Con la crisi del Coronavirus, sono calati negli ospedali gli screening oncologici, ma i pazienti malati di cancro hanno bisogno di interventi.
Una situazione inaccettabile a cui va posto rimedio al più presto. Il presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica Giordano Beretta in questo modo ha messo in luce un dato altrimenti trascurato. Con le corsie degli ospedali che si sono trovate ad essere intasate in questi mesi, pazienti gravemente malati di altre patologie non sono riusciti a trovare adeguata assistenza.
Le stime parlano inoltre di un incremento in Italia, a causa del ritardo nelle diagnosi dovuto alla pandemia, di circa duemila morti nel trimestre interessato dal lockdown. Alla mancata diagnosi, infatti, in questi mesi puntualmente sono seguiti un procrastinarsi continuo di indagini, di interventi chirurgici e biopsie.
Una stima che emerge da uno studio svolto in Usa sul nostro Paese, che ha interessato anche tumori a polmoni e prostata, i cui pazienti hanno visto rimandare i propri interventi per la mancanza di posti letto impiegati per la terapia intensiva, dove normalmente sono indirizzati i pazienti oncologici.
“Nei primi 5 mesi del 2020, a causa della Covid-19, sono stati eseguiti circa 1 milione e 400.000 esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019”, ha infatti affermato il medico. Specificando che ad oggi, però, “nessuna Regione è a pieno regime nel riavvio degli screening, anche per ostacoli di carattere amministrativo, e molte non hanno neppure iniziato a recuperare gli esami non effettuati”.
L’associazione presieduta da Beretta riunisce esperti di oncologia, cardiologia ed ematologia. Medici che si trovano ad affrontare le complesse situazioni dei 3,6 milioni di cittadini che in Italia affrontano un’esistenza segnata da una diagnosi di cancro.
Questi sono infatti il 37 per cento in più rispetto a dieci anni fa. Per questa ragione si rischia di vanificare ogni sforzo fatto negli ultimi anni, se non si recuperano gli screening dei pazienti.
Determinando effetti negativi a caduta. “Una situazione molto grave perché i ritardi potrebbero determinare, nei prossimi mesi, casi di cancro scoperti in fase avanzata, con necessità di trattamenti più aggressivi e di maggiori risorse“, ha spiegato il medico.
Soltanto nel 2020 in Italia si stimano 377mila nuovi casi di cancro. La maggior parte degli individui colpiti, hanno necessità di subire interventi. Tuttavia, con l’arrivo del Covid la situazione è molto più complicata. Lo ha spiegato il presidente di Foce e di Fondazione Insieme contro il Cancro Francesco Cognetti.
“L’aumento dei casi di Covid rischia di saturare i letti di degenza ordinaria e delle terapie intensive a discapito dei pazienti più fragili, portando a cancellare interventi salvavita“.
Giovanni Bernardi
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