La Madonna della Neve, ritrovata in mare da alcuni pescatori, salvò più volte Torre Annunziata dalle violenti eruzioni del Vesuvio, come il 22 ottobre 1822.
Il 5 agosto 1354 alcuni pescatori trovarono in mare, dentro una cassa, l’immagine della Madonna della Neve. In quella data si festeggia infatti la Madonna della Neve. La nascente cittadina di Torre Annunziata stava cominciando a popolarsi giusto in quegli anni. I pescatori scorsero la cassa che stava galleggiando sulle onde del mare presso lo scoglio di Rovigliano.
Il ritrovamento dell’immagine della Madonna della Neve
Quando la raccolsero furono meravigliati nel trovare l’immagine della Madonna. Si trattava di una raffigurazione in terracotta di tipo greco, a busto. Maria stringeva col braccio sinistro il Bambino Gesù.
Il ritrovamento dei pescatori sfociò in un’accesa lite e l’immagine venne portata chiesetta dell’Annunziata. Così fu chiamata Madonna delle Nevi per ricordare la neve caduta su Roma il 5 Agosto del 352, sul colle Esquilino.
La statua risaliva all’epoca persecuzioni iconoclaste
Alcuni pensano che la statua risaliva alle persecuzioni iconoclaste del quattordicesimo secolo, quando gli ordini religiosi trasmigrarono dall’Oriente verso le coste italiane. In quei viaggi molte immagini sacre furono messe al riparo.
Nel 1448 venne costruita l’attuale Basilica della Madonna della Neve, affidata con annesso convento ai padri Celestini, e l’immagine miracolosa che era rimasta a lungo nascosta per via delle incursioni dei pirati venne trasferita in questa nuova chiesa.
La terribile esplosione del Vesuvio nel 1794
Non rimase traccia della prima chiesetta dell’Annunziata, come nemmeno del ricovero per i viandanti e della torre costruita sul lido.
Nel 1794 si verificò una terribile conflagrazione del Vesuvio che fece tremare Torre Annunziata. La lava però per fortuna non raggiunse la cittadina. In quella occasione il popolo decise di portare in processione per tre giorni l’immagine della Madonna della Neve.
Il miracolo dello sguardo della Madonna della Neve al Bambino
A un certo punto però uno scoppio fece rompere il vetro che proteggeva la sacra immagine. Tutti videro la Vergine rivolgere gli occhi al Bambino che teneva stretto tra le braccia. “Grazia, grazia”, furono le grida del popolo. In quel preciso istante l’eruzione si interruppe. Da allora la Madonna della Neve continua a tenere gli occhi sul Bambino.
Nel 1822 ci fu la più impressionante liberazione. Il vulcano si svegliò ancora terrorizzando gli abitanti dell’area. La cittadina più vicina era quella di Torre Annunziata, così accadde che il 22 ottobre di quell’anno i cittadini si rivolsero alla Vergine per chiedere di allontanare da loro quel pericolo incombente.
Dopo la processione di penitenza la Madonna ferma il vulcano
Il popolo infatti, in uno slancio di fede e terrorizzato dall’idea che potesse trattarsi di una eruzione pari a quella seppellì Pompei, Ercolano e Stabia nel 70 dopo Cristo, corse ai piedi della Madonna nonostante il pericolo. Venne così subito organizzata una processione di penitenza.
L’immagine sacra venne esposta al largo di Santa Teresa, oggi Piazza Cesàro. Il sacerdote Don Rocco Baly stava invitando il popolo alla fede e all’invocazione, mentre all’improvviso un raggio di sole si posò sul volto della Madonna, nella sacra immagine. In quel preciso istante, ancora una volta, l’eruzione terminò.
Così Torre Annunziata fu salva, e il miracolo si ricorda ancora oggi con celebrazioni solenni. Tanto che il 22 Ottobre è stato consacrato con deliberazione dell’Autorità Comunale, come festa votiva della città. In quella data ogni anno numerosi pellegrini si recano a Torre Annunziata per rinnovare il proprio atto di fede e di amore alla Vergine.
Supplica alla Madonna della Neve
O Maria SS. della Neve, che in questa taumaturga Immagine,venuta a noi sulle onde del mare, ci avete portato dall’oriente la bellezza del vostro volto, la dolcezza del vostro sguardo, il sorriso del vostro divin Figliuolo, i tesori della vostra mistica Neve, deh! Gradite i nostri ossequi, ed ora e sempre pregate per noi.
Quando l’inferno ci fa guerra, quando il mondo ci seduce, quando la carne ci sospinge al male, quando Iddio, giustamente sdegnato, ci mostra la sua collera, o Maria della Neve, vegliate sul popolo torrese e su tutti i vostri devoti e salvateci.
Ci avete sempre protetti perché ci avete sempre amati, ci proteggete tuttora perché, ne siamo certi, non avete cessato di amarci: ebbene, noi vi amiamo da figli, v’invochiamo da figli, ci rivolgiamo a Voi come figli che sperano nella Madre loro.
Questa speranza ci conforta, essa ci rende più soave la gioia, ci lenisce i dolori, ci sorregge nella vita, ci fa guardare senza spavento la morte, perché, avendo con cuor devoto qui in terra vagheggiato i tesori e le bellezze della vostra mistica Neve, ne saremo un giorno i beati ammiratori negli eterni gaudi del Paradiso.
Giovanni Bernardi