Per il presidente francese Emmanuel Macron, a cinque anni dal tragico attentato di Charlie Hebdo, la risposta dei francesi è nella triste “libertà di bestemmia”.
Ma così si fa il gioco dei terroristi, riconoscendo un dio sanguinario e vendicativo. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo segno della decadenza morale e di valori di cui è vittima l’Europa.
Per Macron i credenti devono tacere, ma i blasfemi hanno ogni libertà, ed è così che i francesi dovrebbero rispondere ai tragici fatti di cinque anni fa. Non riconoscendo la verità di un Dio che ama senza fine i suoi figli, ma dando la libertà a tutti di offenderlo, peraltro sostituendolo con un credo idolatrico e violento.
La crisi del Coronavirus e la sospensione inedita della libertà religiosa
Dopo il drammatico attentato alla redazione del settimanale satirico francese, infatti, si è parlato molto del tema della libertà di satira e dei confini oltre la quale si finisce nell’offesa o nella calunnia. Mentre con la crisi del Coronavirus si è assistito a una inedita sospensione della libertà religiosa.
I riti religiosi nelle chiese sono stati, quando non sospesi, ostacolati. Nonostante, ad esempio, anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ribadisce “la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, col culto, con l’insegnamento, con le pratiche e col compimento di riti”.
La sconvolgente dichiarazione del presidente francese Macron
Ma non è bastata la sospensione della libertà di culto durante la quarantena per fare prendere una posizione chiara e netta alle autorità francesi per la libertà religiosa. La Francia, paese con una lunga tradizione religiosa e cristiana, ha purtroppo tristemente rinnegato le sue origini fin dai tempi della violenza giacobina.
Eppure oggi, finita l’era dei lumi, che però troppo spesso di luce ne ha portata ben poca nello spirito umano, di fronte a un evento così importante e difficile per i molti cristiani francesi, ci si sarebbe aspettati una dichiarazione di empatia e vicinanza da parte del presidente francese Macron.
Macron Shock: “la libertà di bestemmia è radicata nella coscienza”
In effetti, fa notare l’intellettuale francese Henri Quantin, questa è arrivata, ma non è certo quella che una persona di buonsenso, non necessariamente un cattolico, si aspettava. Macron infatti, nel ricordare il tragico attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, ha invocato la libertà dei francesi di “bestemmiare”.
Non pago in questo suo triste ragionamento arzigogolato, ha affermato che “dagli albori della terza Repubblica, c’è in Francia una libertà di bestemmiare che è radicata nella libertà di coscienza”. Incredibile ma vero, in uno dei momenti più bui della storia cristiana, in cui le chiese sono chiuse ai fedeli, il messaggio dato da Macron suona come del tutto inaudito, grottesco, assurdo.
Autori di Charlie Hebdo colpevoli di bestemmia? Si fa il gioco terrorista
Proprio prima dell’apertura del processo per gli attentati contro Charlie Hebdo, che avrà luogo da questi giorni fino al 10 novembre, Macron ha quindi dichiarato con fierezza che in Francia che, dalla sua origine, la “libertà di bestemmia“. Facendo purtroppo, come ribadito dall’autore francese, il gioco degli stessi terroristi.
Dire che la colpa dei vignettisti barbaramente uccisi era quella di avere “bestemmiato“, significa legittimare l’immagine del dio affermava dagli stessi terroristi. Ovvero quella di un dio vendicativo, violento, sanguinario. Niente di più lontano dal Dio che ha reso la Francia nei secoli ciò che è oggi.
Le grandi e nobili radici cristiane francesi del tutto dimenticate
Che l’ha accompagnata, l’ha fatta crescere, le ha dato radici, oltre che splendide cattedrali e ineguagliabili sante e santi, testimoni dell’infinito ed eterno amore cristiano. Figure come Santa Teresa di Lisieux, Sant’Ireneo, il Curato d’Ars, Giovanna d’Arco, Santa Bernadette, Luigi IX di Francia, San Vincenzo de Paoli, Santa Luisa de Marillac, Santa Caterina Labouré, San Bernardo di Chiaravalle.
“È blasfemo anche ricorrere al nome di Dio per mascherare pratiche criminali, ridurre popoli in schiavitù, torturare o mettere a morte”, scrive infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Un discorso che potrebbe fare un imam, non un presidente francese
In un momento in cui la libertà religiosa in tutto il mondo è attaccata, tanto dall’ateismo di stato quanto da idolatrie e falsi profeti, da cui originano atrocità come quella di Charlie Hebdo, l’omaggio del primo ministro francese non è perciò alla libertà religiosa, o magari all’amore infinito e misericordioso che Dio dona agli uomini. Ma alla bestemmia.
D’altronde era proprio uno dei vignettisti del giornale satirico Charlie Hebdo a spiegare e giustificare la sua posizione. “Un credente può bestemmiare nella misura in cui la cosa ha per lui un senso. Un non credente, malgrado tutti i suoi sforzi, non può bestemmiare. Per insultare ovvero oltraggiare Dio, bisogna essere persuasi che egli esista”.
In questo specifico caso, un imam in preda a derive estremiste e giustificatrici avrebbe potuto parlare di bestemmia. Di certo non il presidente di una nazione dalle profonde e insostituibili radici cristiane, quale è la Francia.
Giovanni Bernardi