Madonna di Chiavari: il dipinto miracoloso emana una luce abbagliante

L’immagine miracolosa della Madonna di Chiavari, fatta dipingere da una donna del luogo, apparve a una levatrice e a un povero. Fecero seguito grandi miracoli. 

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La Liguria venne colpita da una terribile pestilenza verso la fine del 1400. La città di Chiavari, insieme a molte altre, è lacerata dal terribile evento. Una donna del luogo, Maria Del Guercio, nota come la Turchina, fece dipingere l’Immagine della Madonna benedicente, con ai lati San Sebastiano e San Rocco dall’artista Benedetto Borzone, sul muro esterno di un orto, per ringraziare Maria di averla risparmiata dalla peste.

La donna fece dipingere l’icona della Madonna di Chiavari

L’orto divenne purtroppo ben presto un immondezzaio, ma nonostante ciò il dipinto continuava a conservare una freschezza di colori abbaglianti.

Nel 1528 arrivò un’altra pestilenza, e questa contribuì ad incrementare la devozione verso la Madonnina dell’Orto. In quel periodo vennero eretti nella piazze della città numerosi altari provvisori per invocare l’intervento di Maria. Uno di questi venne collocato proprio sopra l’immagine fatta realizzare dalla “turchina”.

Il figlio della levatrice tornò a casa guarito poco dopo l’invocazione

Geronima Turrito è una levatrice di Rupinaro e ogni sera si reca a pregare di fronte alla sacra immagine. La notte del 18 dicembre 1609 la donna, svegliatasi all’improvviso, vide la Vergine illuminata da una luce abbagliante e che aveva le stesse sembianze del dipinto tanto venerato.

Appena sorse il sole si recò, di corsa, nell’orto per pregare la Madonna con forte devozione, chiedendole la salute del figlio lontano da casa. Bastarono pochi giorni e la donna vide inaspettatamente il figlio tornare da lei, narrandole di avere contratto una grave malattia ma allo stesso tempo di essere guarito improvvisamente.

La Madonna di Chiavari apparve a un povero del luogo avvolta di luce

Da quel giorno Geronima continuò a pregare con grande devozione di fronte alla sacra Immagine, e ogni sabato le accese una lampada.

Il giorno della festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta dell’anno seguente, il 2 luglio 1610, la Madonna apparve anche a un povero minorato di nome Sebastiano Descalzo. Nel momento in cui l’uomo si reca sulla via di Carasco, una luce lo abbaglia e in mezzo a questa gli spuntò una Signora di celeste bellezza, vestita di un manto azzurro.

L’uomo vide la Madonna di Chiavari in raccoglimento e guarì

Questa camminava tra due torce accese, che sparsero al suo passaggio un brillio accecante. Sebastiano vide la donna avanzare nella direzione del muro dell’orto, che salì in tutta agilità e infine si fermò in faccia alla nicchia, nel punto esatto in cui era dipinta l’Immagine della Madonna.

Anche Sebastiano cominciò a correre di tutta fretta, entrò nell’orto e lì intravide la Signora in raccoglimento, attorniata da un cerchio di luce. Poi, subito dopo, avvolta da una nube svanì di fronte ai suoi occhi. In quel luogo si diffuse una fragranza soave. L’istante dopo, Sebastiano era guarito.

I numerosi miracoli che fecero seguito ai primi

Uno dietro l’altro si susseguirono numerosi miracoli, che fece crescere con grande rapidità la devozione alla Madonna dell’Orto. Tuttavia, inizialmente l’autorità ecclesiastica è molto incerta nel riconoscerla.

A Chiavari si svolse così il processo canonico, a cui vi partecipa il Vicario generale di Genova. In quel momento, però, la pittura che prima presentava una lunga crepa, tanto da potervi introdurre le dita all’interno, d’un tratto si riunisce e poi si respinge. Ne rimane solo una linea sottile tanto quanto un filo di seta. Fu così che il nuovo miracolo tolse ogni dubbio agli oppositori.

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In questo modo venne permessa la costruzione della prima chiesetta, fino a quella del Santuario vero e proprio, che cominciò il 1 luglio 1613. Nel 1633, infine, la chiesa viene ultimata. Mentre l’8 settembre dell’anno successivo l’immagine miracolosa della Madonna dell’Orto venne staccata dal muro per essere infine trasferita sull’Altare maggiore.

Giovanni Bernardi

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