Il loro primo incontro avviene su un ponte, dove capirono di essere fatti l’uno per l’altra. I due cresceranno le figlie, tutte diventate religiose, in un’atmosfera di preghiera e di testimonianza cristiana.
Oggi la Chiesa celebra i due santi genitori della «più grande santa dei tempi moderni»: Teresa di Lisieux.
«Dio mi ha dato una madre e un padre più degni del cielo che della terra. Ho avuto la felicità di appartenere a genitori senza eguali». «Dio mi ha fatto crescere in una terra santa… ». A ringraziare per aver avuto due santi genitori era, scusate se è poco, una santa di dimensioni colossali, malgrado sia ricordata per la sua «piccola via»: santa Teresina di Lisieux. Proprio lei, Teresa del Bambino Gesù. Che, a dispetto di un certo immaginario, qualcuno ha definito «una delle anime più forti e più puramente eroiche di tutti i tempi», «la più grande santa dei tempi moderni».
La prima coppia di Santi sposi
Non appare casuale allora che un simile fiore sia sbocciato nella famiglia di Louis Martin e Marie-Azélie (detta Zélie) Guérin, la prima coppia ad essere canonizzata nella storia della Chiesa. Per i santi coniugi, beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008, la canonizzazione è arrivata a Roma per mano di papa Francesco il 18 ottobre 2015.
Oggi la Chiesa ricorda dunque i genitori di Santa Teresina. Come giorno della ricorrenza liturgica è stato scelto il 12 luglio, anniversario del matrimonio dei coniugi Martin. Teresa ha parlato al mondo dell’«infanzia celestiale» per descrivere l’infanzia della Chiesa – che nasce per Cristo – e della singola anima cristiana, plasmata dal Padre celeste e destinata al divino Figliolo, che si è fatto carne per amore nostro. Una dottrina appresa e vissuta dalla piccola Teresa nella sua famiglia, in una infanzia avvolta dalla profondità della vita sacramentale.
Va detto che in gioventù sia Louis che Zélie avevano sentito il desiderio di consacrarsi a Dio. Un desiderio che li segnò per tutta la vita impregnando la loro esistenza di qualche cosa che Teresina definì una volta «profumo verginale». I due avevano provato la via della vocazione religiosa. Ma vennero rifiutati: lui perché non conosceva il latino, lei perché di salute cagionevole.
Louis sceglie così di fare l’orologiaio, mentre Zélie diventa una merlettaia, una ricamatrice esperta nel famoso «merletto di Alencon».
Galeotto fu il ponte….
Quando si conoscono, lui è ormai trentacinquenne, lei ventisettenne. Ormai sono convinti di dover passare il resto della loro esistenza nel silenzio e nella consacrazione a Dio nel mondo. Ma Dio evidentemente aveva in serbo altri progetti per loro.
L’incontro che la Provvidenza aveva preparato per i due avviene nel 1858 sul ponte di san Leonardo di Alençon. Fin dal primo incontro sentono nell’intimo di essere destinati l’uno all’altra. Quando Zélie vede per la prima volta Louis, avverte in maniera chiara, con gli occhi del cuore, che quello sarà l’uomo della sua vita. Zélie racconterà alle figlie che, incrociando sul ponte di Alençon quel distinto signore che sarebbe poi diventato il loro papà, aveva sentito in cuore una voce che le diceva: «è lui che io ho preparato per te». E lo raccontava convinta di aver sentito parlare in lei la voce della Madonna.
Nove figli, la malattia e la morte
Tre mesi dopo, a mezzanotte, convolano a nozze. Dalla loro unione nasceranno nove figli: due maschi e sette femmine (quattro dei quali morti prematuramente, solo cinque femmine sopravvissero). Teresa sarà l’ultima a nascere, quando la mamma già sapeva di essere malata del tumore al seno che la porterà alla morte a 46 anni nel 1877. «Il buon Dio – dirà Teresina – mi ha fatto la grazia di schiudere la mia intelligenza molto presto… Senza dubbio voleva, nel suo amore, farmi conoscere la madre incomparabile che mi aveva data, ma che la sua mano divina aveva fretta di incoronare in cielo!».
Fu dunque un ménage familiare impegnativo quello dei due coniugi Martin. Basta solo pensare alle nove gravidanze in tredici anni di matrimonio. Tutte le figlie di questa coppia santa abbracceranno la vita religiosa.
Una preoccupazione su tutto: la santità dei figli
Al centro delle preoccupazioni di Luis e Zélie c’era infatti, al primo posto, quella della santità dei loro figli – oltre che della propria.
«Voglio diventare una santa— scriveva Zélie in una lettera —ma ciò non sarà facile, vi è molto da sgrossare, e il legno è duro come una pietra. Bisognava mettercisi prima, mentre era meno difficile, ma meglio tardi che mai». E alle figlie scriveva, sempre in una lettera, «Bisogna servire bene il buon Dio, mie care figliolette, e procurare di essere un bel giorno nel numero dei santi di cui oggi celebriamo la festa».
Dopo la morte della moglie per un cancro al seno, Louis rimarrà solo, a 54 anni, a portare avanti la famiglia. Continuando a dare fino all’ultimo alle figlie quell’esempio di santità quotidiana che aveva condiviso con la moglie. Finché anche lui, malato di arteriosclerosi e affetto da paralisi, non si spegnerà nel 1894.