Siamo nel 1644, il 27 luglio, e la giovane Caterina, fanciulla di Canale, piccolo paese vicino a Ceresole d’Alba, stava andando al mercato di Sommariva del Bosco per vendere la frutta.
Mentre passeggiava fu avvistata e inseguita da due soldati mercenari, ai margini della foresta del Paulorio. Questi due avevano cattive intenzioni nei confronti della giovane, e volevano abusare di lei. Scappando via dai due uomini malvagi, Caterina si inoltrò nel bosco e raggiunse un pilone votivo dedicato alla Madonna delle Rose.
Il miracolo della Madonna della Rosa
Questo si trovava in quel punto dal 1544, in ricordo della battaglia combattuta proprio quell’anno tra i francesi e gli spagnoli. La popolazione, che in quell’occasione era riuscita a scampare alla devastazione grazie all’aiuto della Vergine, le eresse un pilone votivo.
Nel sedicesimo secolo, infatti, territorio tra Carmagnola, Sommariva del Bosco e Ceresole d’Alba fu teatro campo di battaglia tra l’esercito spagnolo ed imperiale di Carlo V e l’esercito francese di Francesco I. In particolare, il 12 ed il 14 aprile 1544 avvennero gli scontri più violenti e tragici di quella guerra. Uno fu a Ceresole d’Alba, e l’altro tra Ceresole e Carmagnola.
I violenti combattimenti tra francesi e spagnoli
Il combattimento fu infatti tanto violento da essere ricordato come “il più grande e decisivo di quanti a quell’età si siano ingaggiati in questa parte d’Italia”. Migliaia di soldati vennero uccisi in quell’occasione, e nei luoghi esatti degli scontri sanguinari vennero eletti i due piloni votivi consacrati alla Madonna. Uno tra Ceresole e Carmagnola, nella zona del Mombelletto, e l’altro tra Ceresole e Sommariva del Bosco, nella zona del Margheritone.
Il primo Pilone verrà ricordato come il Pilone della Madonna della Rosa, per la semplice ragione che l’affresco riproduce la Madonna avvolta in un manto azzurro mentre sul braccio sinistro regge il Bambino Gesù. Nella mano destra, invece, tiene una rosa. Negli anni la vegetazione del vicino stava quasi del tutto avvolgendo il Pilone ormai trascurato.
Caterina, scappando tra i due, raggiunse il pilone votivo
Nel momento in cui Caterina si trovava in quel punto, infatti, il pilone si vedeva appena. Ma questo non impedì la giovane, appena raggiunta la statua della Vergine, di chiedere la sua protezione per difendersi dai due uomini malintenzionati. In un istante i cavalli si inchiodarono, e gli uomini non riuscirono a capirne la ragione. Gli inseguitori rimasero così immobilizzati e per loro divenne impossibile proseguire quel triste inseguimento.
Furono i due uomini a raccontare quanto accaduto, mentre anche la giovane aveva riferito tutto ai suoi compaesani, che cominciarono subito a recarsi sul posto per venerare la Vergine che la protesse. Subito infatti la notizia di quanto accaduto si diffuse nel paese di Ceresole, e anche il parroco, don Giovanni Battista Baralis di Lucerame Nizzardo, accorse sul posto per constatare l’accaduto.
I due soldati riconobbero la loro colpa dopo essersi pentiti, avendo constatato inoltre in prima persona il miracolo. La gente, entusiasta, liberò così il Pilone dai rovi che lo stavano nascondendo. Il Comune in seguito decise di costruire la cappella incorporando il pilone, e il 5 agosto dell’anno seguente, il 1645, ci fu la prima Messa in ricordo del miracolo.
Giovanni Bernardi
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