L’estate è, ormai, entrata di pieno diritto e ci richiama a un tempo per fermarci e rigenerarci, sia per il nostro benessere fisico che per quello dell’anima.
Ci sono dei luoghi incantevoli dove, proprio in estate, è possibile ricaricarsi e riposarsi, per darne beneficio sia al corpo che allo spirito.
Una pace tanto cercata
Un momento di vita solitaria, lontano da tutto e tutti, in particolare dal caos delle nostre città e delle nostre vite quotidiane, è quello che ognuno di noi desidera, almeno per qualche giorno. Stare in piena contemplazione di Dio e del creato, per dare quel giusto respiro e quella pace che vorremmo avere, anche solo per un po’.
L’estate è la stagione propizia per fare ciò e, per questo, abbiamo deciso di proporvi dei luoghi che possano definirsi sia turistici (dal punto di vista storico ed artistico), ma anche spirituale. Perché non solo il corpo ha bisogno di riposarsi, ma anche l’anima.
In montagna, in collina o al mare: ovunque purchè ci permettano di vivere la vicinanza con Dio ed esser lontani da distrazioni di ogni tipo.
Eremo e monastero dei Camaldoli ad Arezzo
Oggi ci trasferiamo nel cuore della Toscana, all’Eremo di Camaldoli, in provincia di Arezzo. Un luogo di pace e di silenzio, a 1100 metri sopra il livello del mare, all’interno del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Un eremo che ha una storia molto antica: fondato da san Romualdo, che qui vi giunse intorno all’anno 1012 e, in questo luogo apparentemente inospitale, fatto di fitti alberi, quasi come fosse una foresta, decise di fondarvi un eremo, in una precisa radura, detta Campo di Maldolo (Campus Maldoli).
Incoraggiato dal Vescovo di Arezzo Teodaldo, sotto la cui giurisdizione si trovava quella località, Romualdo qui ha eretto 5 celle e un piccolo oratorio dedicato a “San Salvatore Trasfigurato”, ovvero il primo nucleo dell’eremo. Successivamente sono state aggiunte altre 15 celle al nucleo originario della struttura.
Oggi questo luogo di pace e di spiritualità, dopo più di mille anni di storia, è ancora lì. I monaci che vi risiedono vivono ancora la stessa regola benedettina del loro padre Romualdo e appartengono a quella comunità. Solo gli stili di vita sono leggermente cambiati. Un’apertura maggiore alla vita comunitaria e, anche, la creazione di un monastero a poca distanza dall’eremo stesso.
La vita comunitaria in monastero, il raccoglimento personale nell’eremo. I monaci che vivono all’eremo sono nove.
L’antica cella di San Romualdo
Una delle caratteristiche dell’eremo stesso è la possibilità di visitare (l’unico posto visitabile al turista esterno) l’antica cella di San Romualdo. Oggi inglobata nell’edificio della biblioteca, mantiene al suo interno la struttura tipica della cella eremitica: un corridoio che si snoda su tre lati, custodendo al suo interno gli spazi di vita del monaco, la stanza da letto, lo studio, la cappella.
La speciale struttura offriva riparo dalle rigide temperature invernali, ma simboleggia anche il percorso interiore (una struttura a chiocciola) che il monaco ha fatto per cercare di entrare in se stesso. Qui il Santo viveva e passava le sue giornate, nello studio e nella preghiera.
La chiesa, invece, dedicata a San Salvatore Trasfigurato, si trova al centro dell’eremo a simboleggiare la centralità della preghiera nella vita monastica.
Un luogo quasi intimo, per un momento di pace e per stare davvero a tu per tu con Dio. quante volte diciamo di non “riuscire a sentire la sua presenza” perché il rumore che c’è intorno, quasi, ci distrae totalmente dalla sua presenza.
Ecco: questi luoghi ci permettono, non solo di riposare, ma anche di “ricaricare” la nostra anima della presenza di Dio.