A Cento, cittadina in provincia di Ferrara con più di 35.000 abitanti, si trova il Santuario della Madonna della Rocca, che risale al 1609 e ricostruito nell’ottocento.
Il nome è collegato alla vicina Rocca, che per secoli è stata fortezza militare e in cui venne conservata l’immagine della Santissima Vergine col Bambino, ora custodita all’interno del Santuario.
Di questa immagine non ci conosce con certezze né l’autore e nemmeno la data della realizzazione. La caratteristica peculiare è quella del naso della Madonna, da cui cola un filo di sangue. Ci sono due teorie che tentano di spiegare l’origine e la ragione di questo elemento.
La prima ipotesi, la più accreditata, afferma che l’effige sacra venne dipinta da un soldato polacco nel 1460. L’intenzione del militare era quella di riprodurre la Madonna di Czestochowa, patrona della Polonia. Accadde però che un altro soldato, in una colluttazione, colpì l’immagine con la lancia. La freccia, dopo che il commilitone montò in furia per non si sa quale ragione, colpì Maria sul naso.
Fu in quel momento che dalla Madonna cominciò a sgorgare sangue. La macchia di sangue è ancora presente sul dipinto, e fu così che il luogo divenne una cappella, radunando ogni giorno numerosi fedeli in preghiera, atti a chiedere grazie e benedizioni alla Vergine, che non abbandona mai i suoi figli.
La seconda ipotesi, invece, afferma che l’immagine venne dipinta nel 1597, a copia della Madonna dell’Arco di Nola. Riproducendo il miracolo avvenuto nella cittadina campana, dove l’immagine, colpita, sanguinò.
Questa seconda ipotesi si basa su di un foglietto manoscritto chiamato “Memoria 1597”, che però secondo diversi esperti presenta notevoli inesattezze. Il casato del presunto autore dell’immagine, il marchese Basus, originario di Napoli, non risulta negli elenchi della nobiltà napoletana.
Nonostante si indichi che il manoscritto sarebbe stato redatto nel 1597, poi, il miracolo della Madonna dell’Arco viene indicato come avvenuto “circa l’anno 1588”. Mentre avvenne nel 1460. Infine, oltre a questi particolari, viene citato il domenicano Fra Domenico Maria Marchese, rettore del Collegio di S. Tommaso dei Domenicani di Napoli, collegio che però venne costituito nel 1633.
La voce sul miracolo del sangue dovuto allo sfregio fatto all’immagine era invece già presente 1762, e ripresa da padre Antonio Tosi che non ebbe dubbi sul miracolo. Padre Tosi parlava di “un’Immagine di Maria Vergine, la quale in passato da un temerario soldato aviale gettato in faccia una palla, dalla quale percossa, essa Vergine dalle narici avea tramandato vivo sangue“.
La devozione alla Madonna della Rocca crebbe anno dopo anno. I primi a venerare l’immagine furono i soldati di servizio alla Rocca. Il numero dei pellegrini che in seguito accorrevano per devozione cresceva anno dopo anno. E la Vergine elargì numerose grazie ai fedeli, come testimoniano le numerose tavolette votive. Nel 1804 l’Immagine venne traslata nella vicina Chiesa dello Spirito Santo, visto che la Rocca venne adibita a Carcere.
Col tempo arrivarono anche importanti prodigi. L’8 luglio del 1855, la Madonna di Cento, dopo il Voto che la popolazione le fece, fermò il colera che stava devastando la città. Nel 1944 un altro voto fece scampare tutto il territorio di Cento dai bombardamenti degli americani.
Miracoli che le valsero l’appellativo di Salus infirmorum. La devozione dei centesi alla Madonna della Rocca si manifesta ogni anno, il primo sabato dei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, con le solenni celebrazioni del Rosario e la fiaccolata.
Giovanni Bernardi
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