Madonna della Bocciola si presentò a una giovane con una richiesta ben precisa, e quando la portò a tutto il paese in un istante si ricredettero.
Il lunedì 28 marzo 1543 la Beata Vergine Maria apparve ad una fanciulla che era in quel momento impegnata nel custodire le bestie. L’episodio avvenne in circostanze miracolose poi precisate in un secondo momento. Giulia era infatti muta dalla nascita e abitava a Vacciago. L’abitazione in cui la giovane viveva ancora oggi si trova lungo un viottolo poco prima del Santuario.
In quella precisa data, la ragazza era impegnata a pascolare il bestiame, come faceva di solito, in un luogo non molto distante da una cappella in cui vi si trovava l’effige della Madonna in trono con il Bambino fra le braccia. Tutto a un tratto successe qualcosa che la lasciò fortemente di stucco. Tra i rami di un pruno selvatico, nel dialetto locale chiamato bocciolo, ovvero un alberello di bosso, vide sfolgorare nientemeno che la Madonna con il Bambino.
La Vergine le parlò e le disse che gradiva molto le sue preghiere, e che presto però sarebbe successa una cosa molto importante. L’avrebbe accolta in Paradiso. Tuttavia, prima che questo fatto si verificasse, la giovane avrebbe dovuto portare un messaggio a tutti gli abitanti del posto, e fu direttamente la Madonna a dirle che cosa avrebbe dovuto dire.
La Vergine le chiedeva, infatti, di rendere solenne in suo onore non solamente la domenica, ma anche il sabato pomeriggio. In cambio di questo fatto, avrebbe avuto una speciale protezione da parte sua. Per dimostrare la veridicità della promessa, e anche della stessa apparizione, si verificò fin da subito un prodigio. Giulia Manfredi era infatti muta fin dalla nascita, e dopo quell’evento acquistò la parola.
Nel momento in cui la giovane andò dai suoi compaesani per testimoniare loro quanto era accaduto, tutti non potevano credere ai loro occhi. Non fu l’unico miracolo che ruppe l’incredulità della popolazione. Nel momento in cui Giulia andò a dire loro quanto le era stato riferito dalla Madonna in persona, all’improvviso le campane della chiesa di Vacciago presero a suonare a festa. La cosa particolare, però, è che non c’era nessuno che le stesse suonando.
Così ben presto venne introdotto l’usanza del riposo del sabato, e subito si pensò anche a costruire una chiesetta devozionale nel luogo in cui ancora oggi si trova una lapide, che vi è stata posta precisamente nel 1852 e sul ciglio della strada che da Vacciago porta a Miasino, in cui si ricorda la discesa della Regina del Cielo.
Da quel momento in cui il numero dei fedeli che si recavano in quel luogo per chiedere la grazia della Madonna, e la fama del luogo che cresceva ogni giorno, fece in modo che a partire dal 1628 venne costruito un più ampio santuario, all’interno del quale venne incorporata l’immagine della Madonna col Bambino davanti a cui la pastorella si era fermata in preghiera nel momento in cui avvenne l’apparizione.
All’interno di una teca sono anche conservati alcuni frammenti del pruno su cui è apparsa la Madonna. Ben presto il santuario crebbe notevolmente tanto nelle dimensioni quanto nella bellezza, e per tutti i secoli successivi, assumendo via via l’aspetto attuale in modo particolare nel corso del millesettecento.
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Negli annali del santuario sono inoltre registrati copiosi miracoli attribuiti alla devozione e alla protezione della Madonna della Bocciola. Eventi prodigiosi come temporali sventati o piogge benefiche, fino a benefici accordati a famiglie di Vacciago, in particolare alla famiglia Lorella, custode del santuario per diversi secoli. Poi, guarigioni di malati, salvezza nel corso di incidenti e molti altri.
Giovanni Bernardi
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