La Madonna degli Angeli di Arcola apparve a cinque giovani sconvolgendo la loro tranquilla giornata e lasciando un messaggio che presto giunse a tutti.
Il fatto miracoloso avvenne ad Arcola, in provincia del La Spezia, dove la Vergine apparve in un boschetto a cinque sorelline, inginocchiate per recitare l’angelus, sopra un rametto di rosmarino. L’evento avvenne nella data del 21 maggio 1556, festa di Pentecoste, nel giorno cioè in cui si celebra la discesa dello Spirito Santo e si rinnova l’effusione della sua grazie su tutta la terra.
Il contesto in cui avvennero i fatti miracolosi
Quegli anni sono particolarmente significativi perché la Chiesa sta anche vivendo i lavori del Concilio di Trento e la nascita di movimenti ecclesiali e modelli di santità, mentre in realtà come quelle di Arcola si sta vivendo il dolore di rivalità tribali e delle dolorose epidemie che si manifestano in maniera ciclica.
Quella mattina il tale Baldassare Fiamberti, insieme alla moglie e ai loro nove figli, aveva partecipato alle funzioni religiose nella pieve di Arcola. Di questi figli le cinque femmine, di nome Barbara, Camilla, Elisabetta, Catarinetta e Angela, intorno al mezzogiorno avevano deciso di andare a giocare in un boschetto, in località “Carbonara”, di proprietà della stessa famiglia.
Mentre le giovani pregano, una grande luce le avvolge
Nel momento in cui le campane del vicino convento dei frati olivetani suonano, le ragazze interrompono il loro gioco, e come fanno ogni giorno si inginocchiarono per la recita dell’Angelus, raccogliendosi in maniera devota. Le loro preghiere sono intense e sgorgano dal profondo del cuore. Offrono a Dio tutto il dolore per la condizione poco felice della Chiesa, ma soprattutto per la devastazione nel mondo e per la desolazione del loro paese.
Pregano con tutte sé stesse la Vergine affinché aiuti questa umanità ferita, recitando il Rosario in maniera devote. Proprio in quei momenti, però, una luce paradisiaca le avvolge. Alzando lo sguardo, confuse e incredule, vedono una maestosa Signora sulla chioma di una pianta di rosmarino. Questa era risplendente più del sole, vestita di bianco e attorniata da due Angeli. Era evidente fin da subito, per le ragazze, che non si trattava di un personaggio terreno, ma della Regina del Cielo.
Maria si presentò come la “Madre di Cristo” e lasciò un messaggio
Maria subito si presentò loro dicendo di essere la “Madre di Cristo” e “Regina degli Angeli”. Lasciò loro un messaggio. “Non temete, o figlie, io sono Maria, la Madre di Gesù Cristo, la Regina degli Angeli”. Poi proseguì, alzando la mano. “Andate, andate, o predilette, dite al popolo che preghi e faccia penitenza; sì, andate e predicate la preghiera e la penitenza. Le vostre suppliche sono salite al mio cuore, ora è tempo di agire: Andate! Andate!”.
Le Veggenti risposero. “Ma dolce Signora, noi siamo pronte a quanto ci dite, ma a predicare noi non siamo atte, non siamo all’altezza”. La replica della Madonna fu chiara e diretta. “Figliuole, riprende Maria: non temete, col mio aiuto tutto troverete facile. Andate e dite ancora ai buoni villici di innalzare, a mio onore, un tempio in questo luogo”.
La Vergine si alzò verso il cielo scortata dai suoi Angeli
Così, a quel punto, la Vergine si alzò verso il cielo scortata dai suoi Angeli e si dileguò dalla vista delle giovane, lasciando però in loro un cuore pieno di amore di consolazione. Una volta che ritornarono dalla visione si guardarono negli occhi e corsero subito verso casa. Subito informarono tutti, dai familiari ai compaesani fino al loro parroco.
La loro gioia era infatti ben tangibile. Tutti vissero una iniezione assoluta di fiducia, insieme alla consapevolezza che il paese era salvo. Folle di pellegrini cominciano a mettersi in viaggio verso la Carbonara, la località in cui avvennero le apparizioni, e lì tutti trovarono grande pace e ristoro. Il popolo si stringe forte intorno alla Vergine e decise di costruire un tempio in suo onore.
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Nel frattempo, una dietro l’altra arrivarono anche numerose grazie, che confermano la benedizione di Maria su questo posto e su coloro che ne ascoltano gli insegnamenti e che continuano ancora oggi, a oltre quattro secoli di distanza.
Giovanni Bernardi