La Madonna del Castello di Fiorano difese la popolazione di Fiorano fronteggiando l’invasore che non poté nulla. Ma non fu l’unico evento miracoloso.
Siamo nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 1558, sotto la signoria di Ercole Pio. Le truppe spagnole invasero Fiorano per saccheggiarla. Gli abitanti furono costretti a rintanarsi nelle loro abitazioni per difendersi. Stavano subendo grandi perdite quando decisero di cambiare strategia, incendiando Fiorano.
Si accatastarono sterpaglie, fascine e vari combustibili vicino alle case che circondavano la porta d’ingresso dell’antico castello. A un tratto, appiccarono il fuoco. L’antico borgo era infatti composto in prevalenza da baracche e fienili. Presto le fiamme incendiarono tutto.
Da quell’evento nefasto, tuttavia, a salvarsi fu l’immagine della Madonna, che già all’epoca era considerata miracolosa. Se ne originò un grande flusso di devoti e curiosi che si recavano di fronte all’immagine, lasciando anche qualche offerta per edificare la cappella votiva. Un pittore ignoto aggiunse nell’immagine di Maria il soldato spagnolo genuflesso ai suoi piedi. Si dice che quel soldato abbia le fattezze del conte e generale Ercole Pio.
Da quell’evento passarono molti anni e arrivò la peste del 1630, che colpì in maniera spietata la Lombardia e il nord Italia, fino a Sassuolo. La cittadina di Fiorano non venne però in alcun modo colpita dal morbo. Non morì nessuno per peste. Questo perché i fioranesi avevano pregato tanto l’immagine della Beata Vergine del Castello, e per questo furono persuasi che si trattasse di un miracolo del dipinto.
Da quel giorno cominciò la raccolta fondi per erigere un oratorio. Fino a che il 2 ottobre 1659 si tenne la cerimonia di traslazione dell’immagine della Beata Vergine dall’oratorio al santuario. In quella data fu imponente la presenza del popolo, del duca di Modena Alfonso IV d’Este e della della duchessa Laura Martinozzi, oltre che del vescovo di Modena Ettore Molza.
Sabato 15 marzo 1670 il santuario era gremito di fedeli per attendere la celebrazione della Messa delle ore quattordici. Tuttavia il sacerdote don Virginio Casolari, durante l’accensione delle candele, per errore appiccò il fuoco all’altare. Le fiamme in pochi secondi si diffusero in tutto il santuario.
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Ma quando l’incendio fu domato, l’immagine della Beata Vergine si era di nuovo salvata. I fedeli capirono allora che si trattava di un “secondo miracolo del fuoco”. Le donazioni furono così grandi che in poco tempo ciò che era bruciato venne ristrutturato e ricostruito, e con quello che avanzò si pensò a edificare i due altari laterali “del crocifisso” e “di San Nicolò”, dipinti da Tommaso Costa di Sassuolo.
Infine, nel 1919 l’immagine della Madonna del Castello di Fiorano venne incoronata per concessione del Capitolo di San Pietro in Vaticano. Si trattava infatti di un privilegio consentito solo alle immagini che, a causa sia dell’antichità che per la quantità di miracoli, si fossero rese celebri nel tempo. Nel 1934 inoltre Papa Pio XI concesse il titolo di “Maria Mediatrice di tutte le Grazie”.
Giovanni Bernardi
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