Un altro terribile scempio ai danni di una statua mariana nel nostro Paese, con l’ira dei fedeli e anche dei politici.
Quando si parla di cristianofobia, infatti, si immagina sempre di dovere andare a cercare tali vicende molto lontano da noi, in chissà quale angolo sperduto del Pianeta. Magari si pensa che atti di cristianofobia possano esistere solo in paesi in cui vi sono altre religioni di stato, ad esempio in Medio Oriente, in India, nel lontano Oriente. Invece, purtroppo, come i dati testimoniano, anche nel nostro Paese avvengono sempre più vicende tristi di natura cristianofobica.
In questo caso, ad entrare al centro del dibattito vi è una “Madonna con l’esplosivo”. Un’immagine scelta per una rappresentazione teatrale andata in scena a Pergine Valsugana, comune italiano della provincia di Trento, che però non è andata per niente giù ai fedeli locali che hanno visto in quella rappresentazione un oltraggio alla loro fede. Così, a prendere le loro parti è stato il consigliere di Fratelli d’Italia, il partito che a livello nazionale è guidato da Giorgia Meloni, Claudio Cia.
Cia si è ribellato parlando di una pessima provocazione che sfocia in nientemeno che un atto di blasfemia. Tutto parte da una domanda che il Presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si è posto di fronte alla rappresentazione. “Blasfemia o cultura?”. Il titolo della rappresentazione, andata in scena giovedì sera al Teatro Comunale di Pergine, è “Un solo grammo di cielo”. Ma il manifesto promozionale, che raffigura la Vergine Maria con addosso una cintura esplosiva, non sembra andare nella direzione pacifica promossa dal titolo.
“Si tratta certamente di una provocazione di pessimo gusto finalizzata ad attirare attenzione sullo spettacolo teatrale“, ha così spiegato il politico con pacatezza. L’opera teatrale è stata scritta e diretta da Silvia Marchetti e prodotta dalla Compagnia del Calzino. La trama di questa rappresentazione è molto semplice. Vi sono tre persone che si trovano costrette a stare nella stessa stanza per ratificare una denuncia per atti vandalici.
Durante lo svolgersi della storia, però, il confronto tra i tre diviene presto esasperato e violento. Cosicché il crescendo dei dialoghi li porterà a confrontarsi con le proprie scelte di vita. Dando vita a “una commedia profonda, spietatamente ironica, amaramente spassosa”, come descritta nella locandina dell’evento.
Tuttavia, l’intento di porre domande forse mal si sposa con la violenza di chi vorrebbe circondare la Vergine con della dinamite, in un’atteggiamento tutt’altro che di ricerca, ma al contrario di vuota blasfemia e dissacrante violenza contro il culto cristiano, contro tutti i fedeli e prima di tutto contro Maria, la Regina del Cielo e della Pace che invita a tutt’altro atteggiamento rispetto all’odio e alla violenza che si evincono da questa immagine.
Per questa ragione, il consigliere Cia ha ammesso di considerare la rappresentazione teatrale “dissacrante”. “In primo luogo non mi è chiaro il nesso fra questa immagine blasfema della Madonna e la trama dell’opera, che riguarda invece un confronto fra vittime di atti vandalici”, ha spiegato.
Il punto sotteso dal politico, infatti, è quello di un atteggiamento “doppiopesista” nel dibattito pubblico. In particolare per alcune tematiche oggi assolutamente sovraesposte, come quelle dei presunti diritti di chi aderisce all’ideologia lgbt oggi assolutamente dominante grazie a importanti ricadute economiche ad esempio in favore del mondo mediatico e economico che la promuove.
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Insomma, la lobby lgbt grazie ai ricchi contributi che elargisce a chi sposa la loro causa, ci ha portato tutti a scandalizzarci enormemente per tutto ciò che riguarda il mondo lgbt, anche quando si tratta di fatti di cronaca palesemente inventati, come spesso si scopre. Mentre invece nel momento in cui si offende pubblicamente e apertamente la fede cristiana, nessuno si scandalizza, o al contrario chi lo fa viene accusato di essere “populista” o altre simili amenità.
La questione, purtroppo, è che ci sono in gioco diritti di libertà che vanno ben oltre la fede cristiana, ma che riguardano tutta la popolazione. Come ha magistralmente spiegato ad esempio, sul quotidiano dei vescovi Avvenire, il giurista e accademico di formazione liberale Natalino Irti, parlando di libertà “vulnerata” per tutti dall’ipotesi del Ddl Zan. “La legge non può proteggersi sopprimendo la libertà di dissenso e di critica“, ha spiegato Irti intervistato dal quotidiano cattolico.
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“Nel difendere la libertà della Chiesa cattolica difendiamo la nostra stessa libertà, di fedeli e non fedeli, o meglio, quei diritti di libertà che comprendono l’una e l’altra. Senza indulgere ad arbitrari paragoni storici, è da rammentare che il vescovo di Münster, conte Graf von Galen, levò, alta e libera e non vana, la propria voce contro il «programma di eutanasia» del regime nazista”.
Purtroppo, però, questo punto viene sottolineato molto poco. Come però ha avuto il coraggio di fare questo consigliere, che spiega come in situazioni di contrasto fra più valori si tenda a priori a voler umiliare i simboli su cui si basa la fede cristiana.
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“Purtroppo la religione cristiana è divenuta un facile bersaglio, mentre su altri temi vige un insensato politically correct per cui non vi è possibilità di esprimere dissenso”, ha spiegato Cia. Lui stesso, ha spiegato, è stato vittima di questa “censura della contestazione”.
“Qualche giorno fa, ad una manifestazione LGBT a Roma, ad aprire il corteo vi era un “Cristo LGBT” di straordinaria volgarità, con tacchi a spillo e una croce adornata da simboli fallici. Per aver criticato questa sceneggiata un mio post è stato rimosso da Facebook in quanto “incitava all’odio”. Mi chiedo dunque cosa sia l’incitamento all’odio: una critica legittima basata su una richiesta di rispetto per una religione millenaria oppure un’immagine della Madonna cinta d’esplosivo?”.
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Cia si definisce un fedele disincantato, ma la sua difesa di quei credenti che vivono la propria sfera religiosa con sensibilità vera e profonda, e che non accettano tacitamente rappresentazioni becere e oltraggiose che offendono la loro spiritualità, è esemplare e dovrebbe essere fatta propria da tutti i politici in maniera trasversale. Purtroppo, troppo spesso così non è.
“Sembra evidente una tendenza a ritenere certi argomenti più “sacri” di altri, a discapito di quelli che sacri lo sarebbero per davvero”, rincara quindi la dose. Spiegando che la differenza di opinioni è ben lontana da atti volgari di questa fattura. “Perché l’arte è ben altra cosa”.
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Insomma, si parla tanto di Ddl Zan e di tutela di omosessuali e quant’altro, però se si attacca la cristianità e i fedeli, alla riprova dei dati ben più numerosi, tutti tacciono quasi come se ci fosse un accordo implicito. Il che è vergognoso. Quindi servirebbe che anche da parte del mondo politico si prenda atto di questa vergognosa situazione. La cristianofobia avanza nel nostro Paese, è ora che si prendano misure in direzione contraria e che tutelino la fede e la libertà religiosa e di espressione, nonché di culto, dei cristiani. Persino nel nostro Paese, la cui capitale è Roma, culla della cristianità per tutto il mondo.
Giovanni Bernardi
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