Non solo il corpo, ma anche la psiche ha bisogno di guarire dalla pandemia. Gli effetti peggiori sono sui più giovani: per questo c’è bisogno di una nuova alleanza.
Il Coronavirus infatti sta purtroppo colpendo, dal punto di vista emotivo, in particolare bambini, giovani e famiglie. Basta leggere le notizie di cronaca drammatiche che arrivano ogni giorno, o i numerosi report scientifici che si pronunciano sul tema.
La tragica vicenda e lo studio che mette in luce il disagio dei giovani
Basti pensare a quanto accaduto in Russia, nel villaggio di Tomtor. Lì i partecipanti a una festa sfuggita alle restrizioni del Coronavirus, nel momento in cui è finito l’alcol, hanno cominciato a bere disinfettante per le mani. Portando alla morte di sette persone tra i 28 e i 69 anni, uccisi dalla sostanza tossica.
Oppure allo studio britannico, pubblicato nei mesi scorsi sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. Questo, negli scorsi mesi metteva bene in luce sugli effetti piuttosto allarmanti dell’isolamento per il coronavirus su bambini e adolescenti.
La forte associazione tra solitudine e depressione nei giovani
C’è infatti una forte associazione tra solitudine e depressione nei giovani, sia nell’immediato sia sul lungo termine. Gli effetti possono rimanere latenti, e potrebbero occorrere anche dieci anni per capire i veri impatti del lockdown sulla salute mentale dei più giovani.
Lo studio, seppure non condiviso da molti medici per i toni troppo allarmistici, spiegava che che i giovani e i giovanissimi che sono da soli, hanno tre volte la probabilità di ammalarsi, in futuro, di depressione. Con effetti che potrebbero appunto concretizzarsi fino a nove anni più tardi.
L’impegno di cura dei giovani da parte della società e della Chiesa
Tutto questo, in ogni caso, richiede un nuovo impegno di cura da parte della società e della Chiesa. Il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini e dei ragazzi, spiegavano alcuni ricercatori, è infatti fortemente associato al grado di malessere dei loro genitori o degli educatori più in generale.
Il che significa che, all’aumentare dei sintomi di stress nei padri e nelle madri causati dall’emergenza pandemica, cresce la diffusione dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva tra i bambini e gli adolescenti. Problemi come disturbi d’ansia, dell’umore, del sonno, o un generale consumo di farmaci ansiolitici, possono essere determinanti.
I gravi effetti della pandemia sul benessere mentale dei giovani
Gli effetti della pandemia sul benessere mentale e relazionale sono poi stati anche al centro della giornata, organizzata dall’Ufficio per la Pastorale della salute della Cei diretto da don Massimo Angelelli, “La Chiesa italiana e la salute mentale”.
La minaccia per la salute mentale dei bambini e degli adolescenti, si è spiegato durante l’incontro, riportato sul quotidiano dei vescovi Avvenire, è infatti dovuta alla serie di eventi che si sono determinati a cascata. Come la chiusura delle scuole o la contrazione delle occasioni di socializzazione e delle attività fisiche.
Lockdown e giovanissimi: gli studi del Gaslini e del Bambin Gesù
L’Ospedale Gaslini di Genova ha indicato che “due bambini su tre sotto i 6 anni mostrano un aumento di irritabilità e un disturbo del sonno associato ad ansia. E il 71% dei bambini in età scolare mostra una regressione, cioè il ritorno a comportamenti tipici di età più precoci, e un’alterazione del ritmo sonno-veglia, cioè difficoltà ad addormentarsi, oltre a frequenti risvegli not- turni. Negli adolescenti compare maggiore instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore, verso il tipo depressivo”.
Uno studio del Bambino Gesù ha invece messo in luce come, in particolare per i ragazzi che avevano già bisogno di un supporto psicologico per un disturbo mentale, il 40 per cento di questi “ha investito molto meno nello studio con la didattica a distanza, il 35 per cento dice che passa molto più tempo a letto durante il giorno, a guardare il soffitto, o a dormire. E il 60 per cento dice che l’attività principale sono videogiochi o dispositivi elettronici, più di 4 ore al giorno”.
I cambiamenti significativi nelle giornate e i rischi del lockdown
I cambiamenti all’interno delle giornate sono infatti stati molto significativi, dall’interruzione delle relazioni tra nonni e nipoti all’aumento delle tensioni nei rapporti tra genitori e figli, o tra i genitori stessi che ovviamente ricadono poi sui figli.
Il rischio, in particolare per chi si è trovato catapultato in una situazione di smart-working senza avere gli spazi fisici per farlo, è quello di un’incidenza in negativo per quanto riguarda “un’ulteriore riduzione della natalità per la difficoltà a pensare al futuro”.
I gravi pericoli per i giovani provocati da uno stress continuativo
Da ciò si determina una “condizione mentale che viene provocata da uno stress continuativo. L’Oms ha riferito che il 60% della popolazione europea soffre di affaticamento da pandemia, che provoca ansia, agitazione, irritabilità, ma anche un annebbiamento cognitivo”. In quest’ultimo caso, la fascia più colpita “è quella fra i 35 e i 55 anni, ovvero l’età di chi ha spesso il doppio compito di cura dei figli e dei genitori anziani”.
Che può giungere fino a una condizione di “burn-out”. In cui “il genitore si sente sopraffatto dalla paura di non riuscire a portare avanti la propria famiglia”. Per questo è molto importante che i genitori diano messaggi positivi ai giovani, parlando in maniera ottimistica, incoraggiando “gli adolescenti che faticano a mettersi davanti al computer per la didattica a distanza”. E spiegando loro che “più ci impegniamo e prima usciamo dalla difficoltà.
Le conclusioni della Chiesa italiana: cercare il bene in tante strade
“I ragazzi ci stanno dicendo che hanno bisogno anche di avere vicino adulti significativi, che dimostrano di avere fiducia in loro”, ha affermato Ernesto Diaco, Ufficio Cei per la scuola e l’università. “Siamo invitati a prenderci cura dei ragazzi e gli ingredienti sono più comunità, ascolto dell’altro, narrazione e creatività”, ha aggiunto monsignor Valentino Bulgarelli, Ufficio catechistico.
“Questo tempo non solo offre alla Chiesa la possibilità di essere vicini ai ragazzi ma diventa anche un grande laboratorio per sperimentare come il bene delle persone può percorrere tante strade”, ha continuato Don Michele Falabretti, Servizio per la Pastorale giovanile. “È importante ricucire quegli strappi di disinteresse, paura, preoccupazione che si sono creati tra le generazioni”, è la conclusione della giornata fatta da Fra Marco Vianelli Ufficio Famiglia.
Sarà infatti proprio da qui che si potranno “mettere le basi per una evangelizzazione di questa alleanza generazionale”.
Giovanni Bernardi