In Europa le fede è perseguitata, ora anche dal punto di vista legale. Stavolta non sono gruppi di odiatori della fede a combatterla, ma le stesse istituzioni statali.
Purtroppo, sotto certi aspetti le istituzioni degli Stati europei rischiano di imboccare una deriva sempre più ateista. Con il conseguente pericolo di vivere nuovamente, anche nel ventunesimo secolo, alcune delle pagine più brutte della storia moderna, quelle cioè caratterizzate dall’ateismo di Stato.
Il rischio di un nuovo totalitarismo nel cuore dell’Europa
In Francia, ad esempio, sono state emesse delle nuove normative relativamente al culto. Qualcosa di simile, ma molto peggiore, sta invece per accadere in Danimarca, dove si è vicini all’approvazione di una legge a dir poco totalitaria.
Questa normativa al vaglio degli organi legislativi dice: qualsiasi proclamazione che avviene all’interno dei luoghi di culto deve passare sotto l’esame dello Stato. L’idea è questa legge debba controllare il radicalismo islamico piuttosto sempre più diffuso.
Con questa norma i sacerdoti non saranno più liberi di leggere la Parola
Di fatto, però, una volta approvata potrà essere utilizzata anche, senza alcun problema, come bavaglio lgbt verso le chiese e le omelie dei sacerdoti, che a quel punto si troveranno in difficoltà a leggere alcuni specifici passi della Bibbia.
Insomma, il rischio è che con il pretesto di combattere il radicalismo islamico si finisce per imbavagliare il cristianesimo. Si tratta della dimostrazione piena del fatto che purtroppo, in Europa, esiste un’élite molto potente che punta a smantellare la fede in Cristo con un piano organizzato e ben preciso.
Si vuole controllare la deriva islamica, si attacca la fede cristiana
Se l’obiettivo fosse quello di combattere le predicazioni violente ed estremiste nell’islam, che si controllino solamente le moschee. Sembra ovvio ma non lo è. Di conseguenza, le proteste dei vescovi cattolici europei, arrivate in totale ritardo, risultano deboli e passano quasi inosservate.
La legge danese chiederebbe a tutti i gruppi religiosi del paese di avere una versione in danese dei sermoni e dei messaggi pronunciati nelle loro comunità di fede.
Lo scopo dichiarato della norma che attacca implicitamente la Chiesa
Lo scopo esplicito e dichiarato della norma sarebbe quello di “ampliare la trasparenza degli eventi religiosi e dei sermoni in Danimarca, quando questi sono tenuti in una lingua diversa dal danese”.
Ciò comprende anche le prediche di parroci e vescovi cristiani, che finiranno sotto la lente di funzionari degli uffici statali, assunti per controllare che in questi non vi siano proclami contrari ai valori del paese.
Una norma scritta per colpire la libertà religiosa
Una norma in sostanza assurda e scritta per colpire al cuore la fede, anche e soprattutto quella cristiana, checché se ne dica. Una situazione del genere, purtroppo, in Europa o in Occidente non si vedeva dai tempi dei regimi nazisti o comunisti.
Senza contare l’assurdità di tradurre in maniera simultanea tutti i sermoni delle predicazioni che avvengono per ogni celebrazione. Celebrazioni la domenica, ma anche battesimi, matrimoni, funerali. I parroci quando pronunciano l’omelia non hanno di certo la scaletta degli argomenti, è lo Spirito a suggerire nel momento stesso ciò che viene poi asserito dal sacerdote.
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Un terzo dei cattolici in Danimarca parla una lingua straniera
Oltre tutto, un terzo dei cattolici che vive in Danimarca proviene da altri paesi. Come ad esempio Spagna, Polonia, Ucraina, Siria, Africa francese ed inglese. In molte chiese le celebrazioni vengono fatte nella lingua di origine delle stesse comunità che si radunano insieme per celebrare la liturgia. Chi si occuperà si tradurle? Saranno necessarie figure dedicate per compiere questo incarico?
Dura la protesta del segretario generale della Conferenza Episcopale Cattolica dei paesi nordici. “Tutte le congregazioni della chiesa cattolica, le congregazioni della chiesa libera, le congregazioni ebraiche (in Danimarca convivono 40 diverse comunità religiose) saranno messe sotto controllo da una cultura del sospetto che questa legge impone verso tutti i fedeli. Qui sta succedendo qualcosa che sta minando la democrazia”, afferma suor Anna Mirijam Kaschner.
La denuncia del presidente dei vescovi europei Hollerich
Se si vuole veramente affrontare i problemi di odio e gli atteggiamenti contrari verso lo stato democratico, è molto meglio mostrare apprezzamento per le comunità di fede che sono impegnate nell’integrazione. Le chiese cristiane ed ebraiche sono parte della storia e civiltà danese da sempre”.
Anche il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, è così giustamente intervenuto in merito. Il comunicato diffuso dalla Comece richiama al rispetto della libertà religiosa nei Paesi dell’Unione Europea.
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C’è bisogno di alzarsi in piedi per difendere la libertà religiosa
“De facto, l’impatto delle nuove leggi in Danimarca, sarebbe quello di imporre un ostacolo indebito al diritto fondamentale alla libertà di religione, un trend che purtroppo si và sempre più diffondendo nei paesi europei, anche attraverso decisioni giudiziarie”, si legge.
La libertà religiosa è quindi con tutta evidenza sotto attacco diretto. C’è grande preoccupazione, ma allo stesso tempo c’è anche bisogno di una risposta corale contro la scintilla di quello che si proietta come uno dei più gravi attacchi alla libertà religiosa di sempre.
Giovanni Bernardi