Il terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto del 2016 ha sconvolto la vita di tutti gli abitanti dei piccoli borghi che sono stati colpiti. Se l’emergenza legata ai crolli è conclusa ed i relativi soccorsi sono stati ultimati già da tempo, la situazione di chi è sopravvissuto a quel drammatico evento non è delle migliori ed ancora oggi si vivono gli strascichi del cataclisma. Molte persone, infatti, sono ancora senza un tetto sopra la loro testa e le loro attività sono rimaste bloccate da un’economia che stenta a ripartire. L’attesa della normalità si è fatta quindi logorante e c’è chi, disperato, non riesce più a sopportarla.
Tra questi ci sono sicuramente gli agricoltori le cui attività sono state interrotte bruscamente dal sisma e che ancora oggi non hanno modo di riprendere il lavoro che prima della catastrofe dava sostentamento alle loro famiglie. Di pochi giorni fa la notizia che un agricoltore di Fiastra, piccolo paese in provincia di Macerata, ha deciso di togliersi la vita in un capanno che si trova nel suo terreno, lo stesso terreno in cui la sua abitazione risulta ancora inagibile. Secondo le fonti locali, l’uomo era in attesa della costruzione di una stalla dove far riposare i suoi animali e attraverso la quale fare riprendere la sua attività.
Pare che a giorni sarebbero cominciati i lavori di costruzione ma l’uomo, stanco di attendere e forse convinto che i lavori non sarebbero mai cominciati, non ha retto l’attesa e si è tolto la vita. Probabilmente l’origine del suo gesto è legato proprio al trauma subito post terremoto: chi lo conosce sostiene che fosse caduto in uno stato di profonda depressione dopo il sisma e non era più riuscito a tirarsene fuori. A trovare il suo corpo privo di vita è stata la madre, la donna ha subito chiamato i soccorsi, ma quando questi sono giunti per l’uomo non c’era più nulla da fare.