La Madonna dell’Asinello di Chioggia, dopo la nota apparizione della Madonna della Navicella il 24 giugno, fece visita a un frate su di un asinello, con a fianco San Giuseppe che l’accompagnava.
Il Santuario della Madonna della Navicella di Chioggia è custodito dal 1957 dai francescani Cappuccini, ricostruito un secolo e mezzo dopo la scomparsa del precedente antico santuario omonimo.
Il Santuario della Madonna della Navicella fu costruito nel luogo in cui la Vergine apparve a un ortolano, il 24 giugno 1508, per chiedere ravvedimento e conversione agli abitanti del paese. All’interno, un altare era dedicato alla Madonna dell’Asinello.
La devozione è legata al frate Adamo da Rovigo, religioso noto e stimato per la sua vita di santità e per il suo misticismo, Il 5 luglio 1615 accadde infatti che ebbe la visione della sacra Famiglia, dopo avere trascorso tutta la notte in preghiera.
Questa gli si presentò raffigurata in una delle maniere più classiche, durante la fuga in Egitto. La Vergine era seduta su di un asinello e portava il Bimbo in braccio. A guidare la cavalcatura c’era San Giuseppe, e la direzione era quella del Santuario della Navicella. Attorno a loro vi erano tre angeli che cantavano le lodi a Maria.
Del fatto prodigioso viene accennato negli negli Annali dei Cappuccini della provincia veneta e negli Atti del vescovo Milotti. In ogni caso, la notizia dell’apparizione fece il giro della città. Così il vescovo decise di stabilire la festa, e la data fu quella della prima domenica di luglio. A celebrarla, i confratelli dell’Oratorio della SS. Trinità.
Durante la processione veniva trasportata il simulacro della Vergine, nella stessa sembianza con cui apparve al frate mistico Adamo. Durante la peste del 1630-1631 i cittadini di Chioggia si rivolsero alla Vergine per chiedere che il flagello potesse terminare al più presto. Per questa ragione si fece voto di erigere nel santuario della Navicella un altare proprio alla Madonna dell’Asinello.
L’epidemia sterminò un numero di persone pari a circa 7mila, su una popolazione di 12mila abitanti. Ogni giorno si registrato un numero di decessi tra i 16 e i 30. Ma dopo che si fece il voto a Maria le cose migliorarono prodigiosamente.
La peste fu scacciata, e di conseguenza il voto fu mantenuto. Le cronache registrano che l’epidemia si concluse definitivamente il 22 novembre 1631. La situazione nel settecento tuttavia mutò in maniera radicale. Nel 1799 l’Austria voleva trasformare l’edificio sacro in una fortezza militare. Per questo la sacra immagine di Maria, dal santuario in riva al mare venne trasportata nella chiesa di S. Francesco fuori le mura, e dopo tre anni nella chiesa dei Cappuccini.
Dopo la soppressione dei religiosi che avvenne nel 1806, l’immagine passò nel centro della città, nella chiesa di San Giacomo. Dovette passare un secolo e mezzo per il progetto di ricostruzione del santuario scomparso. Fu il vescovo cappuccino mons. Giovanni Giacinto Ambrosi che nel bel mezzo della guerra, nel 1 gennaio ’44, fece un voto solenne.
Il frate promise che se la città fosse stata risparmiata dal conflitto avrebbe ricostruito il tempio della Navicella. La città uscì indenne dalla guerra. Così avvenne che il 13 marzo 1952 il vescovo poté benedire solennemente la prima pietra del santuario.
Dal 1957, poi, il nuovo santuario “Beata Vergine della Navicella” e della nuova parrocchia annessa furono affidati ai Cappuccini.
Giovanni Bernardi
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