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L’importanza della preghiera Comunitaria.

La preghiera comunitaria: importanza ed indicazioni

Leggiamo il Vangelo di Matteo 6: 5 – 13

In questo passo molto noto della scrittura Gesù Cristo stesso ci dà un importante insegnamento sulla preghiera: quello che i cattolici chiamano Padre nostro in realtà non è una preghiera da recitare a memoria ripetendola vuotamente (come poco sopra Gesù stesso ci ammonisce dal fare), ma ci illustra pienamente i contenuti su una preghiera volta dal cuore di un credente al Padre celeste.
Analizzeremo in questa breve riflessione gli aspetti che riguardano la preghiera comunitaria, cioè elevata in assemblea.

Quando pensiamo alla preghiera la prima motivazione che ci viene in mente è la richiesta o l’intercessione per i nostri bisogni.

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”

Poco più avanti, al capitolo 18 del Vangelo di Matteo, sta scritto: “[…], se due di voi si accordano sulla terra per domandare qualunque cosa, questa sarà loro concessa dal padre mio che è nei cieli. Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (vv. 19-20)

Queste parole ci testimoniano della presenza del Signore laddove due o tre credenti siano riuniti: e dove avviene principalmente questo se non ogniqualvolta la chiesa locale si riunisce? Ci dice anche che se la chiesa è concorde nell’innalzare la sua voce, la preghiera verrà esaudita.
Ma cosa significa essere concordi? Non solo, come si fa nelle riunioni di preghiera, esponendo gli argomenti che a ognuno premono affinchè si possa deporli ai piedi del Padre, ma anche e soprattutto interiorizzare la preghiera del fratello, ascoltandola attentamente, compartecipando alle sue richieste/necessità, e, con un cuore solo, alzare insieme a lui la preghiera; come? Una parola troppo trascurata è AMEN: con queste poche lettere esprimiamo l’accordo totale con la preghiera del fratello, facendola preghiera comune, adempiendo alle parole di Gesù.
La preghiera comunitaria riveste dunque un’importanza capitale nella vita di ogni credente, il quale ha il compito di partecipare assiduamente alle riunioni della chiesa locale e il dovere di innalzare a Dio la propria preghiera.
Nel libro degli Atti al capitolo 4 leggiamo: “[…], alzarono all’unanimità la voce a Dio […]” e al capitolo 1 leggiamo: “Tutti costoro perseveravano con una sola mente nella preghiera […]”.
Analizziamo il passo “dacci oggi il nostro pane quotidiano”; in realtà l’esatta traduzione di quotidiano sarebbe “bastevole per oggi”. Cosa vuol dire questo se non che ogni giorno, perseverando, dobbiamo chiedere e dunque pregare per ogni cosa? E ancor di più ogniqualvolta la chisa sia riunita?
Sempre nel Vangelo di Matteo capitolo7 leggiamo .”Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (v 7). Nel Vangelo di Luca citiamo un paio di parabole che ci illustrano cosa significhi la perseveranza; la vedova e il giudice iniquo (cap. 18: 1-5) e l’amico importuno (cap 11: 5-8).
Vediamo dunque che se perseveriamo concordi nella preghiera, il Padre ci esaudirà.

Ma allora perchè nella sua lettera Giacomo al versetto 3 del capitolo 4 ci dice: “Voi domandate e non ricevete, perchè domandate male per spendere nei vostri piaceri”?

Torniamo alle indicazioni di Gesù al capitolo 6 del Vangelo di Matteo e leggiamo “sia fatta la tua volontà”
Vediamo dunque che le nostre richieste, i nostri pensieri non solo devono avere determinate modalità, ma devono anche essere di un certo tipo…
Prima lettera di Giovanni cap5: 14-15:”” Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualcosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chieste.”

E Gesù nel Vangelo di Giovanni cap. 15:7 :” Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto.”

Le nostre preghiere non devono dunque essere guidate dalle nostre passioni umane, dal nostro egoismo e dalla nostra carne, ma devono essere rivolte da Cristo che dimora in noi ed essere innalzate mediante lo Spirito Santo al nostro Padre celeste. Sappiamo così che quello che chiederemo sarà nella volontà di Dio, e dunque avremo la certezza di essere esauditi.

Giovanni 11: 41-42 “ Tolsero dunque la pietra. Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:”Padre, ti ringrazio perchè mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre, […]”

Gesù alza gli occhi al cielo e si rivolge al Padre per ringraziarlo e per lodarlo per quello che ha fatto; e anche il cosiddetto “Padre nostro” inizia rivolgendosi a Dio, lodandolo (“sia santificato il tuo nome”)
Perchè è importante avere il cuore rivolto a Dio, essere concentrati su questo anche in assemblea?
Gesù ci dice di entrare nella nostra cameretta, chiudere la porta e innalzare la nostra preghiera: ora possiamo vedere questa cameretta e questa porta su tre livelli: il primo quello letterale, quando lasciando da parte tutti gli affanni della giornata, abbiamo il nostro momento ( o momenti…) di raccoglimento, in cui abbiamo il privilegio di parlare a tu per tu con Dio nostro Padre!
In secondo luogo possiamo trovare la chiesa riunita che, chiuso il mondo fuori dall’assemblea, si raccoglie concorde nell’innalzare le proprie lodi e la propria voce a Dio.
In terzo luogo vediamo ogni singolo credente che isola il proprio cuore in un canale verticale di rapporto con Dio anche mentre si trova in assemblea. Perchè?
E’ sicuramente importante che le nostre preghiere vengano udite e comprese dagli altri fratelli, affinchè si possano unire a noi e concordi innalzare unanimemente la preghiera a Dio.
Però…
Gesù ci dice di non fare come i farisei che amano essere visti pregare nelle piazze davanti a tutti: visti e quindi uditi. Cercano la loro ricompensa nell’approvazione religiosa degli uomini. Usano ripetizioni e molte parole affinchè i loro discorsi penetrino ancora di più nelle menti di coloro che ascoltano, in modo che vedano la “saggezza” degli uomini. Noi sappiamo che Dio conosce i nostri cuori e non abbiamo bisogno di lunghi discorsi perchè Egli comprenda i nosti desideri. E noi sappiamo che la vera saggezza è quella di Dio.
Paolo nella prima lettera a Timoteo al cap. 2:8 dice:” Voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e dispute” Da dove vengono questa ira e queste dispute?
Vengono dai discorsi che gli uomini rivolgono ad altri uomini, invece di pregare con il cuore rivolto a Dio: fingendo di parlare con il Padre si cerca di perorare la propria causa tra i fratelli, di porre in risalto la propria opera o il proprio punto di vista, creando invidie, dispiaceri, botte e risposte…tutte cose che non vanno certo alla gloria di Dio!
Sappiamo che la nostra bocca parla per l’abbondanza del nostro cuore: se dunque il nostro cuore è pieno di noi stessi, la nostra lingua governerà il nostro parlare, che sarà un parlare malvagio.

Se invece come abbiamo visto prima siamo chiusi nella nostra cameretta con gli occhi rivolti al Padre e lasciamo che Cristo, il quale dimora in noi, parli attraverso lo Spirito Santo, proveremo la gioia del privilegio di dialogare con Dio sapendo che le nostre preghiere saranno esaudite perchè gradite e ascoltate.

E non solo; le nostre preghiere sono preziose agli occhi di Dio.
Nel libro dell’Apocalisse al cap5:8 , al momento di consegnare all’Agnello il libro affinchè venga aperto, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani hanno in mano delle coppe d’oro ricolme di profumi: le nostre preghiere.

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