La Madonna della Porta di Guastella mostrò la sua potenza ad un uomo in grande difficoltà che tuttavia non si dimenticò mai di invocarla
Nell’anno 1693 sopra la Porta di Mezzogiorno della cittadina di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, vi era posizionato un affresco sbiadito della Vergine. Questo era stato dipinto dal pittore guastallese Damiano Padovani, su commissione di due ufficiali e col contributo degli stessi soldati che vi stavano di stanza, circa mezzo secolo prima, nel 1646.
L’origine della devozione alla Madonna di Guastalla
Nell’immagine Maria è raffigurata col bambino, e ai suoi piedi vi sono ritratti san Francesco e San Carlo Borromeo. Spesso di fronte a questa immagine i soldati che fanno il turno di guardia accendono fuochi per riscaldarsi, con il fumo che purtroppo, salendo, annerisce l’affresco.
La porta venne abbattuta nel 1689-90, tuttavia la porta con l’immagine venne risparmiata. Il quartiere venne tuttavia abbandonato, così anche il dipinto pian piano sembrò cadere nella dimenticanza generale, a causa anche dell’incuria del tempo.
Un ex-soldato sordo e anche malato si ricordò di quell’immagine
Un tale Gian Battista Zagni, di Solarolo, era un uomo cieco e anche gravemente malato. Lo Zagni era un ex-soldato che prestava servizio di fronte alla Porta, tuttavia era tra i pochi che non si era affatto dimenticato di quel particolare affresco.
L’uomo era anche in uno stato di disperazione profonda, a causa della sua triste condizione e di tutte le conseguenze che ne derivavano per la sua esistenza, anche in termini di difficoltà pratiche e personali, interiori.
Un giorno l’uomo chiese a un amico di accendere per lui un cero
Così un giorno decise di chiedere a un amico, un tale di nome Fabio Ruina, di accendere una candela pensando a lui proprio davanti a quella particolare Madonna che lui spesso guardava con rispetto, curiosità e devozione.
Ogni volta che la incrociava, infatti, la pregava invocando un suo aiuto, ma sentiva che aveva bisogno della preghiera del suo amico per affrontare il suo male. Ruina, dopo avere ascoltato la sua richiesta, subito la eseguì recandosi di fronte all’effige e poi andando in chiesa per accendere una candela proprio in richiesta della grazia per l’uomo malato.
L’uomo malato guarì improvvisamente da ogni suo male
Era il 7 febbraio 1693. Incredibilmente, dopo pochissimo tempo Zagni fu completamente sanato tanto nel corpo quanto negli occhi. In quel momento Ruina decise di prendere con sé anche i suoi due figli e di portarli di fronte alla Porta del Mezzogiorno. Anch’essi infatti avevano diverse malattie, e anche in quel medesimo caso la Madonna ascoltò la sua preghiera sincera e devota, e guerì entrambi i pargoli.
La notizia dei tre miracoli, quello di Zagni e dei due figlioletti di Ruina, fece in pochissimo tempo il giro di tutta la cittadina. Da quel giorno, la Madonna della Porta divenne ufficialmente la Patrona della cittadina emiliana di Guastalla.
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L’immagine della Madonna si stava schiarendo pian piano
In seguito accadde però un altro fatto miracolo. L’immagine della Madonna, che era diventata nera e affumicata, cominciò pian piano a schiarirsi in maniera del tutto spontanea, e dietro questo fatto non c’era alcuna mano d’uomo. La Madonna infatti si stava scoprendo per portare alla luce della fede coloro che si erano smarriti nell’oscurità del peccato e della perdizione.
In quel 7 febbraio infatti il volto e le mani della Vergine erano già visibili, come anche i santi e il Bambino. Il 12 Settembre del 1698 sono presenti solo alcune macchie sul volto della Madonna, e queste col tempo ne divennero una caratteristica propria. Il 1 luglio 1701 l’immagine venne trasportata all’interno del santuario, e in quel momento Maria presenta ancora tre piccole macchie nere.
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L’origine del culto dell’Olio della Lampada della Madonna della Porta
Questo sono una sulla fronte poco sopra il naso, una sopra l’occhio sinistro, l’altra sulla guancia sinistra. Anche l’abito del Bambino, nonostante fosse bianco, era visibilmente affumicato. Con il tempo quelle macchie sparirono in maniera prodigiosa. Una sera del 6 febbraio, infine, mentre si stavano recitando le lodi di fronte alla statua, ci si accorse della presenza di una lampada ad olio posta davanti all’immagine.
Questa, con un solo quarto d’olio, bruciò per addirittura 28 ore. In questo modo nacque anche il culto dell’Olio della Lampada della Madonna della Porta. Oggi, con questa, ci si fa ungere in seguito al prodigio, e si dice che in alcuni casi renda possibile l’ottenimento di miracoli anche a distanza.
Giovanni Bernardi