La proposta di legge (Ddl Zan) che porta la firma di Zan Scalfarotto Boldrini se dovesse essere approvata, avrebbe delle ripercussioni gravissime.
Una legge completamente ingannevole che mette in pericolo la nostra libertà di opinione.
E minaccia la verità sull’uomo e sulla donna e sulla famiglia e lo fa introducendo un nuovo reato, quello di omo-transfobia.
Dall’11 luglio è in corso la manifestazione #restiamoliberi promossa dal movimento Pro Vita e Famiglia, che si sta tenendo in un centinaio di piazze italiane e si concluderà il 25 luglio, per sensibilizzare le coscienze su ciò che stanno tentando di approvare.
Il Ddl Zan si presenta come una legge a tutela delle violenze fisiche e verbali verso le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso. In realtà il nostro ordinamento giuridico punisce già questo genere di condotta, con l’attuale articolo 604 del codice penale. Indipendentemente dal loro orientamento sessuale, ma in quanto persona e quindi degna di essere rispettata e tutelata a prescindere.
Ma la cosa assai grave e preoccupante è che nel disegno di legge, manca la descrizione della condotta che verrà punita. E questo è in netto contrasto con il principio della tipicità del reato. Il cittadino deve sapere prima di adottare una certa condotta se la stessa è considerata dalla legge un reato oppure no.
Non è chiaro quindi cosa sia il reato di omofobia-transfobia, in quanto non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni che colpiscono tutti coloro che non sono allineati col pensiero unico. Per esempio se il Ddl Zan verrà approvato, sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare l’accesso agli spogliatoi femminili ai maschi cosiddetti transgender che si sentono donne?
Sarà ancora possibile per un genitore decidere che il proprio figlio non partecipi alle attività scolastiche organizzate dalle associazioni lgbt? O sarà possibile per un sacerdote insegnare pubblicamente la dottrina cristiana sul matrimonio e sulla sessualità? O ancora affermare che la famiglia è quella formata da un uomo e da una donna e i bambini hanno bisogno di una mamma e di un papà? La risposta è no!
E tali atti ritenuti dunque discriminatori saranno perseguibili con pene pesanti, fino a un anno e sei mesi di di carcere. Inoltre, in caso di condanna il testo di legge Zan prevede una vera e propria rieducazione del cosiddetto omotransfobico che deve essere rieducato presso le realtà lgbt per pensare esattamente come loro.
Oltre le manifestazioni di piazza, sono in corso le iniziative che invitano alla preghiera e al digiuno – come ci insegna la Madonna a Medjugorje – per combattere questa battaglia in difesa della libertà e della verità, tra cui quella promossa dalla Costola Rosa.
Simona Amabene
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