapere che Dio non ci lascia soli. Alcune domande non sono realmente edificanti ma ci allontanano, perché per capire non sentiamo. Invece Dio ci chiede di sentire che lui sta operando.
Chiediamo a Dio di operare in ogni istante, quando parliamo, perché le nostre parole possono toccare dei cuori.
Dio non parla attraverso carismi personali di evangelizzazione, ma attraverso il cuore di Dio che parla attraverso il nostro cuore. Dio ci usa per gli altri, per parlare al loro cuore.
L’importante è dire al Signore: riempimi del tuo Spirito. Non dobbiamo mai pensare che Dio abbia il “braccio corto”: ha dato il suo Figlio fino alla morte! Dio non opera a metà, Dio non guarisce a metà, Dio non è come noi. Questa certezza ci aiuta ad essere un po’ più vicini a lui e agli altri”.