L’incontro con la Madonna ha trasformato la mia vita, l’adolescenza è una fase della vita in cui tutti siamo portati ad esperire la realtà circostante, a confrontarci con gli altri e con le diversità che popolano il mondo che ci circonda ed è proprio in quella fase della vita che si prova il maggior numero di esperienze possibili per comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è utile alla nostra maturazione e cosa invece e dannoso. Questo processo di conoscenza, porta molte volte ad allontanarsi dalla fede come dimostra la testimonianza di un giovane polacco. Patrick, ragazzo di appena 22 anni, era ancora nella fase di raccolta delle esperienze quando un incidente d’auto gli ha portato via il suo migliore amico, in quel periodo per lui la fede era un concetto distante, ma presto sarebbe entrato a far parte della sua vita per sempre.
La tragica scomparsa ha gettato Patrick nello sconforto e lo ha indotto ad una riflessione a cui tutti, prima o dopo, dobbiamo far fronte: il giovane ha compreso che la vita è fragile e che da un giorno all’altro possiamo scomparire da questa realtà per entrare in un’altra. L’acquisizione del concetto di mortalità ha portato con se una rigida valutazione delle proprie abitudini, un serio processo a quella che era stata fino ad allora la sua vita e una scoraggiante incertezza su quale sarebbe stato il suo futuro: “In quei giorni ho capito che la mia fede era morta. Così non ho potuto dare neanche il conforto della speranza a quei genitori disperati. Mi chiamavano cristiano, ma non lo ero. Ho cominciato a cercare il Signore leggendo il Vangelo. Ma ho voluto capire tutto con la mia mente, senza ottenere risultati soddisfacenti. E così mi è venuto un fastidioso mal di testa che è durato un anno”.
Le letture bibliche gli davano una speranza, ma da sole non erano bastate a fargli superare quello stato di impasse che la morte del suo amico gli aveva causato. Un giorno, però, uno zio gli fa leggere un opuscolo su Medjugorje ed il ragazzo si è convinto che in quel paese, non solo le apparizioni erano vere, ma che andando lì avrebbe finalmente trovato la pace di cui tanto aveva bisogno. Prima di partire Patrick venne assalito dai dubbi, ma rimase fermo nell’intento di compiere il pellegrinaggio e dopo qualche giorno si è accorto che l’impressione avuta leggendo l’opuscolo era corretta: “Cercavo il Signore; e lì si diceva che apparisse la Madonna. Non sapevo niente della Madonna ed i miei sentimenti per Lei erano piuttosto negativi. Mi chiedevo perché pregare la Madonna quando solo Gesù era morto per noi? Ma decisi di partire per Medjugorje. Nel libretto che avevo letto c’era scritto che la Madonna chiedeva di pregare il S. Rosario e di digiunare a pane e acqua. Incominciai a pregare e a digiunare. Non capivo quale senso avesse recitare tutte queste Ave Maria e digiunare, ma diedi fiducia alla Madonna. Pensai che sicuramente sapeva quel che faceva. Solo più tardi ho capito che, proprio grazie al digiuno e alla confessione, il mio cuore si stava purificando e aprendo alla Madonna, alla Chiesa, alla fede e alla S. Messa”.
Illuminato da questo “Natale”, Patrick ha cominciato a pregare senza fatica poiché spinto dal desiderio di purificarsi totalmente ed alla fine dell’esperienza si è sentito una persona totalmente rinnovata. Dopo quel pellegrinaggio spiritualmente proficuo, Patrick è tornato a Medjugorje altre 9 volte ed ora, anche quando non si trova in quella terra, ne porta con se lo spirito che la caratterizza. Se gli chiedete cosa lo abbia spinto ad adorare il paese bosniaco lui vi risponderà: “Mi sono sentito subito a casa. Lì ho sentito che il Signore e la Madonna mi amavano tanto, per ciò che ero. Ho visto tanta pace e tanto amore negli occhi di quella gente semplice”.
Il merito di questo cambiamento è ovviamente da attribuire alla Madonna che, stando alle parole di Patrick lo ha svegliato dal torpore spirituale accendendo dentro di lui un fuoco ardente di passione per Dio: “Dopo il primo pellegrinaggio a Medjugorje sono andato a far parte di un gruppo di giovani della parrocchia, che animavano la Messa e organizzavano festicciole per gli anziani e per i bambini. Una volta dopo la Messa, mentre mi ero appartato un momento da loro, mi voltai a guardarli. E mentre li fissavo sentii dentro di me un grande amore per loro e in quel momento erano diventati i miei fratelli e sorelle. Lo sentii molto profondamente. La mia vita con i genitori era molto turbolenta. Prima ero intrattabile. Non potevano dirmi niente senza che esplodessi. Poi anche loro sono andati a Medjugorje. Ora cerchiamo di ascoltarci per discuterne con calma”.
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