Il 10 aprile del 2016 la congregazione della dottrina per la fede ha riconosciuto un fatto straordinario accaduto in Polonia, più precisamente nel santuario di San Giacinto a Legnica. Era il 2013 quando al sacerdote cadde un pezzo di Ostia e, come consuetudine, lo ripose nell’acqua affinché si dissolvesse. L’ostia, però, non si decompose ma si trasformò in un pezzo di carne che successivamente venne classificato come muscolo cardiaco. Adesso, per decisione della Chiesa, quel pezzo di carne è ritenuto una reliquia e dopo essere stato riposto in una teca apposita è divenuto oggetto di culto e devozione da parte dei fedeli.
Quando il sacerdote si accorse di questo strano accadimento pensò subito che potesse trattarsi di un miracolo e contattò l’allora Vescovo di Legnica monsignor Stefan Chiky, il quale diede subito inizio alle indagini scientifiche che poi hanno portato al riconoscimento del miracolo eucaristico nel 2016. A parlare delle analisi ci ha pensato la cardiologa Barbara Engel (membro della commissione istituita dal vescovo per esaminare la vicenda) che in un intervista ai quotidiani locali ha detto: ”Abbiamo inviato dei campioni anche al dipartimento di medicina legale dell’Università di Medicina della Pomedria (…). Tra le analisi effettuate c’è stata quella del Dna. La conclusione dei ricercatori è stata la seguente: si tratta di tessuto del miocardio di origine umana. Tutti gli studi effettuati non hanno spiegato il fenomeno né come sia potuto accadere”.
La dottoressa ha specificato che per non influenzare le analisi non sono stati condivisi particolari riguardanti la provenienza del tessuto. Quindi ha concluso che il risultato più incredibile riguarda il gruppo sanguigno di appartenenza, AB negativo, molto raro nel mondo ma molto diffuso in Giudea al tempo di Cristo.
Un fatto simile si è verificato a Buenos Aires nel 1996, quando Bergoglio era ancora il vescovo della capitale Argentina. L’attuale papa chiese al sacerdote testimone dell’avvenimento di chiudere l’ostia tramutata in carne nel tabernacolo per due anni. Passati i due anni il sacerdote comunicò a Bergoglio che l’ostia non si era dissolta e questo ordinò le analisi scientifiche dalle quali risultò che: “Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco tratto dalla parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Il cuore era vivo al momento del prelievo visto che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subito un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto”.
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