Oggi nel Vangelo Gesù parla di un peccato gravissimo che non può essere perdonato: la bestemmia contro lo Spirito Santo, tema sul quale spesso, troppo spesso, c’è molta confusione. Ecco come chiarisce questo tema in maniera semplice e comprensibile a tutti padre Giulio Maria (FI).
Gesù non intende la bestemmia formata da parole o pensieri contro Dio, ma si riferisce ad un comportamento che molti non valutano come pericoloso.
“Chiunque parlerà contro il Figlio dell’Uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”. Rappresenta una delle frasi più misteriose dette da Gesù, ma non voleva lasciarla nel mistero, come sempre era perfetta la definizione che dava ad ogni cosa: è l’atteggiamento di quanti rifiutano il perdono di Dio, è una bestemmia che non potrà ricevere alcuna Grazia.
Dopo avere chiarito cosa avverrà a chi Lo riconoscerà e a chi Lo rifiuterà, Gesù afferma che “chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”.
La confusione su questa frase è immensa, ognuno dà una spiegazione personale, secondo la maturità della vita spirituale. In effetti, sembrerebbe delimitare la misericordia infinita di Gesù, il suo desiderio di salvare tutti i peccatori.
Bisogna chiarire due cose: il peccato della bestemmia può essere perdonato nella Confessione, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata. Separiamo la bestemmia come tale e l’atteggiamento peccaminoso che è un oltraggio allo Spirito Santo.
“La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”, si spiega che con molta difficoltà si otterrà il perdono, non per mancanza di amore o di potenza di Dio (è dogma di Fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione), ma per la chiusura all’azione della Grazia da parte di chi commette quel peccato.
Non è Gesù a rifiutare il perdono, è il peccatore a rifiutare il perdono.
La maggior parte non se ne rende conto, tanto è ottenebrato l’intelletto, non ha alcun desiderio di chiedere perdono a Gesù. E questo succede anche a tutti coloro che pur pregando, hanno una condotta di vita spregiudicata e insensibile alle cose di Dio. Non si tratta del classico peccatore come lo intendiamo, che può, senza limiti e alcun problema, convertirsi e cominciare una vita santa.
Riguarda chi non riconosce che determinate opere sono di Gesù e nella sua follia le attribuisce al diavolo. Perché non è interessato a Gesù né alla vita di Grazia. Succede soprattutto a Sacerdoti e Prelati. Nessuno è escluso.
Quindi, la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, e respingono ostinatamente le sue opere, addirittura attribuendole al diavolo, identificando così lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei.
Vediamo innanzitutto i sei peccati contro lo Spirito Santo indicati dal Catechismo: 1) l’impugnazione della verità conosciuta; 2) l’invidia della Grazia altrui; 3) la disperazione della salvezza; 4) la presunzione di salvarsi senza merito; 5) l’ostinazione nel peccato; 6) l’impenitenza finale.
Si tratta di ostinazione nel peccato, e viene commessa sapendo di andare contro Dio, è un’irriverenza ribelle, arrecando umiliazione intenzionale alle cose legate a Dio, sapendo con precisione a chi dichiara guerra.
E un Prelato iscritto alla Massoneria commette il peccato contro lo Spirito Santo.
Una malattia viene dichiarata insanabile quando l’ammalato rifiuta la medicina, allo stesso modo c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona, perché il peccatore rifugge dalla Grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio. Rifugge, perché rifiuta la Grazia. Addirittura avversa la Grazia di Dio, la combatte nelle persone oneste, la vuole sradicare dal mondo.
Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo e non può essere perdonata, perché il peccatore non riuscirà più a tornare indietro. Gode addirittura di rimanere nella disperazione, perché l’odio verso Dio lo rende folle, lo acceca, lo fa diventare come un demonio.
Lo afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo” (CCC 1864).
Il peccatore dovrebbe rivolgersi a Gesù con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia.
Dio può aprirsi la strada nonostante tutti gli ostacoli frapposti dagli uomini, ma può anche talvolta abbandonare certi progetti di misericordia, per la durezza di cuore di questi stessi uomini.
In ogni caso, guai a coloro che, chiamati a collaborare a questi progetti divini con la migliore disposizione di mente e spirito, si oppongono di fatto ai suoi disegni, troppo legati come sono a vedute, istituzioni e criteri puramente umani.
Chi tradisce Gesù non desidera più la sua Misericordia, rimane indifferente alla sua Grazia. I Prelati massoni sono ancora più responsabili, non solo Lo tradiscono, ma si adoperano per distruggere la sana dottrina tradizionale dell’unica Chiesa fondata dalla Santissima Trinità.
