L’incontro con Gesù non è solo quello alla fine della vita, né solo quello del Giorno del Giudizio, ma avviene quando Gesù viene a salvarci e a toccare il nostro cuore.
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore. (Sal 84,9)
Non vi sarà più notte perché il Signore Dio li illuminerà.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 22,1-7
L’angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
Parola di Dio
R. Marána tha! Vieni, Signore. Gesù!
Oppure:
R. Vieni, Signore. Gesù!
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Vegliate perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
Gesù ci invita a vegliare e a tenere il cuore leggero, orante e rivolto a Dio. Ci invita a perseverare nel timore del Signore, che non è la paura del suo giudizio, ma la consapevolezza di essere costantemente alla Sua presenza piena d’amore. In questi giorni, il Vangelo ci parla del Giorno del Giudizio, e di nuovo Gesù ci invita a perseverare nella preghiera e nella veglia spirituale. Un giudizio “severo”, che non sarà tale per chi avrà perseverato nell’amore.
La tenacia che Gesù ci chiede di avere è quella di chi sa mettersi in ascolto della sua parola e della sua presenza costante nella nostra vita, senza dimenticarcene mai. Si veglia aspettando qualcosa, un fatto, un avvenimento importante: questo avvenimento è Gesù che si manifesta nella nostra vita.
Ci sarà un momento che Gesù ci chiamerà, e non sarà necessariamente il Giorno del Giudizio o il giorno del passaggio a miglior vita. Sarà quando si tratterà di dire il nostro “sì” al Signore con tutta l’anima e nei fatti, la nostra conversione, la nostra adesione al suo progetto di bellezza e salvezza per noi. Proprio perché tutte queste cose avverranno, vegliamo, restiamo col cuore in preghiera, anche in mezzo a tutte le difficoltà che possiamo vivere, Gesù non tarderà a farsi presente, “Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell‘ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24, 44). L’incontro forte con Gesù a risollevarci, a guarirci, a salvarci che desideriamo, potrebbe essere inaspettato.
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