L’evento miracoloso avvenuto grazie all’intercessione di Giovanni Paolo I risuona con una potenza straordinaria con l’annuncio della beatificazione del “Papa del sorriso”.
Le parole della giovanissima che nel momento del miracolo era solamente una undicenne, ne fu protagonista colpiscono dritte al cuore.
Candela Giarda da allora sono passati dieci anni e oggi si dice a dir poco felicissima per la beatificazione imminente di Papa Luciani. Il giorno annunciato per la cerimonia sarà infatti proprio lo stesso in cui avvenne la guarigione miracolosa che la interessò in prima persona. Lei si ricorda molto poco, diversamente dai suoi genitori che hanno scolpito nel cuore ogni singolo istante di quei momenti assolutamente intensi e indelebili.
Gli occhi disperati della mamma se li ricorda invece il sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires, quando i medici dissero alla donna che probabilmente la sua figlioletta non avrebbe superato la notte.
Di fronte alla gravità di quel dramma, si misero a pregare insieme con tutte le loro forze, e all’improvviso tutto cambiò. Affidarono la figlia all’intercessione di Giovanni Paolo I, e da allora sono passati dieci anni.
Candela oggi a 21 anni e vive a Paraná, 500 chilometri circa a nord della capitale dell’Argentina, la sua piccola cittadina natale. Quando ha sentito della notizia della beatificazione di papa Luciani, con le campane del suo paese che suonavano a festa, la gioia è esplosa.
La giovane è una ragazza assolutamente normale, come spiega agli organi informativi della Cei. Frequenta l’università, ama gli animali, guarda al futuro con speranza. Tutto ciò, grazie a quel momento prodigioso che le ha salvato la vita.
Era il 22 luglio del 2011 e solamente due mesi prima Candela, ancora bambina, era stata trasferita da Paraná alla clinica Favaloro di Buenos Aires, che era molto più attrezzata. Tutto era cominciato il marzo precedente, con un forte mal di testa che la assillava.
I medici le spiegarono che soffriva di una “encefalopatia epilettica a insorgenza acuta, con stato epilettico refrattario ad eziologia sconosciuta”. Le crisi epilettiche continue le condizionava la vita, così finì per essere intubata.
Aveva 11 anni ed era arrivata a pesare praticamente dieci chili. Sembrava impossibile che riuscisse a continuare a vivere. Lei proveniva da una famiglia molto umile e semplice. La mamma frequentava una piccola chiesa del paese, Nostra Signora de la Rábida.
Il parroco conosceva la situazione della ragazza, e quando vide la madre in lacrime accorrere da lei fece quello che gli indicò di fare il suo cuore, vale a dire pregare il “Papa del sorriso”, affinché la donna potesse ritrovarlo.
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Fu lo Spirito Santo a parlare al sacerdote, che invitò la donna, a cui i medici avevano detto che sua figlia molto probabilmente non avrebbe superato la notte, a pregare insieme. Dovevano farlo affidandosi all’intercessione di Giovanni Paolo I.
Pregarono tenendo la loro mano sul corpo della bambina. Che superò la notte. Non solo: il giorno dopo i medici dissero che stava sensibilmente meglio. Da lì in poi, la risalita avvenne in maniera assolutamente rapida, la salute migliorò continuamente e il 5 settembre la bambina era fuori dall’ospedale.
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Ora Candela è una ragazza stupenda, nel pieno della sua vita, e ad oggi il sacerdote che partecipò a quell’evento può raccontare il tutto con una gioia unica nel cuore. “Quando divenne Papa, nel 1978, avevo 13 anni. La sua figura ebbe un grande impatto sulla mia adolescenza e sulla mia vocazione. Di lui mi impressionarono il sorriso, la gioia, ma dall’altra parte la sua umiltà. In camera avevo una sua foto, un suo poster”, ha spiegato entrando nel merito del perché di quella preghiera.
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