Durante una dura invasione francese, mentre gli assalitori stavano saccheggiando e incendiando Gimigliano, accadde l’impensabile.
Era il 24 febbraio 1807 e un colonnello dell’esercito entrò, durante la devastazione, in una chiesa. Davanti a lui vide l’immagine della Madonna di Costantinopoli. Rimase estasiato e rapito da questa grande bellezza. La fece togliere dalla cornice per avvolgerla e portarla a Catanzaro.
Il dolore della popolazione con la perdita del quadro
La popolazione di Gimigliano, al vedere che il quadro non c’era più, rimase fortemente rattristata. “Piangevano più la perdita dell’immagine che delle proprie sostanze”, disse uno storico parlando di quello che era una dei loro più cari averi.
Il colonnello però, una volta arrivato al suo letto per riposarsi, nello spegnere il lume vide un fatto inaspettato di fronte ai suoi occhi. Una volta spenta la luce, di fronte a lui apparve una luce misteriosa, che illuminava tutta la sua stanza.
La luce che sconvolse i piani del colonnello
Guardando meglio, si accorse che questa veniva dall’armadietto, proprio dove vi era riposta l’immagine della Vergine. Nel cuore del vecchio legionario in un primo momento scattò un forte timore, misto a meraviglia. Poco dopo, nel suo animo si presentò un sentimento di forte devozione.
Subito all’alba, già alle prime luci, scrisse di pugno una lettera ai sacerdoti di Gimigliano. Li pregava di andare a Catanzare per prendere la Sacra Immagine della Madonna che l’uomo intendeva a tutti i costi restituire. L’intera provincia, allora, diede vita una grande “Peregrinatio” della miracolosa immagine nel 1949.
Tutte le aree del territorio si consacrarono alla Madonna
La Madonna di Porto venne ospitata da ben 47 paesi delle aree del lametino, del soveratese e della presila. Tutti si consacrarono ad essa. Da quel momento la devozione crebbe costantemente, come mostrano i numerosi pellegrinaggi frequentati da migliaia di persone giunte da ogni parte della Calabria.
Il nome deriva direttamente dal territorio di Gimigliano, e dal fiume Corace che in quella zona nel tempo è andato via via ritirandosi, formando un larghissimo greto in una vallata distante quattro chilometri da Gimigliano, per l’appunto Porto. Fin dai tempi antichi questo luogo era punto di incontro per pellegrini e devoti alla ricerca dell’incontro con l’alterità.
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Il primo miracolo legato alla Madonna del Porto avvenne a beneficio di un giovane di nome Pietro Gatto a metà del diciottesimo secolo, che da tutti era considerato un brigante, ma in realtà era un semplice ladruncolo. Una notte del 1753 Maria lo invitò a cambiare vita in sogno, e lo invitò ad erigere una piccola cappella in suo nome.
Il giovane allora si si recò a Porto e costruì con le sue mani il monumento di fede. Dopodiché indossò il saio di frate e mutò il suo nome in Frà Costantino, per vivere tutta la sua vita nella valle di Porto, riparandosi in un romitorio costruito in prossimità della “Cona” e facendo dipingere l’immagine della Madonna di Costantinopoli da un pittore improvvisato. Il santuario che sorse di fianco alla cappella divenne meta di numerosi pellegrinaggi.
Giovanni Bernardi