La devozione alla Madonna degli Abbandonati di Valencia, patrona della città spagnola, si origina dal desiderio di un sacerdote di aiutare le vittime di bullismo.
Tutto comincia da quando nel 1409 padre Juan Gilberto-Jofre, un sacerdote mercedario, si stava recando presso la cattedrale di Valencia per celebrare la Messa. Udì all’improvviso in strada un terribile grido, e guardando meglio vide vide un uomo a terra che si copriva la testa con le braccia mentre una banda di giovani lo derideva e lo picchiava.
La nascita della Confraternita che diede origine al tutto
La scena lo sconvolse e il sacerdote subito cominciò a correre verso di loro invitandoli a smettere di fare del male a quell’uomo, che soffriva di disturbi mentali e alla fine dell’aggressione venne subito portato dal sacerdote nel monastero dei Mercedari, dove fu ospitato e le sue ferite furono curate.
Sull’onda di quell’evento, che lo colpì nel profondo del cuore, padre Jofre cominciò a riflettere su determinate vicende umane e la domenica successiva, a Messa, pronunciò la sua prima omelia sulle persone malate di mente. In quella domenica fece una precisa richiesta al popolo che lo stava ascoltando. Diede cioè vita a una richiesta di fondi per istituire un luogo in cui queste persone potessero essere accolte e assistite.
La richiesta venne ampiamente accolta da quanti erano a Messa
La sua richiesta veniva così profondamente dal cuore che tutti i mercanti, gli artigiani e gli uomini d’affari che erano presenti a Messa decisero di contribuire alla causa con offerte generose. Così di lì a poco tempo vennero aperte sia una casa che un ospedale dedicati alla Vergine, sotto il titolo di “Nostra Signora degli Innocenti”.
La confraternita, dedicata alla cura dei malati mentali, venne fondata il 29 agosto 1414 con il nome di Confraternita di Nostra Signora degli Innocenti Pazzi e Abbandonati. Il nome però venne cambiato tempo dopo in corrispondenza di una vicenda molto particolare, quando cioè una carestia colpì la regione, e molti bambini rimasero orfani.
L’opera della Confraternita cresce ogni giorno
Da quel momento in poi la confraternita decise di estendere rapidamente il suo campo d’azione per occuparsi anche dei tanti orfani che vagavano nelle strade di Valencia. Così il suo nome divenne quello di Nostra Signora degli Abbandonati.
Tuttavia con l’inizio della loro opera padre Jofre e i suoi confratelli si resero conto di qualcosa di spiacevole. Che cioè l’ospedale non aveva una stanza dedicata alla preghiera. Da quella constatazione, decisero di porvi rimedio costruendo un oratorio. Ma anche quì, nel momento in cui lo terminarono videro che mancava qualcosa.
Purtroppo però all’interno della costruzione non vi era una statua
Mancava la statua della loro patrona, la Madonna degli Abbandonati. Però non ne avevano una a loro disposizione, per questo cominciarono a chiedere aiuto nella preghiera, invocarono il Signore e Maria affinché ne trovassero presto una.
Pochi giorni dopo accadde un fatto straordinario. Tre giovani bellissimi bussarono alla porta cercando rifugio. In segno di gratitudine per l’accoglienza ricevuta, i tre offrirono di intagliare la statua, anche come pagamento per il loro soggiorno. Chiesero solo di essere lasciati soli a lavorare per almeno tre giorni, e i frati, meravigliati e sopresi, accettarono l’offerta.
I tre giovani rimasero chiusi in una stanza e la sorpresa fu grande
In quei tre giorni i tre giovani rimasero chiusi a chiave nella stanza, lavorando alacremente alla loro opera e senza mai uscire. Stupiti, ogni tanto i frati si avvicinavano alla stanza, tentando di origliare e di cogliere cosa stesse succedendo. Però inspiegabilmente non sentirono mai alcun rumore. Alla fine del terzo giorno bussarono ancora alla porta, ma nessuno rispose.
I religiosi si spaventarono, e forzarono l’uscio. Solo a quel punto realizzarono che i tre se ne erano andati, ma avevano lasciato la loro splendida opera nella stanza. Non seppero mai chi erano quei tre giovani così particolarmente belli, la cui identità non venne mai scoperta. Presto si cominciò a pensare che si trattò di tre angeli inviati dal Signore.
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Presto venne proclamata Patrona della città di Valencia
Da allora, la statua è nota per essere stata “fatta dagli angeli”. La splendida statua infatti venne ritrovata dai frati al centro della stanza, realizzata da quei ragazzi di cui però non c’era più traccia. Da quel giorno cominciarono anche a verificarsi incredibili miracoli, primo tra tutti quello che coinvolse la moglie di un membro della confraternita. La donna era infatti paralizzata e cieca, ma da quel momento in poi guarì completamente.
Oltre a questo, la statua viene anche considerata “maestosa e protettiva”, in quanto il popolo dei fedeli, che ben presto sviluppò una profonda devozione verso l’effige, vi vedeva una rappresentazione di bontà, misericordia e assistenza. La statua è quindi conosciuta dal 1885 come la Madonna degli Abbandonati, prima di essere anche dichiarata patrona di Valencia.
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Oggi è possibile vedere la statua all’interno dell’omonima basilica di Valencia, dove ogni anno si tiene un grande festival in onore della Madonna degli Abbandonati.
Giovanni Bernardi