Una spiegazione molto chiara sulla bestemmia contro lo Spirito Santo è l’atteggiamento dei farisei verso Gesù: essi si chiudevano alla Grazia di Dio, perché negavano l’evidenza ed attribuivano al demonio quanto compiva il Figlio di Dio. I farisei, dinanzi all’evidenza di molti miracoli compiuti da Gesù, avevano la sfacciataggine di negare la realtà tanto era ottenebrato e indurito il loro cuore.
I farisei di allora e quelli di oggi non vogliono piegare l’intelligenza alla verità provata e non trovano altra soluzione se non quella di attribuire al demonio le opere compiute da Gesù e dai suoi seguaci autentici. Peccano contro lo Spirito Santo quanti chiudono occhi e mente dinanzi alle opere sante di Dio. Essi si chiudono alla Grazia e non se ne rendono conto, negano così implicitamente la stessa esistenza di Dio.
Gesù perdona tutti i peccati nell’infinita misericordia contenuta nel suo Cuore, ma per ottenere il perdono bisogna riconoscere il peccato, disposizione interiore assente in coloro che chiudono la porta al pentimento perché si considerano nella verità e non comprendono la gravità delle loro parole e delle loro opere.
Chi non cambia certe disposizioni interiori ostinate e piene di cattiveria, si sottrae da sé al perdono di Dio.
Moltissime coscienze sono deformate, perché questi cristiani presumono di avere il diritto di perseverare nel male, di agire seguendo i loro pensieri senza più confrontarsi con la Parola di Dio.
Occorre pregare molto per quei familiari ridotti in queste condizioni, ogni giorno bisogna chiedere alla Madonna il cambiamento del cuore e di renderli umili e sinceri. Cominciamo da noi stessi, verifichiamo se c’è qualche aspetto indurito e proponiamoci un radicale cambiamento.
Il danno più grave per un cristiano è la perdita del senso del peccato. Quando non si ha più un limite da rispettare, si pecca di continuo e si cade nel peccato contro lo Spirito Santo, in quanto poi non si avrà più la forza spirituale di confessarsi con un pentimento sincero ed umile.
Il cuore indurito conduce il cristiano verso il paganesimo, pur frequentando la Messa e pregando ogni giorno, ma la sua mentalità è più mondana che spirituale. Cerca i piaceri del mondo invece di piacere a Gesù con una vita onesta ed autentica. Arriva a giudicare con criteri molto lontani dalla Legge di Dio, come se Egli non esistesse o non avesse nulla da dividere.
Questa coscienza rilassata e confusa deve cambiare orientamento, principalmente deve rientrare in sé e scoprire questa penosa condizione, poi deve purificarsi iniziando con il rinnegamento verso tutto ciò che si oppone al Vangelo, quindi all’amore, alla verità, alla bontà.
Se non si avverte il peso dei peccati, nel cuore c’è ancora la presenza dell’insensibilità spirituale, perché solo una condizione ci dice che amiamo Gesù: quando si sentono le mancanze come offese commesse contro Gesù.
Così avviene in una buona famiglia: le mancanze di un figlio o di un genitore fanno soffrire tutti gli altri familiari.
Per resistere alle tentazioni ed evitare di peccare facilmente, occorre avere un punto di riferimento, bisogna indirizzare cuore e mente alla santità di Gesù. Guardando Lui e ricordando la sua Vita, sarà più facile resistere alle inclinazioni verso i peccati, si avrà una forza maggiore per dire no a quanto si riconosce come peccato e offesa contro Gesù.
Ogni volta che si pecca, si tradisce l’Amore di Gesù. È vero che Lui non fa mancare il suo perdono nella Confessione, ma la ripetizione dei peccati gravi indebolisce la vita spirituale e si rimane sempre stabili ad un livello basso.
Il cristiano che non controlla la sua vita spirituale e commette con facilità peccati gravi con le cattive opere e con giudizi temerari, non riconosce più Gesù come Dio, ne diventa un avversario, perché le sue opere non sono più buone.
“Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli Angeli di Dio”. A meno che quel cristiano non cambi comportamento, pentendosi con sincerità di tutti i peccati e proponendosi una nuova vita.
Diversa è la condizione di quanti seguono Gesù con umile abbandono, anche se commettono errori per debolezza e fragilità. È diverso cadere nel peccato per debolezza, dall’amare i peccati gravi e cercarli con facilità. I buoni credenti lottano contro i propri peccati e non commettono scandali davanti agli uomini con opere disoneste e un linguaggio malizioso.
A questi Gesù dice: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’Uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio”.
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