La Madonna della Ghianda apparve a metà del tredicesimo secolo a una pastorella sorda e muta di Somma Lombardo, nella provincia di Varese in Lombardia.
La pastorella usava sostare all’ombra di una quercia, mentre osservava con sguardo assorto e quasi assente sulle poche pecore che ogni giorno portava al pascolo. Il luogo si trovava a due passi dalla Collegiata, poco distante dalla chiesa.
Sopra la chiesa costruita nel 1200 a Collegata si trovava infatti una zona di campagna, fredda e paludosa. Le colture erano molto poche e il raccolto era ben magro. Le uniche strade erano sentieri, e gli unici prati erano pascoli. Nessuno emigrava da questo luogo.
Chi vi nasceva, vi moriva anche. Gli unici spostamenti che si verificavano avvenivano per via del passaggio di soldatesche, che portavano anche grande sgomento e scompenso. L’economia agricola, insomma, era chiusa, e ogni progresso civile era negato.
Ogni volta che la pastorella percepiva in lontananza il rintocco delle campane, osservandone il movimento, si alzava e tornava nella propria abitazione. Una mattina però la giovane, proprio prima di arrivare alla quercia su cui appoggiarsi per passare la giornata, cominciò a vedere d’improvviso una grande luce.
La giovane si arrestò, e stupida cercò di capire quanto stava accadendo. Fra i rami dell’albero, allora, fu così che apparve una Signora fasciata di azzurro. Questa si rivolse a lei in maniera soave e dolce. “Torna al paese; chiama tuo padre”, le disse.
Allora di corsa la fanciulla si recò verso casa sua, di corsa. Era tutta emozionata, tremava dalla commozione, e cominciò a raccontare tutto il padre, chiedendogli di seguirlo. Il padre, sbigottito, si alzò in piedi e seguì la figlia di tutta corsa, portando con sé nel tragitto una lunga fila di gente che cominciarono a seguirli.
Arrivati alla quercia, però, trovarono solamente le pecore al pascolo, serene e disinteressate. La Signora vestita di azzurro era scomparsa, ma il miracolo era avvenuto: la giovane aveva recuperato voce e udito, tanto da raccontare a tutti l’emozionante avventura. Tutti si commossero e si abbracciarono per la gioia.
Il miracolo ebbe grande risalto tra le popolazioni del sommese e del gallaratese. Migliaia di fedeli corsero verso la quercia, che entrava di fatto nella storia di quelle terre dando vita alla devozione della Madonna della Ghianda, dal nome del frutto della quercia.
Un movimento di fede in Maria che portò alla costruzione di un tempio in onore della Vergine, sempre sotto il nome della Madonna della Ghianda. Ben presto cominciarono anche le grazie e i miracoli della Madonna della Ghianda, documentati in rigorose inchieste e testimoniati dai numerosi ex voto presenti nel santuario ed esposti nella cappella affrescata da Michelino.
Anche nei secoli successivi la Madonna della Ghianda fu di grande conforto nell’ambito dei duri flagelli delle guerre e delle pestilenze, e la venerazione crebbe rigogliosa. Oggi la Madonna della Ghianda è Patrona speciale per sordomuti, per chi ricerca Dio e teme di diventare “sordo-muto” dal punto di vista spirituale, infine per sposi e giovani famiglie.
O Beata Vergine Maria della Ghianda,
Madre del Redentore e Madre della Chiesa;
insegnaci ad ascoltare la Parola di Dio;
rendici disponibili per il Regno di Dio;
aiutaci ad amare, come Gesù, Tuo Figlio;
guidaci, sempre, come Tuoi Figli intercedi per noi, ora e nelle prove della vita.
O MARIA, Nostra Mamma, mostraci Gesù! donaci Gesù! rendici come Gesù!
Amen
Giovanni Bernardi
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