La Madonna della Colomba stupì tutti con un volatile che, davanti alla popolazione in fuga, diede un segno di grande speranza per mezzo di una guarigione.
La devozione risale in primo luogo al 1155. In quell’anno si stava verificando la campagna dell’imperatore germanico Federico Barbarossa contro Tortona, una delle schiere assoldate dall’imperatore. Questo però si spinse fino a Stazzano, saccheggiandolo, incendiandolo e mettendo a ferro e fuoco. Non pago della violenza perpetrata, finì anche per radere al suolo il borgo ed il castello di Serravalle che si trovava non molto lontano da lì.
L’evento miracoloso che diede origine alla devozione
Durante quel violento assedio gli abitanti del paese lasciarono in fretta e furia, in mezzo al panico, le proprie case, e si sottrassero alla furia dei soldati riparandosi tra le montagne, in particolare nelle alture del Monte Arimanno. La loro salvezza la affidarono in tutto e per tutto alla Madonna, e le loro invocazioni vennero presto ascoltate. Presto infatti la protezione di Maria sulle loro vite fu a dir poco evidente.
Nel momento in cui le truppe nemiche finirono per battere in ritirata, accadde che gli stazzanesi innalzarono sul colle una piccola cappella proprio in onore della Madonna del Monte che li aveva protetti in quel drammatico frangente. La cappella fu effettivamente la prima in questo luogo che venne dedicata alla Madonna.
La popolazione delle vallate fu costretta a rifugiarsi sul monte
Passarono li anni e la difficoltà di salire fino alla cima per sentieri insicuri e scoscesi si fece sempre più pronunciata. Quei passaggi territoriali infatti furono sempre più ricoperti di una fitta vegetazione di bosco e di sottobosco. Anche la presenza di non pochi animali selvatici complicata il tutto, e col tempo la cappellina venne del tutto dimenticata, per finire in rovina.
Accadde però in più occasioni, nel corso della storia, che la popolazione delle vallate fu costretta a rifugiarsi sul monte in corrispondenza di terribili devastazioni di cui fu oggetto il territorio. Ogni volta la piccola cappella passava però da uno stato di abbandono e decadenza ad uno invece di ristrutturazione, persino di ricostruzione, a cui faceva puntualmente seguito una devozione più o meno lunga nel tempo.
Durante l’invasione avvenne il prodigio della candida colomba
Intorno al diciassettesimo secolo a Stazzano avvenne con una nuova violenta aggressione militare, questa volta per mano delle truppe francesi. Nuovamente gli abitanti fuggirono sul monte, che ora chiamarono monte Spigno per via della presenza di una gran quantità e varietà di cespugli spinosi che ricoprivano e tutt’ora ricoprono le pendici del monte. Fra questi, spiccavano i biancospini.
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Il periodo in cui avvenne questo fatto è intorno al 1620. Durante l’invasione avvenne infatti il prodigio della candida colomba, come si riscontra anche all’interno del Santuario, nel dipinto che corona il soffitto dell’Abside dietro l’altare e nella vetrata sopra il portone d’ingresso. Per diversi giorni, infatti, attorno ai fedeli che si erano rifugiati sul monte, e che passavano le loro giornate in preghiera, si vide svolazzare una candida colomba.
L’animale andò a posarsi sopra un cespuglio di biancospino
A un certo momento l’animale andò a posarsi sopra un cespuglio di biancospino, che era prodigiosamente fiorito fuori stagione, e si trovava molto vicino al luogo in cui i fedeli si riunivano in preghiera. Subito la popolazione pensò che fosse propria la Madonna a volere ascoltare le preghiere che le venivano rivolte. Accadde però un fatto specifico che rimase nella storia.
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Proprio nel momento in cui a colomba si posava e l’albero fioriva, una giovinetta era appena salita con i compaesani. Tutti la conoscevano per essere sordomuta dalla nascita. In quel frangente, però, mentre la giovane pregava accanto al biancospino, non appena la bianca colomba si appollaiò la ragazza riacquistò l’uso dell’udito e della voce. Così parlò, e cominciò a gridare per annunciare il lieto miracolo. La colomba rimase sospesa sul cespuglio per ben otto giorni.
L’episodio venne così interpretato da tutti come un segno di speranza
Subito la popolazione si raccolse in preghiera, e presto al posto della primitiva cappella venne innalzata una croce. La notizia si diffuse con grande rapidità e da molte vallate arrivarono numerosi fedeli in preghiera per vedere l’evento e recarsi in pellegrinaggio presso la Croce. Anche il vescovo di Tortona fu testimone con i propri occhi del miracolo.
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L’episodio venne così interpretato da tutti come un segno di speranza nel bel mezzo di una grande costernazione da parte della popolazione. Tutto il paese decise allora, in segno di gratitudine, di ricostruire l’antica cappella, ma certamente più grande e più bella. Il vescovo accolse questo desiderio decidendo di dare vita a un vero e proprio Santuario.
Giovanni Bernardi