Una giovane attrice che ha dovuto affrontare, già da bambina, la malattia. Ma non si è persa d’animo e ha combattuto come una leonessa.
Ludovica Nasti, la piccola “Lila” della fiction “L’amica Geniale”, racconta la sua odissea, ma anche quella fede che l’ha accompagnata senza mai abbandonarla. “Siamo devoti alla Madonna, sia io che la mia famiglia”. Ecco la sua storia.
È diventata famosa grazie alla fiction “L’amica geniale”, ispirata ai libri di Elena Ferrante. Lei è Ludovica Nasti, la piccola Lila. Una giovanissima attrice, forte e spigliata ma che, durante la sua infanzia, ha combattuto contro la leucemia. “Mi sono arrabbiata quando ho dovuto tagliare i capelli perché sono stata calva per tanto tempo e finalmente avevo i capelli lunghi” – ha raccontato.
Ma partiamo dall’inizio. Aveva 5 anni quando le diagnosticarono la leucemia: “Fino all’età di 10 anni sono entrata ed uscita dagli ospedali. Ma non mi sono mai arresa, ho lottato con tutte le mie forze e con determinazione” – ha continuato Ludovica.
Anche la mamma ha raccontato la paura vissuta in quel periodo: “Abbiamo sofferto e avuto paura, ma è stata proprio lei a darci coraggio: in ospedale era diventata la mascotte del reparto. Mia figlia ha affrontato anche gli esami dolorosi come una guerriera, per questo non abbiamo più paura di nulla”.
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Un periodo difficile per una bambina, affrontato anche grazie all’aiuto della fede: “Sono credente, frequento la chiesa e nei momenti più difficili ho pregato tanto. Io, come la mia famiglia sono molto devota alla Madonna” – ha confidato.
Da qui anche il suo andare, ogni anno, a Medjugorje in pellegrinaggio. La salita alla collina delle apparizioni e il suo continuo ringraziare la Mamma Celeste che non l’ha mai abbandonata nello scalare “montagne ancora più difficili”.
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Una giovane donna che sprizza gioia e felicità da tutti i pori: “Suono la chitarra, gioco a calcio, tifo Napoli e ballo l’hip hop” – confida.
Ma se all’inizio l’idea di fare l’attrice non la sfiorava neanche, dopo aver superato il primo provino fra 8000 bambine, tutto è cambiato: “Mi piaceva troppo recitare, avevo la mia roulotte per riposarmi e dopo pranzo giocavo con gli altri bambini. Mi alzavo alle sei, facevo colazione, poi avevo mezz’ora di trucco e parrucchiere. Lavoravo fino alle 17 poi avevo due ore di insegnante privato per non rimanere indietro. L’ultima scena l’ho girata con la febbre alta, non volevo che si fermasse tutto il set” – spiega Ludovica.
Un inizio di vita difficile, ma con avanti un avvenire radioso, sotto il manto protettrice della Vergine Maria.
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ROSALIA GIGLIANO
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