La Madonna di Campiveri toccò il cuore di tutta la comunità dopo un’insolito fatto avvenuto a una bimba che stava pregando. La madre all’inizio fu incredula.
Al termine della terribile peste del 1630 ci fu la tragica conta dei morti. Per ricordare questo momento di grande drammaticità, gli abitanti del Paese di Campiveri, in provincia di Bergamo, un Oratorio campestre. L’intento era quello di ricordare tutte le persone che persero la vita in quei mesi dolorosi.
In questo oratorio si trovava l’immagine di una Madonna Addolorata posta accanto al Crocefisso con i Santi Rocco e Sebastiano. Oggi purtroppo non vi è più traccia di questa importante cappella, che venne infatti inglobata all’interno del nuovo Santuario costruito fra il 1893 ed il 1894.
Tuttavia, dietro di essa vi è una vicenda molto importante e che segna in maniera indelebile la storia di queste terre. Francesca Pagani era una fanciulla di 7 anni che si era recata proprio nella vecchia edicola di Campiveri per invocare la guarigione del padre e della sorella gravemente malati. In quegli istanti la piccola vide all’interno del recinto dell’edicola due uomini.
Le due figure, in effetti, parevano essere molto insolite. I due erano vestiti di velluto nero e stavano leggendo un libro davanti al Crocefisso. La bambina richiamò la loro attenzione rivolgendovisi con alcune timide parole. Di contro, questi si girarono e la guardarono in maniera più che amorevole.
La bimba allora continuò con il recitare alcune delle sue preghiere, poi subito si diresse verso casa dove raccontò quanto le era successo alla mamma. La donna, tuttavia, non prende in considerazione la vicenda, credendo che non fosse meritevole di nota. Tuttavia la bimba, il giorno seguente alle tre del pomeriggio, tornò in quello stesso luogo per le sue preghiere quotidiane a favore dei familiari malati.
Una volta che arriva in questo luogo, i suoi occhi notano subito un insolito particolare. L’immagine sacra, infatti, era coperta da segni di sudore. La giovane fece notare questo insolito fatto a due uomini di passaggio. Questi dissero subito che a loro avviso si trattava di un brutto segno. La bimba non ci sta, e prima chiama una donna che stava passando in quel momento, Maria Bertorelli-Cattaneo, a venire a vedere il prodigio.
In seguito riesce a convincere anche la mamma della bontà di quello che stava dicendo, che si recò insieme a lei nella cappellina proprio per vedere l’immagine di Maria, il crocifisso e i santi che sudavano. L’evento prodigioso si ripeté anche nei giorni successivi, sempre dalle ore 15 e alle 17. In poco tempo tutti vennero a conoscenza, in modo inspiegabile, di quanto stava accadendo.
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Il miracolo venne esaminato dal parroco del paese Don Piero Conti, dal sindaco Luigi Marchesi e dall’ingegnere Enea Rubini. Questi esaminarono il tetto e le pareti dell’edicola per trovare se vi fosse una spiegazione logica a quanto stesse accadendo. Si parlò all’epoca di uno strano sudore “lucente come la rugiada”.
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Il 19 febbraio si celebra ancora oggi la festa per ricordare il fatto miracoloso che diede origine al Santuario, avvenuto il 19 febbraio 1862. Di quella antica Cappella, tuttavia, resta solamente una pietra situata a terra nel porfido del sagrato, sulla sinistra, con una iscrizione latina. Da quell’evento si salvò anche il dipinto dell’Addolorata, posto poi sull’altare maggiore del Santuario costruito in seguito al fatto miracoloso.
Giovanni Bernardi
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