Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di false dottrine, un pericolo di cui ci aveva avvisato Giovanni Paolo II, ma a cui non abbiamo prestato attenzione. Il Santo Padre affermava che nel mondo odierno c’era un movimento silenzioso che conduceva i fedeli all’apostasia. Allo stesso tempo, però, c’era una ricerca di trascendenza che la Chiesa non è riuscita ad indirizzare, questo ha permesso alle dottrine orientali di proliferare sotto ogni aspetto.
Adesso quindi, ci troviamo di fronte terapie e dottrine orientali in ogni ambito della vita: nelle scuole, negli ospedali, e nelle palestre. Concetti prima sconosciuti come reiki e yoga sono entrati a far parte del comun sentire e molti fedeli, ignari del pericolo vi si affidano alla ricerca di un contatto interiore con Dio che non gli verrà offerto mai. Questo perché si tratta di pratiche “Magiche” attraverso le quali non si pratica né la semplice ginnastica né una forma di preghiera autentica.
L’attrazione dell’essere umano per le pratiche magiche risale alla sua creazione: l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio e per tal motivo va sempre alla ricerca della trascendenza. Ma sull’essere umano grava sin dalla genesi il peccato originale: la parabola dell’eden mostra come l’uomo non si accontenti di un contatto sincero con Dio, ma cerchi sempre di acquisirne i poteri per farne a meno.
A causa del peccato originale l’uomo, nonostante i battesimo, fatica ad entrare in contatto con Dio in maniera profonda, intima ed immediata. Questa difficoltà genera frustrazione e comporta un allontanamento dagli insegnamenti che Gesù ci ha consegnato nel Vangelo, fino ad un completo distacco. Frastornato, ma alla ricerca per indole di un contatto con il sovrannaturale, l’uomo sperimenta delle vie che lo possano condurre allo stesso risultato in tempi brevi. Convinti di aver trovato un modo per stare in contatto con Dio senza fatica, gli uomini accettano il giogo di Satana effettuando delle pratiche magiche che li condurranno all’apostasia.
Lo yoga, ad esempio, viene presentato come una forma di ginnastica e meditazione. Lo scopo degli esercizi e delle ripetizioni del mantra è quello di aprire il chakra inferiore (posizionato all’altezza dei genitali) per far fluire un energia interiore attraverso la colonna vertebrale che aprirà tutti e sette i chakra presenti nel nostro corpo. L’energia di cui sopra è rappresentata come un serpente arrotolato che si allunga fino a toccare tutti i punti d’energia del nostro corpo (vi suona familiare?). Anche tralasciando l’analogia con il serpente, è bene sapere che i mantra altro non sono che invocazioni alle divinità hindu che servono a richiedere poteri. Il processo finale è quello di sviluppare un energia tale da poter avere dei poteri quali chiaroveggenza, telepatia e guarigione, fino all’accesso ad una realtà trascendente, ad un contatto con l’aldilà.
Come potete comprendere si tratta di un processo di auto-divinazione ottenuto attraverso la reiterazione di formule magiche, il cui unico risultato è un allontanamento da Dio, o per dirla con le parole di Urs von Balthasar: “Lo yoga e la meditazione trascendentale sono un tradimento della fede cristiana, perché arriviamo a fare a meno di Dio, della sua grazia, ci immergiamo in noi stessi cercando dentro di noi un’energia per acquisire gli attributi di un Dio invece di entrare in relazione con Dio nell’amore, divenendone figli e diventando quegli adoratori di cui parla Gesù nel Vangelo”.
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